Scuola e mobilità in Sicilia. La carica dei diecimila - QdS

Scuola e mobilità in Sicilia. La carica dei diecimila

Michele Giuliano

Scuola e mobilità in Sicilia. La carica dei diecimila

mercoledì 18 Gennaio 2017

Tanti docenti proveranno a fare ritorno in Sicilia dopo il trasferimento. Dubbi sull’algoritmo del Miur che ha fissato i criteri

PALERMO – Una corsa a far ritorno a casa. Quantomeno più vicini possibili. Una vera e propria marea di docenti siciliani che, dopo le ultime rivoluzioni che hanno riguardato la categoria e che li hanno spinti ad emigrare fuori dalla regione per conquistare una cattedra a tempo indeterminato, adesso sperano di fare ritorno. C’è infatti grande attesa proprio in Sicilia per il negoziato sulla mobilità nella scuola, la cui apertura è imminente e che dovrà approdare al contratto integrativo. Nel 2016 il processo di mobilità, da e per la Sicilia, ha riguardato 15.075 docenti dell’isola, 9.718 dei quali sono stati costretti a partire (5.359 gli arrivi).
Secondo le stime della Flc Cgil Sicilia, sono circa 10 mila i siciliani che nel corso di quest’anno proveranno a tornare a casa. “Si apre ora per il personale della scuola – sostiene Graziamaria Pistorino, segretaria generale Flc Sicilia – la possibilità di tornare a un percorso trasparente e chiaro, dopo la drammatica vicenda del misterioso algoritmo, oggetto tutt’oggi di un ricorso al Tar”. Al nuovo ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli, il sindacato chiede di “portare l’orario della scuola primaria ad almeno 30 ore, per favorire recupero e approfondimento e dare una prima risposta per contrastare la dispersione scolastica; di rivedere le tabelle di personale Ata, in modo da coprire l’effettivo fabbisogno nelle scuole, con un contestuale piano di assunzioni e l’istituzione della figura dell’assistente tecnico nel primo ciclo; di estendere il potenziamento della scuola dell’infanzia e di garantire la continuità didattica agli alunni con handicap, trasformando i posti di sostegno in deroga in posti di organico di diritto”.
“Se, ad esempio – rileva la dirigente sindacale –, le 4.606 cattedre di sostegno, assegnate in via provvisoria nel 2016, fossero, anche in parte, disponibili per i trasferimenti, si potrebbe garantire la continuità di docenti titolari agli alunni siciliani in grave situazione di handicap”.
La responsabile della Flc regionale ricorda anche la drammatica ultima estate, vissuta dagli insegnanti siciliani per la mancanza di posti al Sud e per il diabolico meccanismo in otto fasi per i trasferimenti, ora diventate due. Se, ancora una volta, non si affronterà il tema dei posti disponibili per i rientri, ci sarà un’altra estate di passione. “Invece – aggiunge la Pistorino – è tempo che si dedichi un’attenzione particolare alla scuola, soprattutto a quella siciliana, stretta tra difficoltà strutturali, che riguardano mense e trasporti, e finanziarie. Sono problemi collegati tutti da affrontare, e tra questi, c’è la questione doverosa di offrire stabilità agli alunni, ottimizzando anche l’istituto delle assegnazioni provvisorie, favorendo la scelta di più province in subordine a quella del comune di ricongiungimento, così com’è avvenuto per la mobilità nell’intesa del 29 dicembre: più i docenti sono vicini alla propria sede, più facile diventa garantire la continuità del servizio”. Inoltre la Flc Cgil rilancia sul tema dell’aumento del tempo scuola, come equa possibilità di garantire il diritto allo studio ai ragazzi e assieme maggiori possibilità di lavoro ai docenti siciliani. “I diritti dei lavoratori della scuola e quelli degli studenti sono collegati – aggiunge la sindacalista -: parliamo della qualità e della quantità del tempo che si trascorre a scuola e del diritto educativo basato sulla continuità, sulla professionalità e sulla specializzazione”.

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