Il mare vietato: in Sicilia 48 km di costa chiusi per inquinamento - QdS

Il mare vietato: in Sicilia 48 km di costa chiusi per inquinamento

Rosario Battiato

Il mare vietato: in Sicilia 48 km di costa chiusi per inquinamento

giovedì 02 Marzo 2017

Un decreto del Dipartimento regionale alle Attività sanitarie ha stabilito i tratti non balneabili nel 2017. Palermo: divieti da porto S.Erasmo a Bandita, da lungomare Colombo a torrente Ciachea

PALERMO – Comincerà ufficialmente tra meno di un mese e durerà fino al 31 ottobre la stagione balneare isolana e, come ogni anno, il dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico ha diffuso il decreto relativo ai tratti di mare considerati “non adibiti alla balneazione”.
Complessivamente ci sono 47,7 chilometri di costa che sono stati vietati per “inquinamento”, senza considerare che “non sono – si legge all’articolo 3 del decreto –, inoltre, adibiti alla balneazione tutti i tratti di mare e di costa interessati ad immissione o da ordinanze emesse da Autorità marittime, Autorità portuali, Autorità regionali ed Enti locali”. Considerando questa premessa, la nostra analisi si è concentrata in particolare sui tratti di mare e di costa “non adibiti alla balneazione per inquinamento”.
È certamente la provincia di Palermo la regina del mare vietato. Ben 24 i tratti di mare coinvolti dal provvedimento per 22,4 chilometri di costa. Determinante il peso del tratto compreso da fine porto S. Erasmo fino all’inizio di Porto Bandita (3,7 chilometri) e dal lungomare Colombo 963/b alla foce del torrente Ciachea (5,6 chilometri).
Il nostro tour nella Sicilia non balneabile prosegue con la provincia di Agrigento, nella quale sono stati certificati 3,8 chilometri per undici siti differenti. Uno dei tratti più estesi interessati dall’inquinamento si trova nei pressi della foce del fiume Salso nel comune di Licata (500 metri).
Altri cinque siti si registrano in provincia di Caltanissetta, tutti nel comune di Gela, per 1,4 chilometri. Il più esteso è a ovest del fiume Gela (570 metri).
Sono 13, invece, i tratti coinvolti dal divieto nella provincia di Catania che congelano 3,5 chilometri di costa. Ben 630 metri riguardano un tratto nei pressi della parte sud del Fiume Alcantara.
Anche Messina partecipa al festival dei divieti con 11 tratti mare che complessivamente comprendono 10,3 chilometri di costa. A determinare questa cifra così elevata è la porzione relativa al tratto compreso tra la foce del torrente Larderia fino a Torrente Portalegni.
 
Ragusa è la meno coinvolta: solo 3 punti vietati per inquinamento per poco più di mezzo chilometro di costa coinvolta. Nella provincia di Siracusa sono appena 4 i siti vietati per 4,2 chilometri coinvolti. Altri 3 punti si trovano a Trapani per 1,6 chilometri.
Il provvedimento del dipartimento ha una procedura da seguire anche a livello amministrativo. I sindaci dei comuni rivieraschi riceveranno la comunicazione relativa ai tratti di mare non balneabili ai fini dell’emissione delle ordinanze di divieto di balneazione.Queste ultime dovranno essere adottate entro e non oltre il 31 Marzo 2017 e “devono specificare il motivo del divieto – si legge nel decreto –, l’estensione del tratto di costa e le coordinate geografiche”.
Le stesse ordinanze devono essere trasmesse ai “ministeri della Salute e dell’Ambiente e tutela del territorio e del mare, agli assessorati della Salute e Territorio e ambiente, al dipartimento di Prevenzione e al laboratorio di Sanità pubblica della Azienda sanitaria provinciale competente, oltre che alla struttura provinciale competente dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente”.
I sindaci dei Comuni rivieraschi sono tenuti ad adottare tutti i provvedimenti per proteggere i bagnanti dai tratti di costa vietati, incluso “quello dell’affissione dei cartelli metallici di divieto della balneazione in numero adeguato e posizionati in aree facilmente visibili, di formato minimo 80 cm per 100 cm, i cui contenuti devono essere espressi almeno in due lingue”.

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