Dall'occupazione ai tirocini: la Sicilia dei record... negativi - QdS

Dall’occupazione ai tirocini: la Sicilia dei record… negativi

Liliana Rosano

Dall’occupazione ai tirocini: la Sicilia dei record… negativi

martedì 28 Febbraio 2017

La Fondazione dei consulenti del lavoro ha sottolineato tutti i settori in cui l’Isola è ultima in classifica. A Caltanissetta il tasso di occupazione femminile più basso d’Italia: 22,5%

PALERMO – Lavoro, occupazione, voucher e tirocini formativi. Un’Italia, da Nord a Sud, presa con il problema del posto del lavoro. Sono diversi gli studi che mettono a fuoco la situazione occupazionale. Quello della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, ha calcolato il tasso di occupazione delle città italiane. E c’è subito un dato negativo da record in Sicilia.

È Caltanissetta la città che registra il tasso di occupazione femminile più basso
: 22,5% contro Bolzano, che è in testa per il tasso di occupazione femminile più alto: 64,3%.
Tra le province del Nord e quelle del Sud c’è un ampio divario anche tra i tassi di occupazione maschile e femminile. Nella provincia di Firenze il divario è di circa 9 punti (71,6% gli uomini, 62% le donne), in provincia di Barletta si superano i trenta punti (55,9% gli uomini, 24,3% le donne) e a Napoli i 25 punti (50,4% gli uomini, 24,9% le donne). Se si guarda solo alle grandi città il divario più alto è a Bari (23,6 punti) e quello più basso a Firenze (5 punti), molto inferiore alla media dell’Italia (18,3%) ma anche dell’Ue a 28 (10,4%).
Un altro dato negativo per la Sicilia. Questa volta tocca d Agrigento, in fondo alla classsifica per bassa percentuale di occupati con alte qualificazioni.
Solo il 27,9% degli occupati ha alte qualificazioni e la metà degli impieghi totali non è standard.
Secondo lo stesso studio, che ha elaborato dati Istat di fine 2015, nelle grandi città, il tasso d’occupazione degli stranieri (66,6%) è mediamente superiore di 9 punti percentuali rispetto a quello degli italiani (57,4%), che in numero assoluto restano comunque nettamente maggiori in termini di posti di lavoro. Il divario è particolarmente rilevante a Napoli con un tasso di occupazione degli stranieri (58,3%) di quasi 24 punti superiore a quello degli italiani (34,8%), a Bari (72,1% contro 46,7%), a Palermo (64,6% contro 39,9%) e a Catania (68,1% contro 39,4%).
Nel 2016, sempre la Fondazione Consulenti per il Lavoro, in qualità di Agenzia per il Lavoro, ha promosso complessivamente circa 24.000 tirocini formativi (extracurriculari) tra tirocini autofinanziati e tirocini finanziati con il contributo di fondi pubblici; un risultato importante, raggiunto grazie anche alla stretta collaborazione con i consulenti del lavoro delegati, che registra un incremento rispetto al 2015 del 20% circa. Lombardia (4.253), Campania (3.943), Veneto (3.278) e Lazio (2.953) sono le regioni nelle quali Fondazione Lavoro ha promosso il maggior numero di tirocini, con a seguire Piemonte (1.457) e Puglia (1.100); le altre regioni (con l’esclusione del Friuli Venezia Giulia e della Valle d’Aosta) si attestano al di sotto dei 1.000, da un numero di tirocini minimo di 60 (Molise) ad un massimo di 950 (Sicilia).
Anche la Cgia di Mestre, in un’analisi sull’uso dei voucher, mostra un paese spaccato: evidenziando che rappresentano solo lo 0,3% del monte ore complessivo del 2015 e che quindi “non vanno demonizzati”, gli artigiani spiegano che l’incidenza sul monte ore sale allo 0,47% nel Nordest, si allinea al dato medio nazionale nel Nordovest, scende allo 0,25% nel Centro per attestarsi allo 0,21% nel Mezzogiorno.
I dati regionali, poi, dicono che l’incidenza delle ore lavorate con i voucher è nettamente inferiore alla media nazionale in Calabria (0,13%), in Sicilia (0,12%), nel Lazio e in Campania (entrambe allo 0,11%).

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