Tutela ambientale: 100 mln per le aziende del Mezzogiorno - QdS

Tutela ambientale: 100 mln per le aziende del Mezzogiorno

Rosario Battiato

Tutela ambientale: 100 mln per le aziende del Mezzogiorno

mercoledì 28 Dicembre 2016

Decreto Mise: agevolazioni per le imprese “energivore” che riducono i consumi e le emissioni di gas. Il beneficio riguarda cinque regioni: Sicilia, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria

PALERMO – Ci sono 100 milioni  di euro di agevolazioni a disposizione di imprese che realizzano programmi di sviluppo per la tutela ambientale (con l’esclusione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione) in cinque regioni italiane. Tra queste ultime c’è anche la Sicilia, che si trova in compagnia di Basilicata, Campania, Calabria e Puglia. Lo rivela il decreto del 7 dicembre del ministero dello Sviluppo economico che è attualmente in fase di registrazione presso la Corte dei Conti e quindi non ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
La dotazione finanziaria è a valere sull’Asse IV del Pon “Imprese e competitività” 2014/2020 e serve per “consentire la riduzione dei consumi energetici – riportiamo dal testo del decreto – e delle emissioni di gas climalteranti delle imprese e delle aree produttive”.
Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese di qualsiasi dimensione, purché rientrino in settori ben specifici che vengono identificati come “energivori”, cioè particolarmente affamati di energia.
Il dettaglio di queste imprese è presente all’interno del decreto sulla base della classificazione Istat delle attività economiche. Tra questi rientrano le attività estrattive, la fabbricazione di coke e la produzione di derivati dalla raffinazione del petrolio, prodotti chimici, la produzione di grassi vegetali e animali, del legno e più in generale l’industria pesante come la metallurgica. In questo insieme rientrano anche le industrie che si occupano di processi lavorativi del legno, del vetro, e anche l’industria del cemento, del calcestruzzo, della calce e del gesso. Non mancano nemmeno le imprese che si occupano di forniture di acqua, energia elettrica, gas e quelle che lavorano nella gestione dei rifiuti. Potranno beneficiare dell’agevolazione anche le imprese qualificate come “a forte consumo di energia” e rientranti nell’elenco istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea).
L’articolo 3 del decreto presenta le spese ammissibili che, richiamando l’articolo 29 del decreto del Mise del 9 dicembre 2014 – Contratti di Sviluppo, specifica il riferimento degli interventi limitatamente a quelli strettamente necessari per soddisfare gli obiettivi ambientali: suolo aziendale e sistemazioni, opere murarie impianti e attrezzature per ridurre o eliminare l’inquinamento, programmi informatici, mentre per le sole Pmi sono ammissibili anche spese e consulenze relative al progetto di investimento per adattare i metodi di produzione. Le azioni devono essere essere indirizzate alla maggiore tutela ambientale, all’ottenimento anticipato di nuove norme Ue, all’efficientamento energetico e al riciclaggio dei rifiuti. I costi agevolabili corrispondono “ai costi di investimento supplementari necessari per la realizzazione del progetto di investimento per la tutela ambientale”.
Le domande di agevolazione devono essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – Invitalia a decorrere dal sessantesimo giorno dalla pubblicazione del decreto sulla Guri. Tutti i dettagli per la presentazione della domanda si trovano sul sito Invitalia.it, dove sarà possibile ottenere anche il modello per la presentazione della domanda.

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