Prospettive 2017 crescita e occupazione - QdS

Prospettive 2017 crescita e occupazione

Carlo Alberto Tregua

Prospettive 2017 crescita e occupazione

sabato 31 Dicembre 2016

Servono riforme e modernizzazione
 

Nessuno parla dell’India, che è diventato il Paese con la maggiore crescita annuale di Pil, perfino superiore a quella della Cina. In 25 anni, ha raggiunto il quinto posto nella classifica mondiale del Pil, con una media del 7% annuo, altro che lo zerovirgola italiano!
Com’è potuto accadere che una nazione a economia agricola si sia trasformata così rapidamente in un Paese a economia emergente? è vero che l’enorme popolazione indiana, stimata in 1,2 miliardi di abitanti, è seconda solo alla Cina, che ne ha centomila di più, ma non si può non dare atto della rapida crescita e di questa sua capacità di riformare il sistema economico e sociale basato su competenza e professionalità.
Le due tigri orientali, Cina e India, sono un esempio non imitato dall’Europa che, invece, ha una crescita media del Pil modesta, valutata in circa l’1,5%. La grave crisi partita dagli Stati Uniti nel 2007 è stata rapidamente assorbita dal Paese nordamericano, in cui la saggia Amministrazione Obama ha consentito la creazione di 15 milioni di posti di lavoro e la crescita del Pil, in questi ultimi anni, intorno al 3%.

Nel vecchio continente, a parte la Germania – che avendo aumentato fortemente le esportazioni, sia all’interno del territorio europeo sia all’esterno, si è creata un surplus formidabile, riducendo la disoccupazione a un livello fisiologico poco superiore al 4% – tutti gli altri partner arrancano con estrema difficoltà, per la ragione inequivocabile che non hanno fatto per tempo le riforme necessarie a diminuire la lentezza dei processi di modernizzazione.
Lo scenario che si presenta nel 2017 può considerarsi post-crisi. Ora, quei Paesi che hanno governi capaci potranno sfruttare gli elementi favorevoli che si presenteranno.
Il primo fra essi è l’aumento dell’inflazione al 2%. Questo fatto avverrà perché la presidente della Federal reserve, Janet Yellen, ha già proceduto, nel 2016, a due aumenti del tasso ufficiale dello 0,25 cadauno e ha annunciato che nel corso del 2017 vi saranno ancora tre aumenti dello 0,25 cadauno. Cosicché, un dollaro forte, che sta raggiungendo la parità con l’Euro, attrarrà capitali perché verranno maggiormente remunerati, in uno al citato buon andamento della crescita di Pil e occupazione.
 

Vi è un altro fattore che indica la crescita: l’accordo fra i 14 membri dell’Opec, l’associazione dei produttori di petrolio, nonché degli altri che non ne fanno parte, di diminuire il numero dei barili riempiti ogni giorni di circa due milioni, a cominciare dal primo novembre scorso. La conseguenza è che il prezzo è schizzato da 47 a 57 dollari.
I produttori di petrolio hanno comunicato che intendono ulteriormente ridurre la produzione per portare il greggio a un livello di 70/80 dollari al barile.
Vi sono altri elementi che vanno in questa direzione: l’aumento della fiducia dei consumatori e di quella degli investitori, i quali intravedono più sicurezza nell’economia e quindi aumenta l’attrattiva e la convenienza per nuovi investimenti.
Il mercato dei consumi ricomincia a tirare e quindi il cammino delle due gambe (investimenti e consumi) risulterà accelerato.

In questo quadro, la nostra povera Italia è presa dalle beghe di gruppuscoli e personagagi squallidi che tendono a mantenere i propri privilegi a danno della Collettività, con ciò impedendo le indispensabili riforme del sistema economico e di quello politico, nonché l’indispensabile necessità di ribaltare il funzionamento della Pubblica amministrazione da passivo in attivo.
Oggi la Pa è un peso enorme per l’economia italiana. Si dovrebbe trasformare in propulsore. Ma per far questo ci vuole un potere politico forte, onesto e capace: purtroppo, non c’è.
La demagogia e il populismo sono imperanti, giornali e televisioni reggono il moccolo ai propri interessi; dibattiti inutili e pesanti confondono le idee dei cittadini, i quali diventano sempre più ignoranti e perciò succubi di suggestioni che imbonitori, soprattutto politici, inviano attraverso il sistema mediatico, che non ha più lo scopo di informare, ma quello perverso di indirizzare.
E, per ultimo, il quadro desolante della nostra amata Sicilia, pessimamente condotta da chi non ha dignità e non sa cosa sia lo spirito di servizio

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