Fuga dei cervelli: un giovane nisseno all'Onu in qualità di esperto per le politiche migratorie - QdS

Fuga dei cervelli: un giovane nisseno all’Onu in qualità di esperto per le politiche migratorie

Liliana Rosano

Fuga dei cervelli: un giovane nisseno all’Onu in qualità di esperto per le politiche migratorie

giovedì 16 Febbraio 2017

Andrea Milan, 30 anni, lavora a New York come Junior professional officer presso Un Women, ente dell’Onu per la parità di genere. “Viviamo in un mondo globalizzato, formarsi all’estero dà una marcia in più. Vivere fuori dalla Sicilia la fa apprezzare di più”

NEW YORK – Siciliano di nascita, cosmopolita di formazione. Andrea Milan, 30 anni di Caltanissetta, dal 2015 lavora alle Nazioni Unite, a NY, come Junior Professional Officer (JPO) presso UN Women, ente delle Nazioni Unite per la parità di genere e l’empowerment femminile. Si occupa di migrazioni e politiche migratorie. In particolare, offre supporto tecnico ai negoziati intergovernativi ed altri processi globali legati alle migrazioni.
Dopo la laurea in Economia a Ferrara, e varie esperienze di studio e di tirocinio all’estero, Andrea lavora dal 2011 al 2015 per l’istituto per l’ambiente e la sicurezza umana dell’universitá delle Nazioni Unite a Bonn. Nel 2016 consegue un dottorato di ricerca in “Governance and Policy Analysis” all’ Universitá di Maastricht.
Quali sono gli obiettivi che sono stati raggiunti e quelli da raggiungere all’interno di UN Women?
“Il 2016 è stato il migliore anno della mia vita professionale. Infatti, la nostra direttrice esecutiva Phumzile Mlambo-Ngcuka ha ottenuto il ruolo di presidente del Global Migration Group per il 2016, e UN Women ha fatto un ottimo lavoro di advocacy che ha portato all’attenzione dei capi di Stato e di governo di tutto il mondo l’importanza di prestare attenzione al ruolo, ai bisogni, alla voce ed alla leadership delle donne migranti.
L’obiettivo per i prossimi due anni è quello di assicurare la stessa attenzione alle donne ed alle tematiche di genere nel global compact per una migrazione sicura, regolare e ordinata che I leader globali vorrebbero adottare nel 2018, dopo una fase di lavoro tecnico ed alcuni mesi di negoziato intergovernativo”.
Era questa la carriera che avevi sognato da ragazzo?
“Da ragazzo ho sempre sognato due cose: partecipare alle olimpiadi e poi lavorare per l’ONU. Il primo sogno sembra essere sfumato, ma sono felice di aver coronato il secondo. Lavorare per l’ONU mi riempie d’orgoglio, ma mi carica anche di una grande responsabilitá ad operare sempre per il bene di tutti i cittadini del mondo”.
Cosa consigli ai giovani tuoi coetanei che lasciano la Sicilia?
“Ho  avuto occasione di conoscere siciliani trentenni con brillanti carriere da ricercatori, cuochi, manager, ingegneri e molto altro. Spero che la Sicilia dei prossimi anni sia caratterizzata da una circolazione di talenti che la arricchisca piuttosto che da una perdita dei nostri talenti che vanno a cercare fortuna all’estero”.
Quanto è stato importante, nel tuo caso, formarsi all’estero?
“Viviamo in un mondo globalizzato e credo formarsi all’estero sia fondamentale. Incoraggerei tutti i miei coetanei ad scoprire la bellezza della diversitá delle societá in giro per l’Europa ed il mondo. Mi ritengo fortunato per essere cresciuto in un’isola meravigliosa, che mi ha dato tantissimo; tuttavia, soltanto vivendo fuori dalla Sicilia ne ho colto la bellezza nel senso piú profondo, ed ho scoperto i suoi punti di forza ma anche le sue debolezze, che forse sono anche le mie”.
La tua Sicilia, i ricordi, cosa ti manca?
“Torno in Sicilia almeno un paio di volte all’anno, eppure mi mancano talmente tante cose che per questioni di spazio mi limito ad una: l’approccio alla vita, il riuscire a combinare la leggerezza nel rassegnarsi serenamente al proprio destino (“cumu veni si cunta”) con una profonditá emotiva piú unica che rara, soprattutto nei rapporti umani”.

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