Guide regionali: una montagna da scalare - QdS

Guide regionali: una montagna da scalare

Rosario Battiato

Guide regionali: una montagna da scalare

venerdì 16 Dicembre 2016

Fa discutere l’avviso pubblico della Regione: per l’iscrizione all’elenco speciale si dà più importanza a requisiti fisici che intellettuali. L’avviso risulta sbilanciato perché concepito a immagine e somiglianza delle guide alpine e vulcanologiche

PALERMO – Gli ambientalisti storcono il naso davanti all’avviso pubblico della Regione siciliana per l’iscrizione all’elenco speciale delle Guide di media montagna (allegato al D.A. n. 3029 del 22/11/2016). Ovvero, contestano le direttive regionali per diventare quelle che un tempo si chiamavano guide naturalistiche o guide Ambientali escursionistiche. In particolare, Natura Sicula ha stilato una serie di osservazioni con lo scopo di suggerire alcune modifiche ai punti critici poiché l’avviso ha suscitato, tra le guide naturalistiche dell’associazione e tra quelle di molte altre associazioni siciliane, non poche preoccupazioni per il declassamento della professione da interprete ambientale a soggetto sportivo, ovvero da lavoro intellettuale a lavoro fisico come evidenzia il presidente di Natura Sicula, Fabio Morreale.
“Pur volendo finalmente risolvere il problema dell’inesistenza di un albo regionale delle guide naturalistiche – dice Morreale – e il conseguente esercizio abusivo della professione, l’avviso risulta sbilanciato perché concepito a immagine e somiglianza delle Guide alpine e vulcanologiche, che hanno lavorato alla stesura dello stesso e che gestiranno le modalità e le quote di iscrizione. Il loro conflitto di interessi è sufficiente a non poter escludere che possano esercitare le mansioni in maniera clientelare. L’avviso inoltre ha una visione assai difforme della professione rispetto alla realtà e alla legge regionale n. 8/2004 e D.A 161 che finora l’ha regolamentata; sembra che la guida naturalistica sia diventata uno sportivo in gara di velocità con gli escursionisti committenti”.
All’art. 4 si prevede che la Commissione di valutazione sia composta da 6 membri di cui 3 appartenenti al Collegio Regionale delle Guide alpine e vulcanologiche della Sicilia. “Sarebbe opportuno avere una Commissione composta da un numero dispari di soggetti con ornitologi, etologi, botanici, zoologi, geologi, etnologi ed espressioni di altre associazioni impegnate nella formazione – aggiunge il referente di Natura Sicula – i componenti delle Guide alpine e vulcanologiche non possono rappresentare la metà dell’intera Commissione perché in tal modo sarebbero sempre o a un soffio dalla maggioranza, o al blocco di ogni proposta se non condivisa dalla loro corporazione. Si ricorda che le Guide alpine e vulcanologiche, se l’avviso dovesse rimanere invariato, si troveranno a valutare futuri “colleghi” verso i quali potranno applicare, a norma di legge, criteri di valutazione molto soggettivi e discutibili”.
All’art. 9 le prove attitudinali sono eccessivamente legate alle capacità fisico-motorie dei candidati piuttosto che a quelle della comunicazione, della conoscenza, della interpretazione dei fattori naturali, etnologici, geologici come evidenziano gli ambientalisti. “Non è prevista una giusta media tra le conoscenze e le prestazioni fisiche. L’esame chiede al candidato la capacità di completare un sentiero con 1000 m di dislivello entro un tempo massimo, o di affrontare 600 m di dislivello in un’ora con prove di resistenza, regolarità e orientamento – dice Morreale – tutte prove concepite per il vulcano Etna al quale le Guide alpine e vulcanologiche hanno riservato esclusivamente i loro interessi. Ma la Sicilia naturalistica non è solo Etna; si pensi alla riserva costiera di Vendicari, capace di attirare annualmente 400 mila visitatori, e alle numerosissime altre aree protette siciliane in cui l’escursionismo si svolge serenamente, senza comportare troppe performance fisiche”.

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