Infrastrutture digitali, la Sicilia resta indietro - QdS

Infrastrutture digitali, la Sicilia resta indietro

Rosario Battiato

Infrastrutture digitali, la Sicilia resta indietro

giovedì 19 Gennaio 2017

Negativi i dati Istat sulla diffusione della banda larga: la Sicilia è ultima nella classifica italiana insieme alla Calabria. Ma la Regione ha sottoscritto negli ultimi anni sette accordi per la rete, di cui l’87% sono completi

PALERMO – Arrivano dall’Istat gli ultimi numeri sulla predisposizione delle Regioni all’informazione e alla comunicazione digitale, nonché alla presenza di adeguate infrastrutture digitali. I dati, diffusi tra dicembre e gennaio nei report “Cittadini, imprese e Ict” e “Tecnologia dell’informazione e della comunicazione nella Pa locali”, hanno offerto il quadro su tutti gli aspetti legati al mondo della rete.
La buona notizia è che tutte le Regioni d’Italia hanno un ufficio specifico dedicato all’Ict (Information and communications technology). Nel Mezzogiorno, in particolare, il 95,6 % dei dipendenti di Regione ha un accesso a internet (in percentuale sul totale dei dipendenti dei comuni con internet), il 25% si collega tramite provider pubblico e il 100% con tecnologia in banda larga e con velocità di banda larga (velocità almeno uguale a 2Mbit/s).
Si presenta un po’ diversa la situazione relativa alle amministrazioni con intranet e le funzionalità offerte. Nel Mezzogiorno tutte le Regioni hanno servizi di Intranet, ma soltanto l’87,5 % permette di ottenere funzionalità relative alle informazioni, il 50 % per la formazione e la collaborazione. Questi dati sono inferiori alla media nazionale, mentre sul fronte dei servizi e utilità e delle applicazioni operative il dato è completo (100 % delle amministrazioni). Resta in linea con le ultime rilevazioni il dato relativo ai corsi di formazione in Ict che ha visto la sua applicazione nella totalità delle Regioni della fascia settentrionale del Paese.
A livello di Pa siciliana, oltre alle difficoltà delle Amministrazioni comunali di cui abbiamo trattato in due inchieste (“Comuni, il digitale può attendere” del 21 dicembre e “Comuni: servizi alle imprese da Medioevo” del 10 gennaio), anche la Regione non può certo dirsi immune da una certa pigrizia. L’Enea che ha monitorato il sito web della Regione in relazione alle tematiche dell’efficienza energetica sulla base di cinque diversi indicatori, ha fornito uno dei peggiori valori a livello nazionale (Rapporto efficienza energetica del 2016) .
Scendiamo più in dettaglio quando parliamo delle infrastrutture digitali. Secondo l’Istat, anche se rispetto al 2015 è cresciuta dal 66,2 al 69,2 % la quota di famiglie che dispone di un accesso a internet da casa (il 67,4 % dispone di una connessione a banda larga), restano ancora profonde differenze nazionali e regionali.
“A livello europeo, l’Italia si colloca al 19° posto per la diffusione della banda larga con valore pari al 77 %, con un gap di 6 punti percentuali rispetto alla media europea (83 %)”. I siciliani riescono a scivolare ancora più basso, registrando, assieme ai calabresi, il dato di minor diffusione a livello nazionale della banda larga. In Sicilia lo scostamento rispetto alla media nazionale è pari all’8,5 % nel 2016, addirittura in crescita rispetto al -7,1 % dell’anno precedente.

Stando ai dati Infratel
, la società in-house del ministero dello Sviluppo economico e soggetto attuatore dei piani banda larga e banda ultralarga del governo, attualmente c’è ancora lo 0,6% della popolazione siciliana che si trova in una situazione di digital divide. Il 32,80% della popolazione è raggiunto dalla banda superiore a 30 Mb (26,4 % la media nazionale). Negli scorsi anni la Regione ha sottoscritto 7 accordi di programma per migliorare la propria rete digitale e attualmente l’87% delle infrastrutture è già completato.

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