Crescono gli animali in città, Comuni inadeguati - QdS

Crescono gli animali in città, Comuni inadeguati

Rosario Battiato

Crescono gli animali in città, Comuni inadeguati

mercoledì 22 Febbraio 2017

Legambiente: solo 45 enti su 390 hanno fornito i dati. Risultati soddisfacenti per Ragusa e Giarre (Ct). Ricollocamento flop per i cani catturati e ultimi posti per la lotta al randagismo

PALERMO – Negli ultimi due decenni il numero di cani e gatti nelle case degli italiani è quadruplicato, mentre i servizi offerti dalle amministrazioni comunali non sono sempre cresciuti in maniera altrettanto costante, soprattutto in Sicilia. È questo il quadro che emerge dal sesto rapporto “Animali in città” realizzato da Legambiente in collaborazione con diverse organizzazioni tra cui l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Per andare all’origine del fenomeno, bisogna fare riferimento all’Anagrafe degli animali d’affezione. Questa struttura è solitamente in capo alle Regioni e l’associazione del Cigno ne ha sintetizzato i dati per offrire il dato quantitativo relativo alla presenza dei cani in città.
Il primo risultato riguarda l’evoluzione, negli ultimi tre anni, del rapporto tra numero di cani e numero di cittadini: la media nazionale è passata da 8,8 del 2013 a 7,19 del 2015, una tendenza che si verifica anche in Sicilia (422mila cani al 10 marzo 2016, da un cane ogni 14,8 a un cane ogni 12,02). L’elaborazione dei dati conferma come “l’anagrafe abbia, in media, la proporzione di un cane quasi ogni quattro cittadini – si legge nel report –, a conferma del range di un cane ogni 3-6 cittadini mostrato dai dati forniti dalle Amministrazioni comunali maggiormente attive, mentre, nel contempo, in tre regioni (Puglia, Calabria e Sicilia) sia ancora lontana un’anagrafe effettiva con proporzioni maggiori più del doppio”.
Anche nello sforzo di controllo del randagismo si confermano notevoli differenze tra le Regioni più attive (287 cani catturati/cittadini in Abruzzo) e quelle meno operative come la Sicilia (6mila ingressi nei canili nel 2015, 836 cani catturati/cittadini). Amministrazioni isolane distratte anche sul fronte del controllo della popolazione felina, dal momento che nel 2015 non risulta che per la Sicilia una sola operazione di sterilizzazione.
In generale, su quattro cani randagi catturati nel 2015 in media tre hanno trovato una felice sistemazione, ma le performance peggiori nel ricollocamento dei cani sono state ottenute nelle regioni del Sud, Trinacria compresa. Il recor negativo lo detiene Giardini Naxos, in provincia di Messina, dove ogni 18 cani catturati solo uno trova una soluzione positiva.
Per affondare ancora di più la lama dell’analisi, Legambiente ha inviato uno specifico questionario composto da 27 domande alle Amministrazioni comunali e un altro da 20 domande per le Aziende sanitarie locali. Le risposte sono state incasellate in quattro macro aree per le prime (quadro delle regole, risorse/risultati, organizzazione/servizi, controlli) e tre per le seconde (risorse/risultati, organizzazione/servizi, controlli). Considerando tutte le macro aree, l’associazione del cigno ha messo assieme complessivamente 34 indicatori per le Amministrazioni comunali e 23 per le Asl, fornendo un dato finale di performance con valutazione complessiva.
A tal proposito, per avere il quadro completo dalla situazione isolana, bisogna consultare la cartina interattiva (legambienteanimalhelp.it/animalincitta/) grazie alla quale scopriamo che soltanto 45 comuni hanno risposto in maniera completa al questionario, 39 in maniera parziale, nessuna risposta dal resto. Delle nove Asp, soltanto Palermo, Caltanissetta, Siracusa e Messina hanno fornito risposte complete.
Veniamo ai risultati. Tra i comuni capoluogo gli unici ad aver fornito risultati completi sono stati Palermo, Messina e Ragusa. Per il capoluogo la performance complessiva vale 16,5 punti e valutazione complessiva “scarsa”. Appena migliore il risultato di Messina con votazione “insufficiente”. Il modello, invece, è Ragusa che registra una valutazione “buona”. Negli altri comuni, in generale, la sufficienza resta un miraggio. L’unica eccezione è Giarre (“buona”) in provincia di Catania. Tra le Asp spicca la valutazione “scarsa” di Siracusa, poi si passa all’”insufficiente” di Caltanissetta e Messina, mentre l’unica “sufficiente” è Palermo.

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