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Palermo – Capitale della cultura 2018, ora serve lavoro di squadra

Gaspare Ingargiola

Palermo – Capitale della cultura 2018, ora serve lavoro di squadra

sabato 04 Febbraio 2017

Il programma dell’Amministrazione: 12 mesi e 7 milioni e mezzo di euro per trasformare il capoluogo. Riqualificazione dei teatri cittadini, miglioramento dei servizi turistici e tanti eventi

PALERMO – Sette milioni e mezzo di euro – come investimento diretto senza considerare i fondi sparsi del Pon Metro e del Patto per Palermo – per far sì che nel 2018, cioè fra dodici mesi, Palermo sia davvero la Capitale Italiana della Cultura. “C’è molto lavoro da fare”, ha avvertito l’assessore Andrea Cusumano durante la presentazione del programma alla stampa. E lo pensano anche gli albergatori, i rappresentanti degli enti e delle associazioni culturali e soprattutto gli artisti. Ci sono teatri in crisi da rilanciare come il Biondo, altri da recuperare come il Montevergini – attualmente occupato – o il Garibaldi, spazi da sfruttare al meglio come ai Cantieri culturali alla Zisa, carenze da colmare nell’ambito della promozione turistica e della comunicazione.
Intanto c’è il milione di premio che il Mibact destina ai vincitori fuori dal Patto di stabilità: sarà investito in borse di studio per scambi internazionali per giovani palermitani che andranno a studiare all’estero e giovani che dall’estero verranno a studiare a Palermo. Anche i 6,5 milioni circa inseriti nel dossier della candidatura non saranno vincolati al patto.
Senza dimenticare che l’anno prossimo arriverà a Palermo la biennale itinerante d’arte contemporanea “Manifesta”, che da sola muoverà oltre tre milioni di investimenti più un milione e mezzo circa in potenziali sponsorizzazioni e la bellezza di 1,5 milioni di visitatori, come accaduto nelle tappe precedenti di San Pietroburgo e Zurigo: “Ma ci accontentiamo anche di 1,3 milioni”, ha commentato con una battuta il sindaco Leoluca Orlando.
Nel dossier si stabiliscono gli obiettivi di “Palermo Capitale”: “realizzazione di un Portale del Territorio che funga da punto di riferimento per diversi ambiti (il patrimonio artistico e monumentale, quello naturalistico e ambientale, le tradizioni e i prodotti eno-gastronomici, le tradizioni culturali, la cultura, le strutture ricettive e di ristoro, gli eventi culturali e ricreativi), con specifici strumenti di navigazione per i cittadini, i turisti, le pubbliche amministrazioni e le aziende; realizzazione di strumenti di socializzazione di eventi e iniziative culturali e di svago, rivolte sia agli organizzatori sia ai potenziali fruitori, in stile “Expo-in-Città”, che consenta ai singoli promotori delle iniziative di disporre di uno strumento di comunicazione in grado di raggiungere in modo unitario i diversi destinatari; messa a sistema delle risorse culturali riguardanti orari e modalità di accesso a teatri, monumenti, strutture sportive, biblioteche e la condivisione dell’accesso al patrimonio librario dell’intera area metropolitana attraverso la realizzazione di un portale unico di prenotazione e di consultazione in grado di mettere a sistema non solo le strutture comunali ma anche quelle scolastiche e universitarie; realizzazione di un sistema di prenotazione dei servizi turistici, in grado non solo di proporre soluzioni tradizionali (trasporto, vitto, alloggio e itinerario) ma anche di valorizzare i prodotti del territorio diventando un vero e proprio portale di marketing territoriale”.
Saranno creati quattro poli culturali: quello teatrale con il rilancio del Montervegini (“Stiamo dialogando con gli occupanti per trovare una soluzione”, ha spiegato Cusumano) e del Garibaldi (all’interno di un itinerario che andrà dalla Kalsa al waterfront passando per piazza Magione e lo Spasimo: per il restauro del plesso monumentale e dell’altare del Gagini è in corso un appalto da quasi 3,5 milioni), la creazione all’interno dell’ex Chiesa SS. Euno e Giuliano di un Teatro municipale di sperimentazione e Performance e di un ufficio per le attività legate a “Manifesta 12”, l’utilizzo della Sala De Seta e della Sala Perriera; un polo espositivo con Gam, Palazzo Ziino, Zac, Ecomuseo del mare e le Botteghe della Zisa (“L’assegnazione dei capannoni ai Cantieri è quasi completata ed entro il 2017 saranno tutti pienamente operativi”, ha assicurato l’assessore alla Cultura); il polo archivistico-bibliotecario con Casa Professa, Biblioteca regionale (ancora scandalosamente chiusa, forse riapre a marzo) e Archivio Storico; e il polo etnoantropologico con Palazzo Tarallo, la Casina Cinese e il Museo Pitrè.
Discorso a parte per il Massimo e il Biondo, che saranno ovviamente parte integrante del progetto, come pure il Festino di Santa Rosalia. A proposito dei teatri, Maurizio Rosso, segretario generale della Slc Cgil Palermo, invita il Comune a far partire subito la macchina organizzativa di concerto con enti e sindacati: “Questa città possiede 16 teatri e solo tre o quattro programmano una stagione. Anche gli altri teatri sconosciuti ai più devono avere vita pulsante propria: chiediamo in questo l’attenzione del governo centrale e il coinvolgimento della classe imprenditoriale. Pensiamo a un ritorno della ‘dolce vita’ palermitana, con una stagione estiva di tre mesi tra teatro della Verdura, Palazzina Cinese, Villa Filippina, gli atri dei palazzi e Castello Utveggio. Pensiamo, ancora, a festival della filosofia e della letteratura, a rassegne teatrali e jazz e a tutte le occasioni di attrazione non solo turistica ma culturale che può offrire questa nomina”.

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