Quando c'è il nulla nell'ipotesi di reato - QdS

Quando c’è il nulla nell’ipotesi di reato

Carlo Alberto Tregua

Quando c’è il nulla nell’ipotesi di reato

mercoledì 22 Febbraio 2017

Pericolose distorsioni mediatiche

È comparso sulla cronaca un battibecco tra due quotidiani: il Fatto Quotidiano e L’Unità. Il primo ha scritto: “Tangenti e favori, c’era pure L’Unità”. Il secondo ha replicato duramente che il titolo tradisce l’articolo e che l’accostamento tra le tangenti e il quotidiano fondato da Antonio Gramsci è malevolo.
C’è un’inchiesta condotta dal pm Henry John Woodcock, autore di tante altre conclusesi negativamente, che ipotizza reati di vario genere e su tale ipotesi il Fatto Quotidiano ci ha marciato.
Eccoci arrivati, dunque, al punto centrale del nostro procedimento penale giudiziario e alle distorsioni che ne hanno fatto alcuni giornalisti poco scrupolosi e pochi Pubblici ministeri.
A scanso di equivoci, sottolineamo che le Procure della Repubblica dei tribunali italiani sono sovraccariche di lavoro con un organico di pubblici ministeri non sufficiente e con un organico di dirigenti e dipendenti amministrativi altrettanto insufficiente. E, aggiungiamo, che i Pm sono parte accusatoria, non hanno l’obbligo della terzietà del magistrato giudicante e svolgono un lavoro eccellente.

È quindi del tutto regolare che essi cerchino le prove della colpevolezza di chi commette delitti e reati, adottando le tecniche investigative che i bravi corpi di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, utilizzano per scoprire i colpevoli.
Quando un pm riceve la Comunicazione di notizia di reato (Cnr) e dispone un’indagine, notifica alle persone indagate l’informazione di garanzia, quella che i giornalisti ignoranti hanno tradotto in avviso di garanzia. Con la conseguenza che per l’opinione pubblica tale informazione è diventata una comunicazione di colpevolezza.
Ecco perché prudenza vorrebbe che le procure non dessero ai giornali comunicazione delle loro indagini, né comunicassero i nomi degli indagati, fino a che tutti gli incartamenti non finiscono davanti al Giudice delle indagini preliminari (Gip). Da lì in poi, il procedimento potrebbe diventare pubblico, sia nel caso di proscioglimento degli indagati, o in quello in cui essi vengano trasferiti al Tribunale per il processo.
Certo, non è commendevole il fatto che un Gip non abbia l’obbligo di motivare la non trattazione della questione sottoposta e possa rinviare a giudizio usando un modulo prestampato.
 

Abbiamo più volte pubblicato i requisiti dell’identikit di un buon presidente della Regione e lo continueremo a fare per ricordare all’opinione pubblica che non si può votare un candidato qualunque, ma ognuno di noi ha la responsabilità di fare la propria scelta. Una goccia, cioè un voto, può essere insignificante, ma tante gocce, cioè tanti voti, fanno il mare o eleggono il presidente della Regione.
Ricordiamo che con l’attuale legge il presidente si trascina, mediante il cosiddetto listino, altri otto deputati, quindi ha un minimo di squadra. Ma nella prossima legislatura avrà bisogno di altri 28 deputati per fare la maggioranza, senza la quale non potrà governare.
Governare significa fare le riforme, urgenti e indispensabili, nella Pubblica amministrazione, accorpando gli assessorati Turismo e Beni culturali, semplificando le procedure e redigendo Piani di sviluppo efficienti e capaci di creare valore e occupazione.

Di tutto questo si dovrà preoccupare il nuovo presidente della Regione, non di tagliare nastri, emettere roboanti comunicati privi di contenuto, fare promesse fasulle perché non saranno mai mantenute, assumere impegni privi di fondamento.
Un presidente capace e intelligente si dovrà occupare di infrastrutturare la Regione con adeguate reti ferroviarie e stradali, di riparare i quattrocento siti ad alto rischio idrogeologico, di varare una legge con forti incentivi per le ristrutturazioni antisismiche di due milioni di immobili.
E ancora, formulare Piani di attrazione turistica a livello mondiale e finanziare la costruzione di opere pubbliche dedicandovi almeno un terzo del bilancio, che in atto è di circa 16 miliardi.
Si può fare tutto questo? Certamente, se il capitano sarà scelto per le sue qualità e non in base a criteri clientelari, appoggiato da questo o quell’altro gruppo che opera per il proprio interesse e non nell’interesse generale.
I giornali regionali hanno il compito di chiarire agli elettori questo scenario per capovolgere l’attuale grave situazione socio-economica. Guai a chi gira la testa dall’altro lato . Diventerebbe connivente

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