Gli operai forestali nelle miniere dismesse - QdS

Gli operai forestali nelle miniere dismesse

Rosario Battiato

Gli operai forestali nelle miniere dismesse

martedì 06 Dicembre 2016

Accordo tra gli assessorati all’Ambiente e all’Energia: dovranno provvedere alla manutenzione dei siti in attesa di bonifica. Dati Ispra: in Sicilia ce ne sono 765, un quarto del totale nazionale. Ad Agrigento la più alta concentrazione

PALERMO – Dalla Regione arrivano nuove regole per i siti minerari dismessi in attesa di bonifica. Il contenuto si rintraccia in un decreto interassessoriale che riporta le firme di Maurizio Croce, assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente, e di Vania Contrafatto, assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità. Il provvedimento risale al 19 ottobre (pubblicato sul sito soltanto il 29 novembre) e, nel nome del contenimento della spesa, della valorizzazione delle risorse umane e dello sviluppo del settore agricolo e forestale, conferma la partecipazione degli operai forestali nella cura e tutela dei siti minerari dismessi.
Si parte da un’esigenza di fondo. Il dipartimento dell’Energia si occupa della gestione dei siti minerari dismessi della Regione che, nelle more della messa in sicurezza ambientale e della bonifica, necessitano di “interventi di manutenzione, pulitura, sistemazione” e via dicendo. Tuttavia ad oggi, a causa di pensionamenti e pre-pensionamenti, il dipartimento “non è in grado di svolgere con dipendenti propri” queste attività. Non è praticabile nemmeno la via dell’esternalizzazione dei servizi, dal momento che le risorse economiche dedicate a questi scopi “a causa dei tagli imposti dalle norme sulla riduzione della spesa pubblica, sono del tutto insufficienti a garantire la copertura finanziaria degli interventi”.
 
A tal proposito sono già stati utilizzati in passato gli operai forestali a tempo indeterminato del Corpo forestale regionale e personale del dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale.
Il nuovo accordo sostituisce quello precedente sottoscritto tra l’assessorato Risorse agricole e alimentari e l’Energia, dal momento che la legge regionale 7 maggio 2015 ha previsto che la titolarità dei rapporti di lavoro del personale antincendio tornasse al Corpo forestale della Regione siciliana e quindi anche i lavoratori a tempo indeterminato che precedentemente operavano per conto del dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale e che agivano presso uno dei più noti siti minerari dismessi dell’Isola: quello di Pasquasia che era già stato sottoposto a sequestro giudiziario.
Come si procederà? I servizi del Dipartimento regionale dell’Energia, che sono quelli deputati alla gestione dei siti di interesse, dovranno redigere un’apposita perizia per fornire il fabbisogno per la “realizzazione di interventi e servizi in economia e in amministrazione diretta”. Il documento, che dovrà contenere anche una formale richiesta di assegnazione del personale, conterrà tutti i dettagli tecnici e i piani di gestione  delle emergenze. Il servizio del Corpo forestale della provincia in cui ricade il sito interessato, provvederà ad assegnare i lavoratori richiesti.
La presenza dei siti minerari dismessi, alcuni dei quali versano in pericolose situazioni ambientali e  necessitano di cure immediate, è abbastanza diffusa nell’Isola. L’ultimo dato in materia risale allo scorso anno ed è stato fornito dall’Ispra. L’Istituto ha diffuso una nota nella quale ha mappato, dal 1870 al 2006, poco meno di 3.000 siti minerari dismessi sul territorio nazionale. Il record è per la Sicilia dove ne sono stati trovati ben 765 (un quarto del totale nazionale). Tra questi circa 663 siti sono di coltivazione dello zolfo, seguono quelli di salgemma (52), asfalto e/o scisti bituminosi (30) e sali alcalini misti (18). La città più coinvolta è Agrigento con 298 siti, seguono seguono Enna (172 di zolfo su 182) e Caltanissetta (163 di zolfo su 173).

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