Ex sportellisti, ennesimo albo e altro "ritocco" dalla Regione - QdS

Ex sportellisti, ennesimo albo e altro “ritocco” dalla Regione

Michele Giuliano

Ex sportellisti, ennesimo albo e altro “ritocco” dalla Regione

sabato 04 Marzo 2017

Rispetto alla precedente versione ci sono 20 persone in meno: 1.922 gli iscritti, 53 i non ammessi. Tagli operati per via di ristrettezze economiche e di alcuni errori evidenti

PALERMO – Arriva la nuova, e diciamo pure ennesima, versione dell’albo degli ex sportellisti. La Regione ha infatti varato un’altra graduatoria: un altro “ritocco” ad un elenco che davvero sembra non avere pace tra ricorsi, errori anche abbastanza grossolani e situazioni davvero al limite del sopportabile. La nuova versione dell’albo in realtà non è che faccia intravedere novità davvero sostanziali. Rispetto alla precedente, risultano iscritti e aventi diritto in 1.922, mentre in 53 risultano non ammessi per i più svariati motivi, o perché non rientranti tra gli aventi diritto, o perchè l’istanza inoltrata è errata, incompleta e fuori tempo stabilito dall’avviso della Regione.
In pratica ci sono appena 20 iscritti  in meno, di certo un cambiamento non “epocale”. In questo elenco sono finiti i dipendenti di quegli Enti che gestivano sportelli multifunzionali e che da tre anni sono stati soppressi dalla Regione. Alla fine restano pur sempre tanti ma quantomeno sono scomparsi gli errori più “pacchiani” di questo elenco che ha fatto tanto discutere. Scompaiono anzitutto “super giovani” da questa lista: non c’è più traccia di persone iscritte native tra il 1991 e il 1997, così come nel precedente albo. Un errore evidentissimo dal momento che è tuttora vigente il blocco delle assunzioni della Regione nel 2008, quindi non era possibile che ad essere iscritti ci potessero essere 20enni o giù di lì. Sembrano essere stati soprattutto cancellati i tanti errori dovuti all’errato inserimento di lavoratori provenienti da altre filiere. Molti infatti erano stati i ricorsi di chi, dipendente di un Eente di formazione, si era visto iscritto come sportellista.
I tagli a questo ambito sono stati operati dal governo regionale per via delle ristrettezze economiche e di alcune evidenze. Una decisione quasi dovuta che fa il paio anche con i tagli connessi ai corsi di formazione per cui sino a qualche anno fa di spendevano mediamente 350 milioni di euro l’anno, oggi poco meno di 200. Effettivamente dal 2004 ad oggi, come certificato dal Dipartimento della Formazione, questo settore formativo e degli ex sportellisti è costato ben 3 miliardi di euro: per l’esattezza 2,6 miliardi i corsi in tutte le sue filiere, altri 470 milioni gli sportelli multifunzionali. I risultati però non si sono visti per nulla: in qualche modo questi due ambiti avrebbero dovuto aiutare il siciliano disoccupato a crearsi una sua professionalità e ad essere così più facilmente inserito nel mondo del lavoro. I dati dell’ultimo decennio che riguardano la disoccupazione parlano però da soli nell’Isola e non hanno bisogno di commenti.
In Sicilia nei primi sei mesi dello scorso anno il tasso di disoccupazione è rimasto inchiodato fra i piú alti d’Italia: risulta pari al 21,9 per cento, il doppio rispetto alla media nazionale 11,8. I problemi restano essenzialmente gli stessi per la formazione: circa il 70 per cento dei corsi avviati sino all’ultima annualità finanziata sono i soliti inutili percorsi e obsoleti percorsi formativi. Con questa variazione cambia comunque sostanzialmente poco rispetto all’albo di tutte e tre le filiere dei servizi formativi e del lavoro: restano oltre 9 mila gli iscritti, un’infinità di persone che non potranno più trovare occupazione in questo settore (almeno in parte) perché la Regione non ha i soldi necessari a continuare a mantenere vivo questo bacino. Facendo una media di 35 mila euro tra stipendi e oneri a testa, ogni anno questi lavoratori costerebbero alla Regione ben 316 milioni di euro.

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