Anthony Barbagallo: "Una Sicilia da riscoprire anche grazie al cinema" - QdS

Anthony Barbagallo: “Una Sicilia da riscoprire anche grazie al cinema”

Rossella Fallico

Anthony Barbagallo: “Una Sicilia da riscoprire anche grazie al cinema”

venerdì 24 Febbraio 2017

Forum con Anthony Barbagallo, assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo

Potrebbe fare un bilancio dell’anno appena concluso?
“Il 2016 è stato un anno importante per la Sicilia, soprattutto per il cinema. Chiudiamo un anno davvero straordinario, che ha visto la Sicilia vittoriosa alla Mostra del Cinema di Venezia con Liberami, un docufilm girato interamente a Palermo, nel quartiere Guadagna, che è stato finanziato da noi, da un’idea dell’Ufficio speciale del Cinema. Abbiamo appreso la notizia della vittoria al Taobuk, dove eravamo insieme a Giuseppe Tornatore, ed è stato davvero emozionante condividere la gioia di una Sicilia che si rilancia con un’immagine nuova e fresca come quella del cinema. Abbiamo vinto con una storia siciliana a Berlino, con Fuocoammare, che non ha bisogno di commenti e ai Nastri d’Argento tra i primi cinque classificati si sono piazzati due film siciliani, Seconda primavera di Francesco Calogero, originario di Messina, e L’Attesa di Piero Messina, originario di Caltagirone.
Alla luce di questi risultati importanti, che hanno visto la Sicilia in prima linea, il Governo nazionale ci ha riconosciuto 15 milioni di euro nel Patto per il Sud, che saranno finalizzati a una valorizzazione delle nostre eccellenze cinematografiche. L’obiettivo principale, dunque, è quello di veicolare questi fondi per tre grandi eventi che vedono la nostra Isola protagonista: Nastri d’Argento, Taormina FilmFest e Taobuk, ovvero i tre eventi a titolarità dell’assessorato regionale al Turismo. Il Taobuk è in grande crescita: si tratta di un premio letterario che si sta conformando sempre più come Festival del Libro. L’anno scorso l’accoppiata Taobuk-Paesaggi di Mare ha portato in Sicilia autori come Claudio Magris e Luis Sepulveda, solo per citarne alcuni, tra gli eventi culturali più importanti di tutto il 2016. La Rai ha fatto una diretta in seconda serata, sia per i Nastri d’Argento che per il Taobuk e per l’anno in corso si potrebbe auspicare di anticipare l’orario della messa in onda. Mi sto impegnando affinché ciò accada. Se non alziamo l’offerta culturale non possiamo guardare a un futuro per la Sicilia. L’immagine della Sicilia deve assolutamente passare attraverso questi eventi di livello e di spessore culturale. Andare in Rai, facendo vedere le bellezze di Taormina e della nostra Sicilia, è un ottimo modo di pubblicizzare sia l’evento sia il territorio. Inoltre, ci stiamo occupando della realizzazione di due film importanti, a titolarità della Regione, uno su Federico II e uno sull’epopea dei Florio.
Ultima cosa, abbiamo in corso un bando, di cui pubblicheremo la graduatoria tra qualche settimana, dove il primo classificato è I fantasmi di Portopalo, che è stato finanziato interamente da noi e che racconta una storia siciliana. Anche questo verrà trasmesso in Rai a fine mese”.
Per quanto riguarda il recupero delle sale cinematografiche?
“Il recupero delle sale cinematografiche è un evento apprezzato, verso maggio-giungo pubblicheremo il bando. L’obiettivo è quello di attrezzare e adeguare le sale cinematografiche delle periferie o dei centri che hanno una valenza architettonica e che sono state trascurate. Alla luce dei fondi disponibili abbiamo già riaperto l’Eliseo di Santa Venerina i teatri di Randazzo e Militello”.
Come facciamo a destagionalizzare il turismo in Sicilia, soprattutto le sue perle? Siracusa sta funzionando discretamente per conto suo, Taormina e Cefalù no, visto che in inverno tutto si ferma…
“Analisi corretta. Io penso che ci sia un tema di costi del turismo. Siracusa è cresciuta tantissimo nell’ultimo anno, poiché ha un costo del turismo medio inferiore rispetto a quello di Taormina e quindi rende di più. Nel 2016 si è registrata una crescita di +30,8% rispetto al 2015, una crescita dovuta sicuramente alla realizzazione dell’autostrada e anche all’effetto Montalbano. Siracusa è stata una città soffocata per troppo tempo. Abbiamo in corso bandi di ammodernamento delle strutture ricettive anche per il siracusano: c’è una Sicilia ancora tutta da scoprire in quelle zone. Taormina ha costi del turismo sicuramente più alti, basti pensare a tutti gli alberghi a cinque stelle, spesso in mano alle multinazionali straniere, che decidono di non rischiare nella stagione invernale”.
 
Perché Taormina non prende come modello altre realtà del mondo, come per esempio Malta. Basterebbe guardarsi intorno e copiare. In una città come Catania si potrebbero realizzare tanti congressi…
“Si senz’altro, ma io credo che l’obiettivo più grande per destagionalizzare sia quello balneare: tutti i nordeuropei vengono da noi 365 l’anno. La stagione estiva deve essere portata a otto mesi: per la prima volta il governo regionale ha fatto un investimento vero, dando la possibilità ai lidi balneari di restare aperti dai 4 ai 12 mesi. Per destagionalizzare occorre incentivare il campo culturale. Abbiamo un costo troppo alto della cultura in Sicilia: per accedere ai teatri si paga un biglietto troppo alto e questo rappresenta una barriera, sia per il turismo interno, sia per quello esterno. Il problema è soprattutto che gli assessorati sono divisi: basterebbe uniformare il sistema regionale con il nazionale e accorpare Turismo e Beni culturali.
Anche la gestione dell’Etna va ad associarsi ai concetti espressi prima di destagionalizzazione. Oltre al turismo congressuale e al culturale, occorre sfruttare al meglio l’Etna, che è uno degli unici posti al mondo in cui si può sciare guardando il mare e uno dei siti naturalistici più apprezzati al mondo. Tuttavia, i dati delle presenze sono negativi. Oggi il turista che viene sull’Etna non va a duemila metri a dormire, poiché non ci sono delle strutture di alto livello. Abbiamo pochi posti per soggiornare sull’Etna: siamo la settima destinazione d’Italia, dopo l’Emilia Romagna, la Puglia e il Trentino. che hanno gli alberghi sulle piste. Dobbiamo creare le giuste strutture ricettive sulle piste. Per questo stiamo mettendo a disposizione dei fondi, dove abbiamo inserito strutture come il Grande Albergo dell’Etna, la ricostruzione dei lotti di Linguaglossa, villaggio Mareneve e la riqualificazione degli impianti. Con un albergo sulla pista si rivaluterebbe tutto il comprensorio”.
 
Dovremmo spingere con lo slogan “Con la cultura si mangia”. Abbiamo un importante patrimonio economico-culturale e occorre fare degli investimenti…
“L’unica possibilità che abbiamo di rigenerarci nel breve periodo è questa. I dati del 2016 registrano +21% di presenze nelle strutture ricettive alberghiere e +26% di presenze sull’Isola. Bisogna solamente strutturare la crescita, cominciando dai B&B, che non comunicano i dati. A Noto per esempio c’è solo un albergo e poi una miriade di B&B di livello più basso: qui ovviamente occorrerebbe realizzare più strutture ricettive, per l’attrazione cultura che ha Noto. Nel 2016 la Sicilia è stata la Regione che ha investito di più nel sostenibile”.
Come si inseriscono in un disegno unico di sviluppo l’aumento di Pil e occupazione?
“Il futuro deve passare da quattro assi: turismo e beni culturali, agricoltura, smart-city, modello di città intelligente che non ci può vedere indietro rispetto a tutte le altre eccellenze europee. Per quanto riguarda il campo agricolo, la Regione Siciliana ha abilitato con la scorsa programmazione 1.840 nuovi giovani imprenditori agricoli, un dato molto importante. Quarto asse, le infrastrutture: abbiamo risolto i problemi dei trasporti delle Isole minori, che hanno avuto un gestore unico e soprattutto le prenotazioni online, per stabilire prima quante corse straordinarie organizzare”.
Forse si dovrebbe incentivare di più il turismo scolastico…
“Ci sono delle iniziative molto importanti in corso, come il Treno dei castelli, dove 150 classi partiranno con la ferrovia circumetnea e visiteranno Bronte per esempio. Altra iniziativa quella de I Pupi siciliani, per cui abbiamo realizzato una convenzione con i fratelli Napoli. Non avevano un teatro, lo abbiamo ristrutturato e dato in gestione proprio a loro”.

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