Exploit di Grillo contro la stampa - QdS

Exploit di Grillo contro la stampa

Carlo Alberto Tregua

Exploit di Grillo contro la stampa

venerdì 06 Gennaio 2017

Testo dei Doveri del giornalista

Beppe Grillo con il nuovo Codice etico, pubblicato in rete ed approvato dagli internauti con il 91% dei consensi, pari ad un terzo degli iscritti (non quindi la maggioranza), è di fatto diventato come il Papa: monarca assoluto.
Egli può decidere se l’Informazione di Garanzia, denominata dagli ignoranti Avviso di garanzia, debba costituire incolpamento di un iscritto, oppure no.
È vero che si circonda di un gruppetto di sudditi, chiamati probiviri; è vero che il giovane Davide Casaleggio è una testa pensante e di fatto governa tutto il sistema; però, secondo il Codice etico, l’ultima parola spetta a Lui, padrone assoluto del blog, fonte di ogni azione di tutto il Movimento Cinque stelle.
È vero, d’altro canto, che quasi tutto il circo mediatico è contro l’M5s, salvo il Fatto Quotidiano, che si è schierato apertamente a suo favore, così contribuendo al proprio conto economico con una vendita media di 45.000 copie al giorno e un successo notevole del sito, governato brillantemente da Peter Gomez.
La professione di Grillo, quella del comico satirico, lo ha abituato a rappresentare la realtà per iperboli; cosicché ha voluto portare all’opinione pubblica l’immagine della giuria popolare, composta da cittadini, che dovrebbe giudicare i giornalisti, rei di trasmettere informazioni sbagliate sul suo Movimento e sui suoi personaggi.
I leader come Di Maio, Fico e Di Battista, cosa facevano prima di assumere ruoli importanti come quelli di vice presidente della Camera, di deputati o di senatori? Quale reputazione avevano presso i cittadini normali? Cosa hanno realizzato di concreto nella loro giovane vita?
Largo ai giovani si dice, certo, ma quelli bravi, preparati, in possesso di competenze, capaci di realizzare progetti che producano ricchezza e occupazione, che pagano le imposte e contribuiscono al benessere della Comunità, non ai quisque de populo.
Non sappiamo se i tre citati personaggi abbiano i requisiti prima indicati. Leggendo i loro curricula, non sembra proprio che godessero di una qualche particolare reputazione.
Pontificare è facile, realizzare alcunché molto difficile. Inutile prendere come esempio la solita Virgina Raggi, che si è persa nel Mare Magnum di Roma Capitale.
 
Detto ciò, però, non si può fare una difesa d’uffcio della categoria dei giornalisti. è sbagliato sparare nel mucchio, ma altrettanto sbagliato dire che sono tutti bravi e onesti.
Proprio per questa ragione, l’Ordine nazionale dei giornalisti ha ritenuto di pubblicare il 19 febbraio 2016 il “Testo unico dei doveri del giornalista”, approvato il 27 gennaio 2016, che si trova sul sito e che tutti gli esimi colleghi iscritti all’Albo dovrebbero imparare a memoria, mentre molti non l’hanno neanche letto.
Fra i 16 articoli, vogliamo evidenziare che il giornalista ha l’obbligo inderogabile di rispettare la verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e buona fede (il Testo richiama l’art. 2 della Legge 69/1963).Poi, il giornalista ricerca, raccoglie, elabora e diffonde, con la maggiore accuratezza possibile, ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti.
Ci chiediamo quanti giornalisti rispettano l’ articolo 2 della legge ordinistica, quanti controllano la fondatezza delle fonti delle informazioni di cui entrano in possesso, quanti scrivono rispettando la dignità altrui.

Il giornalista presta cautela nel diffondere ogni elemento, che possa condurre all’identificazione dei collaboratori dell’Autorità giudiziaria; e soprattutto evita di pubblicare le veline o le notizie trasmesse telefonicamente da uffici giudiziari che cercano la notorietà più che la verità. Cosicché avallano la ormai triste consuetudine secondo la quale l’Informazione di garanzia (comunemente intesa come Avviso di garanzia) coincide con una sorta di presunzione di colpevolezza, anziché di innocenza come prevede la Costituzione.
Soprattutto cura che risultino chiare le differenze fra documentazione e rappresentazione, fra cronaca e commento, fra indagato, imputato e condannato, fra pubblico ministero e giudice, fra accusa e difesa, fra carattere non definitivo e definitivo dei provvedimenti e delle decisioni nell’evoluzione delle fasi e dei gradi dei procedimenti e dei giudizi (art.8 c. 5).
La lettura del Testo unico citato e la sua osservanza integrale è dovere del giornalista, anche per non essere oggetto di facili accuse come quelle di Grillo. I cittadini devono saperlo e diffidare delle informazioni scandalistiche.

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