Formazione, troppi iscritti illegittimi all'Albo - QdS

Formazione, troppi iscritti illegittimi all’Albo

Michele Giuliano

Formazione, troppi iscritti illegittimi all’Albo

sabato 26 Novembre 2016

L’elenco era nato per mettere un punto sulla situazione drammatica dei dipendenti del settore. Il deputato Tancredi (M5S): “Molti operatori non annoverabili tra i servizi formativi”

PALERMO – La storia infinita dell’Albo degli operatori della Formazione professionale. Continua il balletto dei numeri, in un continuo aumento degli iscritti, in un elenco che era nato proprio per mettere un punto alla situazione drammatica di un settore che conta troppi lavoratori che sono stati inseriti ai tempi delle vacche grasse e che adesso vivono la crisi dovuta a un taglio netto dei finanziamenti disponibili.
 
E all’ennesima pubblicazione la politica e i sindacati hanno voluto dire la propria. “Venga annullato in autotutela l’elenco unico ad esaurimento dei lavoratori provenienti dai servizi formativi”, lo chiede il deputato del Movimento cinquestelle Sergio Tancredi, che ha presentato una mozione parlamentare a Palazzo dei Normanni. “I conti non tornano – spiega Tancredi -. Infatti, facendo un raffronto tra l’Albo regionale degli operatori della formazione professionale e l’elenco degli operatori dei servizi formativi è emerso come centinaia di soggetti inseriti nell’elenco da ultimo approvato non sono annoverabili tra quelli dei servizi formativi dell’Albo unico”.
 
In pratica, sarebbero tanti quelli che hanno fatto richiesta in maniera illegittima e sono stati comunque inseriti. “Si scopre così che il numero degli ammessi nell’elenco, 1.922, – continua il deputato del M5S – è di gran lunga superiore a quello rilevato negli ultimi progetti in cui sono stati impiegati i suddetti operatori, nonostante i numerosi pensionamenti e le immissioni in ruolo che nel frattempo sono intervenuti e che avrebbero dovuto far registrare una diminuzione del numero complessivo, di certo non un aumento”.
I sindacati Sinalp Sicilia e Ugl Scuola si pongono invece in una prospettiva diversa, quella dei lavoratori che ormai da anni si ritrovano in una condizione di disoccupazione effettiva. Le organizzazioni dei lavoratori hanno chiesto quindi di chiudere il cerchio all’assessore regionale alla Famiglia, Gianluca Miccichè, attraverso l’attuazione di una delibera di giunta, al fine di avviare, nel più breve tempo possibile, i lavoratori iscritti nell’elenco unico ad esaurimento, presso il Ciapi, così come previsto dalla normativa vigente. Per questi lavoratori, oltre alla partecipazione a progetti finanziati dalla Comunità europea, è stata prospettata la possibilità di costituire e confluire in una sorta di agenzia regionale che offre servizi a supporto all’Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro. Ancora tutte ipotesi, comunque, in divenire e che nel concreto non risolvono in alcun modo la situazione drammatica in cui vivono i lavoratori che ormai sono tali solo come definizione, ma che in realtà sono stati accantonati malamente, senza risposte o certezze, e senza emolumenti ormai dal 2013.
 
La loro posizione è stata “ambigua” sin dall’inizio. Infatti, sin dalla loro definizione e creazione iniziale, gli sportelli si sono trovati a svolgere attività in sovrapposizione ai centri per l’impiego, già dotati di un loro personale atto a espletare i servizi tradizionalmente forniti agli utenti. In pratica il loro lavoro era quello di raccogliere le domande di disponibilità al lavoro e di trasmettere poi tutto agli uffici di competenza.
 
Queste strutture hanno fatto la loro prima apparizione nel 2000, ma di loro si hanno notizie certe solo a partire dal 2005. Da quell’anno sino al 2013, ultimo anno di piena attività, sono costati 470 milioni di euro all’incirca, mentre non sono mai stati raccolti dati certi circa i possibili effetti benefici della loro attività per il territorio siciliano.

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