Sicilia prima in Italia per numero di aziende nell'agroalimentare - QdS

Sicilia prima in Italia per numero di aziende nell’agroalimentare

redazione

Sicilia prima in Italia per numero di aziende nell’agroalimentare

mercoledì 30 Novembre 2016

Dati InfoCamere-Movimprese: le imprese attive nell’Isola sono 7.321 nel III trimestre del 2016. In aumento (+12%) gli interventi di controllo degli infestanti e il ricorso alla tecnologia

PALERMO – La Sicilia si posiziona al primo posto in Italia per numero di aziende dell’industria alimentare: nel III trimestre del 2016 sono ben 7.321 le imprese attive, pari al 12,6% del totale nazionale, un dato in leggera crescita (+1,6%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nella regione il numero più alto si registra nelle province di Palermo, con 1.610 imprese (+1,8%), e di Catania con 1.595 (+1,8%). Seguono Messina con 946 (+1,1%), Trapani con 705 (+0,6%), Agrigento con 671 (+3,1%), Ragusa con 555 (+1,8%), Siracusa con 533 (+0,8%), Caltanisetta con 447 (-0,2%) ed Enna con 259 (+4%).
Questa la fotografia di Anticimex, azienda specializzata nel Pest Management e nei servizi di igiene ambientale, elaborata su base dati InfoCamere-Movimprese in occasione della partecipazione a Cibus Tec (25-28 ottobre, Parma).
L’industria alimentare è un settore strategico per il nostro Paese, ma per tutelare la salute dei consumatori richiede un’attenzione particolare sul tema della sicurezza e dell’igiene, e in particolare sul reale rischio rappresentato dagli infestanti.
Come si pone l’industria alimentare su questo fronte? Anticimex ha analizzato i propri dati a livello nazionale nei primi nove mesi del 2016 e ad emergere è come l’attenzione delle imprese stia crescendo, con un aumento del +12% degli interventi di lotta agli infestanti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli interventi più diffusi sono quelli per il controllo e il monitoraggio di insetti striscianti, roditori e ditteri. Seguono, invece, le attività per combattere e controllare gli infestanti specifici, correlati ad un prodotto o materia prima, come ad esempio il punteruolo del grano che attacca la farina, e quelli occasionali.
“A rendere le imprese più sensibili ai controlli ha giocato un ruolo chiave la parte normativa – afferma Valeria Paradiso, responsabile tecnico di Anticimex Italia – che nel corso degli anni ha posto alle imprese paletti sempre più stringenti per tutelare i consumatori, come ad esempio l’uso di prodotti chimici. Inoltre, le aziende sono obbligate ad adottare un piano di autocontrollo che mira ad identificare ed analizzare i rischi possibili durante la produzione di un alimento, tra cui la presenza di infestanti, a definire i mezzi necessari per neutralizzarli e ad assicurare che questi mezzi siano messi in atto in modo efficiente ed efficace. Obiettivi raggiungibili anche grazie agli investimenti nelle tecnologie innovative.”
Nell’ambito nelle nuove tecnologie, oggi è possibile intervenire con sistemi che permettono di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici e al contempo di rispettare l’ambiente circostante: nei primi nove mesi del 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le richieste per questo tipo di servizi sono quasi raddoppiate (+93%).

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