Solo “gov.it” per identificare siti di pubblica amministrazione - QdS

Solo “gov.it” per identificare siti di pubblica amministrazione

Antonio G. Paladino

Solo “gov.it” per identificare siti di pubblica amministrazione

martedì 08 Dicembre 2009

Questo dominio assicura “riconoscibilità, usabilità e accessibilità” al cittadino. Direttiva Brunetta per ridurre i siti della P.a. e migliorarne la qualità

ROMA – Siti e portali internet della pubblica amministrazione dovranno essere identificati esclusivamente con il dominio “gov.it”. Pertanto, le amministrazioni pubbliche, qualora intendano mantenere attivi tutti i siti internet istituzionali sinora registrati senza tale dominio, dovranno provvedere all’integrazione in tal senso nel più breve tempo possibile, eliminando, al contempo, tutti i siti attivati sino ad oggi, non più ritenuti utili, affinché non siano raggiungibili dai cittadini né direttamente né per il tramite dei motori di ricerca.
è quanto messo nero su bianco nella direttiva n.8/2009 del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, con la quale si intende operare una drastica razionalizzazione dei siti web delle pubbliche amministrazioni così da migliorare i servizi e le informazioni che vengono rese al cittadino attraverso la comunicazione internet.
Da anni, ormai, uno dei principali strumenti che le amministrazioni pubbliche utilizzano per “veicolare” le informazioni ed i servizi resi ai cittadini è quello del sito web istituzionale. Ma fino ad oggi, si legge nella direttiva, la loro realizzazione “è nata dalla singola iniziativa con modalità spesso eterogenee”. Il ministro Brunetta si riferisce soprattutto al fatto che in questi anni si è verificata la registrazione e la creazione di siti web per specifici progetti che non hanno avuto una correlazione col sito internet istituzionale della pubblica amministrazione. Senza dimenticare il fatto che la p.a. creatrice del sito non ha poi provveduto alla rimozione del sito anche dopo la chiusura del progetto o dell’iniziativa. Inoltre, molti siti web che hanno visto la luce in questi anni non sempre sono “immediatamente identificabili” con l’amministrazione pubblica che lo ha realizzato. Infine, Brunetta lamenta che oggi vige l’assenza di regole e di criteri per il trattamento dei contenuti da dichiarare obsoleti. Cosicché il cittadino spesso si imbatte in pagine internet su siti pubblici che non sono né validi né aggiornati. Pertanto, è lo scopo della direttiva, occorre fissare delle regole in merito al corretto uso della rete da parte delle amministrazioni pubbliche.
Un primo paletto, quello fondamentale, è che tutte le amministrazioni pubbliche che intendono “essere presenti” su internet dovranno dotare il proprio sito del dominio “gov.it”. Questo dominio costituisce l’unico punto di “riconoscibilità, usabilità e accessibilità” in quanto permette al cittadino di rendersi immediatamente conto che si trova davanti ad un sito della pubblica amministrazione.
Ne consegue che tutte le amministrazioni dovranno al più presto effettuare una ricognizione dei siti che intendono mantenere attivi (cioè rintracciabili sulla rete) e provvedere alla loro iscrizione con il dominio “gov.it”. L’obiettivo è quello di sviluppare, promuovere e diffondere un accesso diretto, semplificato e qualitativamente valido alle informazioni che, attraverso il mezzo telematico, vengono rese all’utenza. Al contempo, tutti i vecchi siti internet, per i quali le stesse amministrazioni pubbliche proprietarie non ritengono più opportuno il loro mantenimento, dovranno essere cancellati, così da non permettere il loro raggiungimento da parte dei cittadini, né direttamente né attraverso i motori di ricerca più diffusi. Le p.a. dovranno rendere noto al dicastero della Funzione Pubblica l’elenco dei siti che intendono dismettere.

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