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Palermo – Giustizia, meccanismo a rilento. Carenza di soldi e risorse umane

Luca Insalaco

Palermo – Giustizia, meccanismo a rilento. Carenza di soldi e risorse umane

martedì 08 Dicembre 2009

Sinatra: “Qualsiasi legge richiede dei mezzi e noi non abbiamo nemmeno la carta per fare le fotocopie”. Alla Procura sono ben 16 i pubblici ministeri che mancano all’appello

PALERMO – Mancano le risorse, sia umane che finanziarie. Il grido di dolore che unisce il sistema giustizia non risparmia neanche la Procura di Palermo. Se ben tre Tribunali dell’Isola (Enna, Sciacca e Mistretta) rischiano di chiudere per la mancanza di magistrati e almeno il doppio sono al collasso, nel capoluogo sono ben 16 pubblici ministeri che mancano all’appello, dal momento che all’ultimo concorso bandito dal Csm non è stata presentata neppure una domanda valida. Non va meglio a Termini Imerese, dove il compito di portare avanti le indagini rimarrà sulle spalle di due soli sostituti procuratori. Dati che secondo l’Associazione Nazionale Magistrati “rendono prive di credibilità le proclamazioni d’intento sull’abbreviazione dei tempi dei processi e sul rafforzamento della lotta alla criminalità”.
 
E Palermo, avamposto della lotta alla mafia, è tra le procure sulle quali il cosiddetto “processo breve” avrebbe un impatto devastante. Sempre l’Anm ha stimato che con l’entrata in vigore del disegno di legge sarebbero già prescritti o comunque prossimi alla prescrizione tra il 20 e il 30% dei procedimenti in fase di udienza preliminare e dei dibattimenti in primo grado. Una mannaia. Lo sa bene il sostituto procuratore Alessia Sinatra, che nel capoluogo fa parte del pool di magistrati che si occupa delle “fasce deboli”. “Un pool che conta solo tre magistrati – ha spiegato il Pm, intervenendo qualche giorno fa ad un convegno sulla violenza sulle donne – Certi uffici, del resto, sono coperti da un solo magistrato. In queste condizioni specializzarsi diventa impensabile”.
Chi, come lei, ogni giorno si imbatte in storie di abusi e violenze tra le mura domestiche, trema valutando l’impatto che potrebbe avere il ddl Alfano per tale tipo di giudizio: “Questo tipo di reato richiede tempi di accertamento piuttosto lunghi, che devono essere rispettati. Se si applicasse questa disciplina il maltrattamento in famiglia cadrebbe”. A questo si accompagna la stretta alle intercettazioni caldeggiata dal Governo. Uno strumento, questo, indispensabile nelle indagini per i reati di stalking, secondo la Sinatra, per il cui contrasto è inoltre necessario garantire la copertura finanziaria per assicurare la vigilanza sul rispetto dei divieti di avvicinarsi alle vittime. “Qualsiasi legge – ha detto il magistrato – ha bisogno di risorse, noi invece non abbiamo neppure la carta per fare le fotocopie”.
 

 
Messineo: “Un momento critico che può peggiorare”
 
PALERMO – “Siamo in un momento di forte criticità che non potrà che peggiorare se non si cambia la legge”, ha detto nei giorni scorsi il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, commentando l’assenza di aspiranti Pm per il capoluogo all’ultimo concorso bandito dal Csm. “Questa situazione – ha spiegato – è determinata essenzialmente da due cause: la legge, ora, preclude ai magistrati di prima nomina lo svolgimento delle funzioni monocratiche quali sono quelle dei pm. Quindi un bacino importante da cui si attingeva prima, che era proprio quello dei nuovi entrati in magistratura, non può più essere sfruttato”. “Inoltre – ha aggiunto – è innegabile che la paventata separazione delle carriere disincentivi le domande di trasferimento in Procura. Si teme, infatti, di restare intrappolati per sempre in una carriera”. Meno drammatica è la situazione della Dda dove “su 22 posti ci sono solo due scoperture”.

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