Ambiente, l'Istat boccia la Sicilia - QdS

Ambiente, l’Istat boccia la Sicilia

Gioacchino Amato

Ambiente, l’Istat boccia la Sicilia

giovedì 15 Dicembre 2016

Rapporto Bes (Benessere equo sostenibile) dell’Istat: l’indice green della Sicilia è il più basso d’Italia. Balneabilità al 58%, energia da rinnovabili al 24% e a Palermo 64 sforamenti Pm10

PALERMO – Ci sono ombre lunghe e inquietanti sui valori ambientali siciliani esaminati dall’Istat.
Nella quarta edizione del rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) che offre, nel suo complesso, un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il Paese, attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini. Lo studio, pubblicato ieri, affronta nel capitolo ambientale alcuni degli storici crucci dell’Isola: dalle rinnovabili alla fruibilità del patrimonio naturale e ottiene un indice complessivo, chiamato “composito ambientale, che risulta essere il più basso d’Italia. 
Nemmeno il bilancio nazionale è propriamente positivo: vi è ancora una forte “disparità nell’ampiezza e nell’intensità delle risposte alle problematiche di salvaguardia dell’ambiente – ha scritto l’Istat –, in gran parte riconducibili ad azioni tese all’adeguamento a normative europee e al governo di specifiche emergenze ambientali”.
Le buone notizie arrivano dalla disponibilità di aree verdi urbane accessibili, dalla crescita della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili (anche se nell’ultimo anno si è registrato un calo) e dalla contemporanea contrazione delle emissioni di gas serra e del consumo di materiale interno. Le criticità più diffuse restano sul fronte dei rifiuti e delle infrastrutture idriche non sempre all’altezza.
Il primo tema affrontato riguarda la balneabilità delle coste che, nel 2015, ha riguardato il 66,5% dei tratti di mare nazionali. Un terzo (33,5%) è risultato invece “non adibiti alla balneazione” in quanto zone destinate ad attività particolari che ne “escludono l’idoneità o aree a rischio per la salute del bagnante per motivi igienico-sanitari o di sicurezza”. In Sicilia la quota di balneabilità si colloca al 58,6%, presentandosi discretamente in ritardo rispetto ai valori delle altre regioni e piazzandosi al penultimo posto nazionale per incidenza della costa non adibita alla balneazione.
La produzione di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili è un altro grande cruccio di un’Isola che avrebbe potenzialità immense, eppure continua ad avere numeri assai limitati. La percentuale di rinnovabili sul totale dei consumi interni è pari al 23,7%, un dato inferiore di sei punti percentuali rispetto alla media nazionale (33,1%). Risultano addirittura in eccesso i valori di Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, perché evidentemente producono più di quanto richieda la domanda intera.
Non mancano i noti valori relativi ai mali atavici dell’Isola col trattamento delle acque reflue fermo al 40,2%, qualità dell’aria urbana con 64 superamenti registrati relativi al valore limite giornaliero per il Pm10 nel capoluogo di regione, e oltre 7.488 siti contaminati (senza considerare i 4 siti di interesse nazionale) che rappresentano il 7,7% dell’intero dato nazionale (96.160). Senza dimenticare i rifiuti (84,3% di conferimento in discarica dei rifiuti urbani) e il valore dedicato alla “soddisfazione per la situazione ambientale” che resta il secondo più basso d’Italia col 56,1.
A confezionare il risultato finale ci pensa il “composito ambiente”, un indicatore che mette assieme i valori di depurazione, rifiuti, aree di interesse naturalistico, energia da fonti rinnovabili e la soddisfazione per la situazione ambientale. In questa speciale graduatoria la Sicilia è ultima con 90,2, ben quattordici punti in meno del dato nazionale (104,9). 

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