Economia del mare, in Sicilia il futuro è blu - QdS

Economia del mare, in Sicilia il futuro è blu

Rosario Battiato

Economia del mare, in Sicilia il futuro è blu

venerdì 17 Febbraio 2017

Le stime dell’Ispra al 2020 per le attività connesse alla blue economy isolana nel rapporto dedicato all’ecosistema marittimo. Il settore dei trasporti marittimi “potrebbe uniformarsi al trend dell’Unione europea e dimostrare una dinamica superiore a quella del Pil italiano nel periodo 2011-2020"

PALERMO – Per l’Europa è la cosiddetta “Blue Growth”, per l’Italia è la crescita blu, che si innesta sull’economia del mare. A livello comunitario impiega 5,4 milioni di persone e genera un valore aggiunto lordo di quasi 500 miliardi di euro l’anno. Dal 2014 è integrata all’interno della Strategia 1 dell’Unione. Quest’ultima riconosce che “i mari e gli oceani rappresentano un motore per l’economia europea – si legge sul portale di riferimento dell’Ue (ec.europa.eu/maritimeaffairs/policy/blue_growth_it) -, con enormi potenzialità per l’innovazione e la crescita, e rappresenta il contributo della politica marittima integrata al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. In vista del primo summit nazionale dedicato al tema – organizzato da Unioncamere per il prossimo 21 febbraio -, vi sveliamo le prospettive del sistema siciliano legato alla blue economy.
A definire il quadro delle attività economiche legate al mare è stata l’Ispra che negli scorsi mesi ha redatto il rapporto “Una valutazione economica degli ecosistemi marini e un’analisi di scenario economico al 2020”. Al centro dello studio l’ambiente marino e la sua conservazione perché “da un lato il mare ospita e supporta attività di diretta rilevanza economica – riportiamo dalla nota dell’Istituto -, dall’altro offre una serie di servizi che, pur non originando transazioni di mercato, contribuiscono comunque alla produzione di benessere”.
Il lavoro si articola in quattro sezioni: rilevanza diretta e indiretta degli ecosistemi marini costieri; scenario di riferimento al 2020 per pesca, turismo e trasporti marittimi; stima dei potenziali costi del degrado dell’ambiente marino attraverso gli effetti che può esercitare su pesca e turismo.
Per quanto riguarda il settore dei trasporti marittimi, l’Ispra spiega che “a fronte di una certa uniformità nella crescita nelle diverse regioni italiane, con Sicilia e Sardegna in particolare evidenza”, si ritiene che “tutto il settore si potrebbe uniformare ai trend dell’Unione europea (+20%) e quindi dimostrare una dinamica superiore a quella del Pil italiano nel periodo 2011-2020 (circa il 13%). Saranno fondamentali in questo senso i benefici derivanti dal progressivo sviluppo delle rotte con le dinamiche economie dell’Asia. Proprio per le due grandi isole del Mediterraneo si prevede un valore produzione nel settore dei trasporti marittimi che tra il 2011 e il 2020 potrà ricevere una variazione superiore al 20%.
Anche per il turismo sembrano esserci grandi opportunità. Il grafico relativo ai tassi di crescita del valore aggiunto del turismo implementati nel modello Cge (Computable generale equilibrium) registra, per il periodo 2011-2020, una crescita di circa il 12% in Italia, con le regioni del Sud, soprattutto Sicilia, Sardegna e Calabria, che mostrano le migliori performance con valori superiori al 20%. In contrazione, invece, lo scenario relativo al settore ittico (pesca e acquacoltura) che si “traduce in un calo complessivo del 6% della produzione nel periodo 2011-2020 con relativa leggera riduzione della quota di valore aggiunto settoriale sul totale”. La Sicilia rientra tra le contrazioni produttive più significative, considerando anche l’elevato valore aggiunto del settore all’interno dell’economia isolana.
L’appuntamento per fare il punto della situazione del variegato mondo legato all’economia del mare si terrà il prossimo martedì a Roma con “Un Mediterraneo piccolo piccolo”, il primo summit sulla Blue Economy Med organizzato da Unioncamere. Previsti, si legge nel comunicato, molteplici “tavoli di discussione elaboreranno progetti mirati su specifiche opportunità che scaturiranno sia dal territorio che dall’analisi delle potenzialità di implementazione della Blue Economy”.

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