Alberghi diffusi, la Regione siciliana li dimentica - QdS

Alberghi diffusi, la Regione siciliana li dimentica

Michele Giuliano

Alberghi diffusi, la Regione siciliana li dimentica

venerdì 03 Marzo 2017

Nei grandi eventi di promozione internazionali il Governo li ignora e inserisce invece le dimore storiche ancora non normate. Sono quattro quelli riconosciuti in Sicilia: Sant’Angelo Muxaro, Modica, Scicli, Piazza Armerina

PALERMO – Un errore pacchiano, dicono, una svista. Che costerà in visibilità internazionale e ingressi turistici alle strutture turistiche siciliane. Sono stati esclusi dagli avvisi regionali per l’Itb di Berlino e la Bit di Milano gli Alberghi diffusi siciliani. Presenti, invece, fra le strutture ricettive da promuovere, le dimore storiche, ancora non normate, e le ville e i castelli che di certo non sono strutture ricettive.
Lo rendono noto i deputati del M5S all’Ars che hanno immediatamente preso contatti con l’amministrazione regionale per capire i motivi di tale esclusione. La risposta è stata quella che, a quanto pare, si è trattato di una semplice svista, “una dimenticanza”, sostengono dall’assessorato.
La nota dei deputati pentastellati continua e approfondisce la tematica: “Approfondendo la questione – si legge nel comunicato – abbiamo appreso che in realtà sono solo quattro gli Alberghi diffusi in Sicilia che risultano essere accreditati sulla piattaforma regionale, quando, malgrado non siano ancora partiti finanziamenti volti ad incentivare questo modello di ospitalità diffusa, sicuramente ne esistono altri, che hanno seguito regolare procedura con la dichiarazione di inizio attività presso i Comuni dove insistono le strutture; tra questi per esempio Gallodoro e Santa Caterina che pur avendo presentato regolare Scia al Comune non risultano nella piattaforma regionale”.
Una situazione nebulosa, del quale non si comprendono le ragioni, che non aiuta il mercato ma impedisce lo sviluppo di una tipologia di struttura turistica dalle grandi potenzialità. “È sicuramente necessario fare chiarezza sulle modalità di accreditamento alla piattaforma regionale – concludono i 5Stelle – troppo spesso gli imprenditori, o futuri tali, si ritrovano spaesati davanti troppe procedure burocratiche, spesso poco chiare e che coinvolgono diversi enti”.
L’idea dell’albergo diffuso risale ai primi anni Ottanta, ma solo da pochi anni queste strutture vengono realmente riconosciute e controllate da normative regionali. Gli alberghi diffusi sono tutelati dall’Adi, associazione nazionale degli alberghi diffusi, nata nel 2006 dall’idea del docente di economia e marketing del turismo, nonché presidente Giancarlo Dall’Ara.
Gli Alberghi diffusi riconosciuti sono settanta in Italia, ma ogni albergo è gestito in modo indipendente. In Sicilia sono soltanto quattro le strutture riconosciute dall’associazione nazionale: Sant’Angelo Muxaro, Modica, Scicli e Piazza Armerina che, in pochi anni sono riuscite ad affermarsi nel mercato turistico italiano, garantendo ai visitatori la centralità dei servizi del centro storico.
L’albergo diffuso è gestito in forma professionale e offre servizi turistici ai fruitori (quali accoglienza, bar, ristoro, svago, palestra), dislocate in unità abitative in più edifici separati e preesistenti. Le diverse strutture usufruiscono della presenza di locali adibiti a spazi comuni per gli ospiti, e ciò è possibile grazie alla distanza ragionevole  tra gli stabili, indicati in massimo 300 metri tra le unità abitative e le strutture con i servizi. La peculiarità di questo tipo di struttura è la presenza di un ambiente autentico: integrazione con la realtà sociale e la cultura locale, la riconoscibilità in tutte le sue componenti (arredi, insegne o altri segni distintivi), al fine di offrire un’esperienza legata al territorio, nei modi, nei tempi, nei servizi e nei prodotti offerti dalla tradizione e dalla storia del luogo, in una ottica di innovazione senza negarne le radici.

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