“Il 2016 è stato il migliore anno della mia vita professionale. Infatti, la nostra direttrice esecutiva Phumzile Mlambo-Ngcuka ha ottenuto il ruolo di presidente del Global Migration Group per il 2016, e UN Women ha fatto un ottimo lavoro di advocacy che ha portato all’attenzione dei capi di Stato e di governo di tutto il mondo l’importanza di prestare attenzione al ruolo, ai bisogni, alla voce ed alla leadership delle donne migranti.
L’obiettivo per i prossimi due anni è quello di assicurare la stessa attenzione alle donne ed alle tematiche di genere nel global compact per una migrazione sicura, regolare e ordinata che I leader globali vorrebbero adottare nel 2018, dopo una fase di lavoro tecnico ed alcuni mesi di negoziato intergovernativo”.
“Da ragazzo ho sempre sognato due cose: partecipare alle olimpiadi e poi lavorare per l’ONU. Il primo sogno sembra essere sfumato, ma sono felice di aver coronato il secondo. Lavorare per l’ONU mi riempie d’orgoglio, ma mi carica anche di una grande responsabilitá ad operare sempre per il bene di tutti i cittadini del mondo”.
“Ho avuto occasione di conoscere siciliani trentenni con brillanti carriere da ricercatori, cuochi, manager, ingegneri e molto altro. Spero che la Sicilia dei prossimi anni sia caratterizzata da una circolazione di talenti che la arricchisca piuttosto che da una perdita dei nostri talenti che vanno a cercare fortuna all’estero”.
“Viviamo in un mondo globalizzato e credo formarsi all’estero sia fondamentale. Incoraggerei tutti i miei coetanei ad scoprire la bellezza della diversitá delle societá in giro per l’Europa ed il mondo. Mi ritengo fortunato per essere cresciuto in un’isola meravigliosa, che mi ha dato tantissimo; tuttavia, soltanto vivendo fuori dalla Sicilia ne ho colto la bellezza nel senso piú profondo, ed ho scoperto i suoi punti di forza ma anche le sue debolezze, che forse sono anche le mie”.
“Torno in Sicilia almeno un paio di volte all’anno, eppure mi mancano talmente tante cose che per questioni di spazio mi limito ad una: l’approccio alla vita, il riuscire a combinare la leggerezza nel rassegnarsi serenamente al proprio destino (“cumu veni si cunta”) con una profonditá emotiva piú unica che rara, soprattutto nei rapporti umani”.