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In Sicilia 365.594 imprese attive e le nascite superano i decessi

Paola Giordano

In Sicilia 365.594 imprese attive e le nascite superano i decessi

sabato 11 Febbraio 2017

Unioncamere: il sistema imprenditoriale dell’Isola chiude il 2016 con un saldo positivo: + 3.897. A livello provinciale al primo posto Ragusa (+1,29%), Catania la peggiore (+0,21)

CATANIA – Anche nel 2016 il numero delle “nascite” in Sicilia ha superato quello dei “decessi”. A fronte delle 22.590 aziende isolane che hanno cessato la propria attività, sono state 26.487 le nuove iscrizioni. Ciò vuol dire che il sistema imprenditoriale siciliano ha chiuso lo scorso anno registrando un saldo positivo che, numeri alla mano, è tra i migliori d’Italia: + 3.897. Meglio di noi solo il Lazio (+ 11.264), il Molise (+ 8.901), la Lombardia (+ 6.535) e la Puglia (+ 4.134). È quanto emerge dai dati del Registro delle imprese per l’anno 2016, dai quali si ricava che, grazie a tale risultato, la rete delle aziende isolane al 31 dicembre è arrivata a contare ben 456.072 imprese registrate (365.594 quelle attive).
La fotografia scattata da Unioncamere e InfoCamere mostra che il tessuto imprenditoriale siciliano continua, seppur lievemente, a crescere: + 0,86 per cento nel 2016 contro lo 0,82 per cento dell’anno precedente. Un incremento superiore alla media nazionale (+ 0,68 per cento) e, addirittura, più alto rispetto a quello registrato da regioni economicamente forti come la Lombardia (+ 0,69 per cento) o il Veneto (+ 0,07 per cento). Nel classifica regionale sorprendono, in negativo, i segni meno davanti alle cifre ottenute dalle cugine settentrionali (Piemonte – 0,12 per cento; Valle d’Aosta – 0,29 per cento; Friuli-Venezia Giulia – 0,77 per cento; Emilia-Romagna – 0,32 per cento). Buono, invece, il trend registrato dalle regioni centro-meridionali: il Lazio ha registrato la crescita più sostenuta sia in termini percentuali (+ 1,77 per cento) che assoluti (con ben 11.264 nuove aziende iscritte nel 2016); seguono la Basilicata, che è cresciuta dell’1,7 per cento, e la Campania (+ 1,56 per cento).
E non è tutto. Analizzando nel dettaglio la graduatoria contenente i dati provinciali, si nota che il bilancio è attivo per tutte le nove province siciliane, anche se non tutte e nove hanno riportato dati incoraggianti. Caltanissetta, Enna e Catania, pur essendosi piazzate a metà della classifica (rispettivamente in 42^, 54^ e 58^ posizione), hanno registrato tassi di crescita inferiori alla media nazionale. La provincia etnea, la peggiore tra le siciliane, è cresciuta soltanto di un modesto + 0,21 per cento, mentre quella di Enna davanti al segno più ha ottenuto solo uno 0,38 per cento. Più vicina al dato nazionale la provincia nissena che, con il suo + 0,63 per cento, manca di pochi centesimi la media italiana.
Migliori i numeri delle altre sei siciliane: la provincia aretusea ha registrato un tasso di crescita dello 0,95 per cento e si è piazzata al 30° posto; Palermo è, con il suo un per cento tondo tondo, 28^, mentre all’antica Girgenti è bastato uno 0,07 per cento in più rispetto al capoluogo di Regione per conquistare il 26° posto a livello nazionale e la medaglia di legno tra le province siciliane.
Se tra le italiane è risultata 22^, a livello isolano la provincia di Trapani, con il suo + 1,16 per cento, ha conquistato il terzo gradino del podio. Messina e Ragusa, infine, rientrano tra le prime venti province con il tasso di crescita più alto (rispettivamente al 18° e al 14° posto) portando a casa i due migliori risultati siciliani: + 1,24 per cento la provincia sullo Stretto, + 1,28 quella iblea.
Ad aprire la classifica nazionale è la provincia di Nuoro, che ha registrato una crescita del 2,09 per cento. Seguono Roma (+ 2,08 per cento) e Napoli (+ 1,94 per cento). Chiudono il cerchio Gorizia (- 1,48 per cento), Ravenna (- 1,60 per cento) e Rovigo (- 2,60 per cento).
I risultati ottenuti a livello regionale e provinciale dalla Sicilia fanno, dunque, ben sperare sul futuro del settore imprenditoriale isolano. La strada per il rilancio, però, è ancora lunga.

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