Allarme carceri sovraffollate - QdS

Allarme carceri sovraffollate

Serena Giovanna Grasso

Allarme carceri sovraffollate

giovedì 23 Febbraio 2017

Sicilia ai limiti: 6.150 detenuti su 6.250 posti. La mappa dei penitenziari che scoppiano. Nell’istituto di Piazza Lanza ogni recluso dispone di uno spazio di 4,2 mq

PALERMO – Torna il rischio di affollamento nelle carceri. Secondo i dati del ministero della Giustizia, al 31 gennaio 2017 erano 55.381 i detenuti presenti nelle strutture italiane (oltre cinquemila unità in più rispetto alla capienza regolamentare, pari a 50.174). Nel dettaglio, le regioni maggiormente sofferenti sono la Lombardia (con una capienza stimata in 6.113 unità ed una presenza ammontante a 7.865 detenuti), Lazio (capienza di 5.235 e presenza pari a 6.211 detenuti) e Campania (capienza 6.114 e 7.066 presenze).
Al contrario, la situazione siciliana è abbastanza regolare nel complesso: infatti, i detenuti ammontano a 6.150, esattamente cento unità in meno rispetto alle presenze che gli istituti penitenziari possono sopportare (6.250). Le apparenze però ingannano: infatti, stringendo l’obiettivo fotografico sui singoli istituti penitenziari la situazione si ribalta. In ben dodici carceri su ventitré è possibile osservare presenze superiori alla capacità regolamentare. Le maggiori criticità si rilevano nel carcere Piazza Lanza di Catania e nell’istituto penitenziario di Siracusa (rispettivamente 127 e 102 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare).
In particolare, secondo i dati forniti dall’osservatorio detenzione dell’associazione Antigone, le novantadue celle del carcere Piazza Lanza di Catania dovrebbero misurare complessivamente 1.644 metri quadrati, superficie che divisa per i 267 detenuti previsti dal ministero della Giustizia restituisce uno spazio pari a 6,1 metri quadrati per carcerato. Naturalmente la superficie si riduce notevolmente nel momento in cui si verifica un’eccedenza pari a 127 detenuti: infatti, attualmente ogni carcerato beneficia di 4,2 metri quadrati di spazio. Nella fattispecie, ci troviamo poco sopra rispetto allo standard minimo previsto dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa  che ha stabilito che ogni detenuto ha diritto a quattro metri quadrati. Dunque, la situazione rischia di precipitare da un momento all’altro, al mimino ulteriore incremento della popolazione carceraria.
A livello regionale si registra un notevole incremento del numero di detenuti: rispetto ai 5.627 del 31 dicembre 2015 si è saliti ai 6.032 del 31 dicembre 2016, fino ai 6.150 del 31 gennaio 2017. Torniamo dunque ad avvicinarci al picco delle 7.098 presenze rilevate nel 2012.
Ma perché il numero di detenuti ha ripreso a crescere? Ad incidere pesantemente sull’aumento della popolazione detenuta è il venir meno della liberazione anticipata speciale. Si trattava di una misura temporanea, introdotta per due anni dal decreto legge 146 del 2013 e scaduta il 31 dicembre 2015, che aveva aumentato lo sconto di pena concesso ai detenuti che partecipano all’opera di rieducazione: non più 45 giorni per ogni sei mesi di pena detentiva scontata, ma 75 giorni. Naturalmente la fine del periodo di applicazione ha avuto la conseguenza di rallentare le uscite e di conseguenza aumentare le permanenze in carcere.
D’altro canto, occorre considerare che il limitato uso delle misure alternative e della messa alla prova contribuisce a saturare le presenze nelle carceri. In particolare, in Sicilia delle 5.784 richieste di messa alla prova ne sono state accolte solo 2.097 (poco più di un terzo).
Specifichiamo che si tratta di uno strumento riservato a chi ha commesso reati minori, consistente nella sospensione del processo ed evita all’imputato o indagato che ne fa richiesta di saltare il processo e cancellare il reato a patto che questi svolga una serie di attività che comprendono lavori di pubblica utilità, condotte riparative per eliminare le conseguenze del reato e risarcimento del danno.
Paesi maggiormente lungimiranti come l’Olanda, al contrario preferiscono adottare pene alternative e programmi di riabilitazione molto meno costosi, con il risultato di svuotare le carceri. Infatti, proprio nei Paesi Bassi diciannove dei sessanta penitenziari sono vuoti: alcuni adibiti all’accoglienza dei richiedenti asilo, altri affittati ai Paesi vicini gravati da carceri sovraffollate come Belgio e Norvegia. Senza poi contare il fatto che in Olanda gli istituti penitenziari sono dotati di spazi di socializzazione e durante la giornata è possibile prendere parte a molteplici corsi. Al contrario, secondo quanto rilevato dall’associazione Antigone, in Italia ed in particolare in Sicilia i detenuti passano la gran parte della giornata in cella, privi di qualsiasi stimolo culturale.

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