Come è noto, l’assestamento di bilancio prevede spostamenti fra i capitoli nella sezione delle entrate e in quella delle uscite, non certo la previsione di nuovi oneri per le casse regionali o di altre uscite non previste nella legge-madre che è la Finanziaria 2016.
Non concordiamo con lo stesso Ardizzone, né con Faraone, né con altri quando continuano a sostenere che vadano assunti in pianta stabile circa ventimila precari di enti locali ed altri, i quali non sono entrati per concorso come prevede l’art. 97 della nostra Costituzione.
Non siamo d’accordo, soprattutto, perché tutti i difensori di questi precari, che hanno le loro ragioni umane, si dimenticano dei 386mila disoccupati (Istat, giugno 2016).
Sono proprio questi coloro i quali hanno bisogno di trovare un lavoro che non c’è perché la Regione, continuando a pagare i privilegiati, a sostenere spese inutili, a mantenere una spesa corrente al di sopra delle necessità, ha di fatto bloccato la spesa per investimenti, fra cui le migliaia di opere pubbliche precipitate del 90% in questo ultimo triennio.
Non solo, ma la Regione siciliana, continuando ad assecondare i famelici assalitori della diligenza, non riesce a trovare le somme per cofinanziare i fondi europei, che di fatto sono bloccati dopo tre anni dall’inizio del Po 2014-20. Quasi a metà percorso è stato speso l’8,5% su circa dodici miliardi disponibili.
Matteo Renzi continua a incitare presidenti di Regioni e sindaci a spendere fino all’ultimo euro disponibile, sia per la messa in sicurezza delle scuole, il cui ammontare è fuori dal Patto di Stabilità europeo, sia per l’utilizzazione di fondi europei e dei Fas, ed anche per l’utilizzazione di prestiti da richiedere alla Bei e alla Cdp.
Insomma, è urgente che presidenti di Regioni e sindaci scuotano il proprio torpore e la propria burocrazia affinché si apra urgentemente il massimo numero di cantieri.
Bisogna smetterla, infatti, nel settore pubblico, di continuare ad andare nei posti di lavoro per passare il tempo ed essere poi pagati indipendentemente dal numero di fascicoli evasi o dalle opere di manutenzione effettuate o da qualunque attività concreta e non sulla carta.
Non si comprende come i 386mila disoccupati iscritti nei Centri per l’Impiego non scendano in piazza per protestare, educatamente ma vibratamente, contro una Regione inerte e sfascista e contro tanti sindaci che occupano la loro seggiola indegnamente.
L’altra domenica ero seduto al bar Mocambo di Taormina per l’aperitivo, come faccio da cinquant’anni. Nella meravigliosa piazza e nel corso principale (chiamato Vasca), c’era poca gente, i negozi erano vuoti, i locali di ristoro anche.
Mi chiedevo cosa abbia fatto fino ad oggi il sindaco della Perla ionica dal momento che quella città continua a dormire per almeno sei mesi l’anno. Il sindaco avrebbe dovuto, invece, andarsene in giro per l’Italia, per l’Europa e per il mondo, in modo da attirare congressi e convegni per manifestazioni di ogni genere, proprio nei sei mesi “morti”. Il sindaco di una città turistica che non fa questo, dovrebbe cambiare mestiere. Non conosco la persona e non so neanche come si chiami.
Riepilogando, gli assessori ai Lavori pubblici regionale e comunali dovrebbero aprire subito i cantieri, l’assessore regionale al Turismo e i sindaci andare in giro per attirare eventi, l’assessore preposto al ramo per l’utilizzazione dei fondi strutturali spingere per aprire i cantieri e l’assessore al Bilancio, Baccei, spostare cinque miliardi dalla spesa corrente a quella per investimenti.
Ecco come si assumono i disoccupati, creando lavoro, e non i precari in buona parte raccomandati, che non servono a produrre i risultati di cui hanno bisogno i cittadini!