Salasso canoni irrigui, in Sicilia torna a sorridere l'agricoltura - QdS

Salasso canoni irrigui, in Sicilia torna a sorridere l’agricoltura

Michele Giuliano

Salasso canoni irrigui, in Sicilia torna a sorridere l’agricoltura

sabato 10 Dicembre 2016

Eliminati gli aumenti record del 2014/15 grazie alla manovra di assestamento al bilancio della Regione. Col provvedimento garantita anche la continuità occupazionale agli stagionali

PALERMO – Una nota positiva per le imprese agricole siciliane che avevano ricevuto bollette per il canone irriguo molto più alte rispetto a quelle degli anni precedenti. Una manovra nel bilancio regionale ha risolto il problema: “Abbiamo promosso e sostenuto, nell’ambito dell’approvazione dell’assestamento di bilancio, una norma che sospende i ruoli per il pagamento dei canoni irrigui 2014 e 2015: si tratta di un provvedimento atteso, che va incontro alle richieste di numerose imprese agricole della nostra isola – dice il presidente del gruppo Pd all’Ars Alice Anselmo, a proposito della norma inserita nella manovra di assestamento approvata all’Ars -. Il provvedimento garantisce inoltre l’attività lavorativa degli stagionali dei consorzi di bonifica, che possono essere impiegati anche nelle zone alluvionate. Abbiamo dato un’ulteriore risposta al mondo agricolo e ad un bacino di lavoratori che può e deve garantire un servizio utile alla salvaguardia del territorio”.
Le bollette originali avevano riportato aumenti sul canone annuale, che esula dal consumo effettivo di acqua, pagato a parte, fino al 400 per cento rispetto all’annualità precedente per la maggior parte dei consorzi dell’Isola, a causa dello stato disastroso in cui si trovano i bilanci di questi enti, per i quali l’arrivo di 16 milioni di euro non è servito nei mesi scorsi a risolvere, se non marginalmente, i problemi ormai cronici, in una condizione generale di stipendi non pagati per i dipendenti e per gli operai stagionali, per non parlare dei più gravi problemi strutturali.
In pratica si era sbloccato con questi 16 milioni soltanto il lavoro ordinario, perchè le carenze croniche hanno ben altra origine e non possono sicuramente essere superate con qualche manciata di fondi.
Per il prossimo anno non ci saranno ulteriori aumenti per il canone, almeno così garantisce la politica, e si cercherà, anzi, di diminuire i canoni con la “compensazione” se i bilanci dei consorzi miglioreranno nel corso del 2016. In realtà più che i soldi servirebbero le idee, soprattutto coraggiose e di rottura con una gestione del passato clientelare e per nulla votata all’efficienza e alla risoluzione dei veri problemi degli agricoltori siciliani. A cominciare da una ripartizione equa del personale, dal momento che ci sono consorzi che scoppiano di lavoratori e altri invece che hanno forti carenze. E poi servirebbe un accorpamento delle varie strutture: la riforma, ancora non attuata dalla Regione, ne prevede soltanto due ma di fatto ne sono in attività ben undici.
 
“Tra le tante promesse annunciate e mai mantenute dal presidente Crocetta – spiega il deputato regionale Nello Musumeci – risalta la notizia della futura riforma che avrebbe dovuto rivoluzionare i Consorzi di bonifica, enti a totale controllo regionale che promuovono e organizzano la bonifica come mezzo permanente di difesa, conservazione valorizzazione e tutela delle acque, di salvaguardia dell’ambiente, per la valorizzazione del territorio e per lo sviluppo della produzione agricola. L’unico effetto tangibile di questa falsa promessa – aggiunge – è l’assoluta anarchia che regna all’interno dei Consorzi, i quali, sono ancora in attesa dell’annunciata riforma. Nell’attesa la conseguenza più triste è che i dipendenti di alcuni Consorzi non percepiscono lo stipendio da oltre cinque mesi, con centinaia di famiglie costrette a ricorrere a prestiti di vario genere per potere vivere”.

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