Europa a due velocità per frenare i populisti - QdS

Europa a due velocità per frenare i populisti

redazione

Europa a due velocità per frenare i populisti

mercoledì 08 Febbraio 2017

La strategia di Angela Merkel: “No a club esclusivi preclusi ad altri Stati”

BRUXELLES – Prima l’America, prima il Regno unito, prima la Francia, prima l’Italia. è un fronte che oggi parla la stessa lingua quello del populismo, ma che domani potrebbe dividersi, rinfocolando tensioni che sembravano sanate da anni di cooperazione e rinunce alla sovranità nazionale in cambio di pace e prosperità. Quel mondo fatto di sforzi per creare un equilibrio mondiale, non esente da difetti e storture, rischia di cedere il passo all’egoismo di leader nazionali che stanno letteralmente usando la paura come moneta sonante per raggiungere il potere.
È di questi giorni la minaccia – unica definizione possibile – di Marine Le Pen, leader del Front national in corsa alle presidenziali francesi, all’Unione europea. O si fa come dice lei oppure  fuori dall’Europa entro sei mesi. Dopo il Regno unito, il vento nazionalista che sta soffiando su tutto il Vecchio continente potrebbe cambiare radicalmente l’assetto dell’Unione ad oggi conosciuta.
In questo senso le dichiarazioni di Angela Merkel, tornata sul concetto di “Europa a due velocità”, vanno lette come una strategia ben precisa piuttosto che come una mera concessione alle ultradestre. Insomma, “primum vivere” è la linea dettata da Berlino, magari aspettando che passi la nottata.
“È importante – ha detto la cancelliera tedesca – che a ogni Stato membro sia lasciata aperta la possibilità di collaborare in un nuovo campo”. “Magari – ha proseguito – uno Stato dice, ‘non voglio adesso’. Ma non deve esser possibile che si creino dei club esclusivi, in cui altri non possano entrare. Questa deve essere la base della nostra collaborazione”.
Ieri, però, va segnalata anche l’uscita meno conciliante di Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea, che ha usato un’immagine nitida per chiarire le richieste di Bruxelles alla Gran Bretagna: “è come andare al pub con 27 amici. Se ordini un giro di birra non puoi andare via mentre è in corso la festa, devi almeno pagare il giro che hai ordinato”.
Stando a quanto trapelato, il conto dell’Ue potrebbe costare ai britannici fino a 60 miliardi di euro. Un totale che corrisponde agli impegni già presi da Londra in termini di contributo al bilancio Ue. La Commissione non ha confermato la cifra e Schinas ha spiegato che “è ancora in corso il lavoro tecnico”.
Il Regno Unito non sembra comunque intimorito, tanto che la premier britannica Theresa May ha recentemente ribadito che lancerà la procedura per la Brexit entro fine marzo.

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