Buona scuola, si cambia: niente "chiamata diretta" - QdS

Buona scuola, si cambia: niente “chiamata diretta”

Chiara Borzi

Buona scuola, si cambia: niente “chiamata diretta”

mercoledì 11 Gennaio 2017

Firmato l’accordo tra la ministra Fedeli e i sindacati del settore. No al vincolo triennale, sì alla domanda unica di trasferimento

PALERMO – Prima marcia indietro sulla cosiddetta riforma Buona Scuola. Grazie all’accordo firmato il 29 dicembre tra i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal e il Miur, affidato alla neo ministro Valeria Fedeli, è in procinto di scompire la “chiamata diretta”, ovvero l’obbligo per i dirigenti scolastici di scegliere a propria discrezione uno o più docenti per potenziare l’organico scolastico; scompare quindi  il vincolo triennale e viene introdotta la domanda unica di trasferimento. I presidi, o super presidi così come erano stati definiti “causa” l’approvazione della legge 107/15, tirano un sospiro di sollievo perché verrà meno l’indispensabilità di potenziare gli organici in maniera discrezionale, dunque minando la collegialità del sistema scolastico.
“Non nascondiamo la nostra soddisfazione per quest’abolizione – ha dichiarato la segretario generale Flc Cgil Sicilia Graziamaria Pistorino -. Noi sindacati del Sud abbiamo subito le pene dell’inferno a causa del famoso algoritmo, fattore che ha prodotto 8 diverse fasi di movimentazione, tra queste possiamo considerare anche la “chiamata diretta”, definita tra l’altro senza la sottoscrizione dei sindacati e dunque motivo di scontro. È stato fino ad oggi inesatto definire i dirigenti degli istituti degli “sceriffi” – spiega Pistorino – perchè loro stessi hanno subito disposizioni volute dal Miur che hanno messo a disposizione cattedre che non corrispondevano ai bisogni effettivi della scuola. Ci vuole maggiore rispetto per l’organizzazione scolastica dei docenti”.
Il nuovo accordo porta una nuova mobilità per maestri e professori. “Stiamo cercando di recuperare quel che la legge 107/15 ha tolto – ha dichiarato, esprimendo soddisfazione per l’accordo, la segretario Cils Scuola Francesca Bellia -. è bene precisare però che al momento è in essere solo un atto d’indirizzo che dovrà essere declinato nel contratto dei docenti. Ed inoltre – spiega la segretario – non possiamo parlare ancora di eliminazione della “chiamata diretta” perché questo sarà tema di un altro incontro. è certo però che il provvedimento non è piaciuto agli stessi presidi, che spesso non l’hanno nemmeno messo in atto. La Cisl sta facendo una forte pressione rispetto la possibilità di attivate il tempo pieno nelle scuole siciliane, un fatto che non restituirebbe solo qualità al sistema scolastico , ma creerebbe posti di lavoro per i professori siciliani”.
Sulla stessa linea dei due sindacati ascoltati è la Uil, che tramite il segretario Claudio Parasporto ha messo di nuovo l’accento sulla mobilità riformata: “è stato dato il via ad un nuovo sistema che permetterà ai docenti di spostarsi indifferentemente su tutto il territorio, sia all’interno della provincia che a livello interprovinciale, così come sarà possibile spostarsi direttamente da scuola a scuola, da ambito a scuola, da scuola ad ambito. Di particolare rilievo per gli insegnanti siciliani è l’annullamento del vincolo triennale di permanenza nella provincia d’immissione in ruolo: grazie all’intesa, tutti potranno presentare istanza di trasferimento”.
Sul futuro della scuola italiana pesa la nuova chance politica che il Pd ha potuto darsi con l’insediamento del Governo Gentiloni, nuova formazione consapevole di dover rivedere alcuni provvedimenti che hanno creato molto malumore nel mondo scolastico. I sindacati in particolare hanno evidenziato lo spirito non a caso collaborativo della neo ministra Valeria Fedeli, ex sindacalista, che si è così espressa a margine degli accordi raggiunti: “La firma dell’intesa, in una nuova logica di rapporti sindacali vuole e deve rappresentare una piena assunzione di responsabilità per tutti, per il bene comune della scuola, una responsabilità che dovrà trovare attuazione con la firma dei contratti e del testo unico”.

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