Sicilia, antisismica all'anno zero - QdS

Sicilia, antisismica all’anno zero

Chiara Borzi

Sicilia, antisismica all’anno zero

venerdì 13 Gennaio 2017

Si è svolto a Catania un incontro organizzato da Ance insieme all’Ordine degli ingegneri e degli architetti. “Le abitazioni non sono monumenti, la conservazione totale è una chimera”

CATANIA – In Sicilia l’antisismica è all’anno zero, o poco più. Tantissima teoria, anche all’avanguardia, è accompagnata da altrettanta incapacità ad avviare vere azioni di prevenzione, di progetti che in tutta la Sicilia dovrebbero mettere in sicurezza un’intera regione a rischio sismico.
 
Si è svolto a Catania un incontro organizzato da Ance, Ordine di Ingegneri e Architetti, a cui ha preso parte anche la Protezione civile con il direttore generale Calogero Foti e il sottosegretario Mipaaf Giuseppe Castiglione, in cui si è evidenziato il bisogno di intervenire realmente sul territorio. “E’ tempo di agire – ha dichiarato Paolo La Greca, docente all’Università etnea e presidente di Inu Catania – perché gli studi ci hanno detto tutto su come muoverci. Catania è una città ad elevatissimo rischio sismico, in Giappone, ad esempio, l’indice di è ridotto perché tutti gli edifici sono sostituiti ogni 20 anni. Le abitazioni non possono essere considerate come monumenti, la conservazione totale è una chimera e le Sovrintendenze dovranno farsene una ragione”.
Dunque la prospettiva è quella di dover ripensare, se necessario, le città in toto. “A Catania ci sono molti spazi liberi – ha evidenziato Giuseppe Scannella, presidente dell’Ordine degli Architetti di Catania – e a questa città potrebbe spettare il compito di sostituire intere parti interne realizzandole con secondo i criteri delle città verdi europee”.
Per costruire o ricostruire servono fondi, ma dati alla mano sappiamo che in Italia si è sempre investito poco sulla prevenzione, esattamente 122 miliardi (tra lire ed euro) in oltre 40 anni, dal 1968 al 2012. Ci sono strumenti come il sisma bonus, ma si faccia caso alla rarità con cui a pochi mesi dal sisma del Centro Italia si parli addirittura poco di Casa Italia, il progetto del Governo Renzi dedicato anche alla prevenzione. La tendenza a dimenticare i fatti spiacevoli e l’assenza di denaro chiedono sia avviato un nuovo percorso, che metta preferibilmente al centro costruttori, professionisti e cittadinanza.
“Dando lavoro ai professionisti del settore si crea un sistema produttivo che porta occupazone, fiscalità allo stato e sicurezza ai cittadini – ha analizzato Santi Cascone, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania – si passa solo così da una condizione passiva ad uno veramente attiva nella prevenzione”.
Al cittadino che si sottrae al compito di adeguare la proprietà potrebbe valere in futuro un obbligo simile a quello imposto oggi secondo l’articolo 1128 del codice civile. “L’articolo 1128 stabilisce in merito al perimento totale o parziale dell’edificio – ha spiegato ancora Paolo La Greca – che se l’edifico perisce parzialmente, il condomino è tenuto a concorrervi per quel che concerne i propri diritti sullo stabilimento”.
L’intenzione è che possa essere introdotto un articolo 1128 bis che agisca per gli interventi di adeguamento, garantendo così il contributo di tutti.

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