Formazione professionale: avvio della mobilità, si smonta il settore - QdS

Formazione professionale: avvio della mobilità, si smonta il settore

Michele Giuliano

Formazione professionale: avvio della mobilità, si smonta il settore

giovedì 02 Marzo 2017

Dopo le graduatorie definitive e i soli 199 progetti finanziati, partono i primi licenziamenti. Ora sorge l’eterno contenzioso sulla legge 24/76: dipendenti tutelati oppure no?

PALERMO – Partono le prime procedure di mobilità in seguito alla graduatoria definitiva dell’Avviso 8 da parte della Regione che segna l’avvio dei corsi tradizionali. Nella sola provincia di Palermo sono già 6 gli enti, e circa una sessantina di suoi dipendenti, che sono stati posti in mobilità.
Si tratta di un intervento a favore di particolari categorie di lavoratori, licenziati da aziende in difficoltà, che garantisce una prestazione di sostegno al reddito, sostitutiva della retribuzione, e ne favorisce il reinserimento nel mondo del lavoro.
Ora partono le prime convocazioni al tavolo di concertazione tra sindacati, Regione ed enti di formazione. Inevitabile che questo è soltanto il primo passo verso una possibile smobilitazione di un settore tempestato dalle polemiche per le spese eccessive e per risultati che a onor del vero in pochissimi hanno potuto effettivamente certificare.
Ma con la mobilità partirà l’eterna querelle, quella cioè su una legge, la numero 24 del 1976, che mai è stata abrogata e che contempla la garanzia occupazionale per i lavoratori di questo settore iscritti chiaramente all’albo degli operatori. Veri e propri contenziosi legali si sono aperti al riguardo e già lo scorso anno furono depositati da parte di alcuni studi legali dei ricorsi per la condanna della Regione Siciliana alla declaratoria di mobilità (riassorbimento dei dipendenti della Formazione siciliana rimasti privi di occupazione presso altri Enti Privati o pubblici ex l.r. 25/93 e contratto collettivo nazionale di lavoro).
Qualche giudice del lavoro si è pure pronunciato accogliendo i ricorsi e sostenendo che “il licenziamento è dichiarato nullo perché l’iter procedurale seguito, a mezzo dei principi di cui alla Legge 223/1991,è stato qualificato errato, dovendo trovare applicazione, per i dipendenti della Formazione professionale Siciliana, le garanzie occupazionali di cui alle Leggi regionali 24/76 e 25/93, oltre i principi contrattuali di cui al Ccnl di categoria”.
Questo epilogo è la naturale conseguenza di una situazione davvero ai limiti del confine della realtà: prima mediamente si spendevano attorno ai 350 milioni di euro l’anno per mantenere 8 mila formatori, oggi si è tagliato il cordone della borsa e si è arrivati agli attuali 136 milioni. Con la graduatoria definitiva appena varata dalla Regione ad essere rientrati sono stati “appena” 199 progetti su un totale di 679 istanze. In pratica meno di un terzo degli enti richiedenti è stato finanziato. La cosa che risalta all’occhio è la scomparsa dei cosiddetti “colossi”, degli enti storici che avevano fatto il bello e il cattivo tempo della formazione professionale siciliana. Quindi licenziamenti a migliaia che saranno inevitabili.
Probabilmente ci si deve cominciare ad abituare davvero in Sicilia ad una cura dimagrante. Proprio i fondi dell’Avviso 8 sono quelli che permetterebbero a buona parte degli operatori di tornare a lavoro e agli enti di riprendere le attività, sbloccando di fatto l’erogazione delle mensilità arretrate. L’impegno sembra essere quello di voler finalmente rendere di qualità questo settore. La grande novità di questa edizione è rappresentata dall’attuazione del ‘Sistema Regionale di Certificazione delle Competenze’. Il Repertorio delle qualificazioni si configura come uno strumento dinamico e costantemente aggiornabile sulla base dei fabbisogni professionali e formativi del contesto produttivo regionale, al fine di facilitare la progettazione dell’offerta formativa in coerenza con tali fabbisogni, permettere l’erogazione dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze comunque acquisite e facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

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