Corte dei Conti, ennesima bacchettata alla Regione siciliana - QdS

Corte dei Conti, ennesima bacchettata alla Regione siciliana

Raffaella Pessina

Corte dei Conti, ennesima bacchettata alla Regione siciliana

sabato 25 Febbraio 2017

Spese pazze Ars, il pg Aloisio: “Utilizzo fondi pubblici ci ha impegnato non poco”. Costi politica, gestione rifiuti, risorse Ue: tutte le criticità

PALERMO – Ennesima bacchettata della Corte dei Conti per la Regione Sicilia. Le principali critiche sono state proprio sulla spesa pubblica, sui fondi comunitari e sulla riforma dei rifiuti che non parte. L’occasione è stata l’inaugurazione dell’anno giudiziario allo Steri di Palermo, sede del rettorato universitario. Il procuratore regionale della Corte dei Conti, Giuseppe Aloisio, a margine dell’inaugurazione, ha detto che l’utilizzo dei soldi pubblici e dei costi della politica ha impegnato la Corte non poco in questi ultimi anni. “Mi riferisco alle sentenze sui capigruppo dell’Ars per i fondi utilizzati non per scopi istituzionali o anche dei consiglieri comunali di Catania, o tutto il filone della formazione professionale. Ma in questi anni – ha proseguito Aloisio – abbiamo iniziato nuove istruttorie, concluse con la citazione dei consiglieri comunali di Canicattì per una percezione indebita dei gettoni di presenza. Il danno è di 360 mila euro. Quella dei gettoni di presenza ha dato vita a numerose istruttorie che porteranno a nuove citazioni”.
Luciana Savagnone, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti in Sicilia, ha confermato che l’indagine sulle spese dei gruppi ha portato a riscontrare reati che riguardano un uso scorretto di denaro pubblico e afferma: “Abbiamo riscontrato anomalie nella spesa: contributi spesi per finanziare la sede del partito, che non sono in alcun modo ammessi – ha proseguito – C’è un gruppo parlamentare misto composto da tanti soggetti che appartengono a partiti diversi. Non è ammissibile che ciascuno finanzi il proprio partito. È evidente che la finalità è stata un altra”. E ancora: “è un principio indefettibile che si debba dare conto di quello che si spende. Non si può dire: questi soldi sono miei. Il denaro pubblico non può in alcun modo essere finalizzato ad una spesa personale.
Abbiamo riscontrato questi reati”. “Nelle nostre sentenze ci siamo occupati in particolare – ha aggiunto Savagnone – del contributo unificato destinato ai gruppi parlamentari, quel contributo mensile erogato in relazione ai componenti che deve servire al mantenimento del gruppo stesso; ma i gruppi sono stati destinatari di una serie di altri contributi per portaborse, per i dipendenti stabilizzati, il singolo parlamentare ha un rimborso spese anche per l’informatica. Questo contributo unificato deve pertanto servire esclusivamente al funzionamento e così non è stato”.
In merito alle “spese pazze”, Savagnone ha detto che sono 11 le sentenze di condanna emesse dalla Corte di conti in Sicilia: “Ai presidenti dei gruppi dell’Assemblea regionale siciliana è stato chiesto l’importo complessivo di 1 milione 852 mila 327 euro”. Nella sua relazione Luciana Savagnone ha spiegato come la politica “per riacquisire credibilità dovrebbe prendere le distanze da tali accadimenti, ritrovare sobrietà nei comportamenti, utilizzare le enormi risorse finanziarie messe a sue disposizione per promuovere crescita e sviluppo”.
Non poteva mancare la “difesa” del presidente dell’Ars, Ardizzone: “L’Ars, nel corso di questa legislatura, si è ispirata ai principi correttamente richiamati oggi dalla presidente Savagnone. Senza attendere le sentenze di condanna, infatti, abbiamo avviato un serio e corposo processo di contenimento della spesa, oltre, come evidenziato nella relazione, a una "presa di distanza dagli accadimenti passati, anche attraverso una sobrietà di comportamenti e con l’obiettivo di recuperare credibilità nei confronti dell’opinione pubblica”.
 Il tema dei rifiuti è stato affrontato dal procuratore Giuseppe Aloisio. “Sulla gestione dei rifiuti ancora non registriamo il passaggio dagli Ato alle Srr. E come si sa la Corte dei Conti sugli Ato non ha alcuna giurisdizione e i gestori degli ambiti territoriale non sono perseguibili. Per questo abbiamo cambiato strategia e aperte nuove istruttorie sulle raccolta differenziata dei rifiuti in numerosi comuni del palermitano. Abbiamo chiamato in causa gli amministratori comunali per la mancata verifica nella gestione. Presto queste istruttorie approderanno a citazioni per diversi amministratori”.
Aloisio ha aggiunto che la Corte dei Conti in questi anni ha dato un grosso impulso alla lotta all’abusivismo edilizio. Una vera inversione di tendenza che ha visto amministrazioni comunali più diligenti e ad esempio a Palermo il comando dei vigili urbani ha contestato in un anno circa 600 abusi edilizi”. Sui fondi comunitari Savagnone ha detto che “Si verificano casi di fondi comunitari assegnati in maniera strana. Qualcosa che non funziona nel sistema c’è. Questi contributi sono stati assegnati e riscossi senza controllo da parte di tanti soggetti che si occupano dell’erogazione dei soldi. Siamo davanti ad fenomeno vasto: proprietari che dichiarano terreni di persone che invece risultano defunte. Non c è un monitoraggio, un controllo, occorre coinvolgere nei giudizi di responsabilità non solo gli enti concessori ma i soggetti intermedi che sono quelli che sbrigano le pratiche. Questo vale sia per i contributi agricoli che per i Por, dove le banche fanno da intermediari. Le banche dovrebbero ad ogni tranche di contributo erogato controllare su quello che si è fatto con la prima rata. È indispensabile agire su questo fronte, ma l’ amministrazione è inerte”.

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