Cobas/Codir su "salva precari": si tratta di mossa pre-elettorale - QdS

Cobas/Codir su “salva precari”: si tratta di mossa pre-elettorale

Raffaella Pessina

Cobas/Codir su “salva precari”: si tratta di mossa pre-elettorale

mercoledì 04 Gennaio 2017

Il sindacato scriverà al CdM chiedendo di non consentire l’applicazione della norma. Predisposto anche un esposto alla Procura della Corte dei Conti

PALERMO – Il sindacato autonomo maggioritario dei dipendenti regionali Cobas/ Codir si scaglia contro la legge approvata il 28 dicembre dall’Ars, la cosiddetta legge salva precari. Spesso ci si era lamentati che il Consiglio dei ministri impugnasse costantemente tutte le leggi di riforma approvate dall’Assemblea regionale siciliana, e adesso ci si mettono anche i sindacati che hanno minacciato di fare ricorso.
Una nota del Cobas/Codir, definisce un tentativo pre-elettorale quello di “accantonare momentaneamente il 50% dei posti riservati all’esterno per bandire concorsi riservati ai precari. Il sindacato attacca la scelta di creare nuove figure che potrebbero trasformarsi in ulteriore precariato e sottolinea che “il concorso pubblico costituisce la forma generale ed ordinaria di reclutamento per il pubblico impiego e tale regola può dirsi rispettata solo quando le selezioni non siano caratterizzate da arbitrarie ed irragionevoli forme di restrizione dell’ambito dei soggetti legittimati a parteciparvi” (Corte costituzionale, sentenza 6 luglio 2004, n. 205).
Per questo il Cobas annuncia che scriverà al Consiglio dei ministri “diffidandolo dal consentire l’applicazione di norme in contrasto con i più elementari principi della parità dei diritti sanciti dalla Costituzione (5 mila ex precari regionali, laureati e diplomati, accettarono l’area A e B)”. Il sindacato predisporrà, anche un esposto alla Procura della Corte dei Conti per “differenziare e favorire la stabilizzazione del vero precariato a fronte dei soliti raccomandati e portaborse”.
 
Intanto l’ufficio legislativo della Regione ha dato parere positivo per far transitare i 147 iscritti all’albo unico dei lavoratori delle società partecipate in liquidazione (75 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia e i 28 del Cerisdi). Un parere emesso dall’ufficio legislativo e legale della Regione siciliana, su richiesta dell’assessorato all’Economia, che riconosce che i lavoratori dell’albo unico possono essere assunti perché non si tratta in questo caso di assunzioni nuove di personale attinto dall’esterno, vietate dalla legge di stabilità, ma di ricollocazione di personale già in carico di altre società. Con questo parere, il vincolo per l’assunzione è eliminato alla radice.
“Le società partecipate dalla Regione siciliana – è scritto nel parere – per far fronte a carenze di personale, potranno, nel rispetto della sostenibilità finanziaria, accedere al personale iscritto all’albo unico nonché avvalersi del personale confluito da altra società posta in liquidazione, fatti sempre salvi gli equilibri finanziari delle società”.

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