Efficienza energetica: così la Pa può tagliare 75 milioni di euro l'anno - QdS

Efficienza energetica: così la Pa può tagliare 75 milioni di euro l’anno

Rosario Battiato

Efficienza energetica: così la Pa può tagliare 75 milioni di euro l’anno

venerdì 10 Marzo 2017

Secondo l’Enea il patrimonio dell’Amministrazione consta di 3.534 immobili, l’11,1% è in Sicilia. A Messina grazie al progetto Certus ridotti i consumi fino al 90% in tre edifici pubblici

PALERMO – C’è una leva determinante per risollevare il comparto economico nazionale e siciliano. Si chiama efficienza energetica e rappresenta già un pezzo determinante degli investimenti nel settore edilizio privato: in 10 anni 2,5 milioni di interventi per 28 miliardi di euro e taglio di 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica. Potrebbe diventarlo anche per la Pubblica amministrazione.
“L’efficienza energetica ha dimostrato di poter giocare un ruolo determinante per l’economia, generando filiere industriali made in Italy e nuovi posti di lavoro, grazie anche al sistema di incentivazione per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio”. Le parole di Federico Testa, presidente dell’Enea, in occasione del convegno “Efficienza energetica nelle pubbliche amministrazioni locali: politiche e strumenti per la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano”, che si è svolto nei giorni scorsi a Roma alla Camera dei Deputati, hanno avviato la discussione sulle qualità delle prestazioni energetiche degli oltre 13 mila edifici della Pa in tutta Italia. Il loro consumo è attestato su 4,3 twh di energia l’anno per una bolletta complessiva di circa 650 milioni di euro. Un quinto di questi, cioè i più energivori, consuma 1,2 twh per una spesa di 177 milioni di euro.
“Per rendere efficienti energeticamente gli edifici più energivori della Pa – ha spiegato Testa – servirebbe investire circa 1 miliardo di euro”. Un investimento utile per tagliare i consumi del 40% e permettendo risparmi annuali di circa 75 milioni sulla bolletta. “Inoltre, questa operazione permetterebbe di creare oltre 13 mila nuovi posti di lavoro – ha proseguito – e tagliare 130 mila tonnellate di emissioni di CO2”.
Non siamo all’anno zero. La via all’efficientamento energetico della Pa è cominciata grazie all’impulso della direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica e al decreto legislativo di recepimento 102/2014, che prevedono “un tasso di riqualificazione energetica del 3% l’anno – si legge nella nota dell’Enea – della superficie occupata dalla Pubblica amministrazione centrale”.
Per la Sicilia potrebbe essere un’occasione di straordinario impatto economico e ambientale. Secondo i numeri dell’Enea pubblicati nel Rapporto annuale Efficienza energetica 2016, il patrimonio immobiliare della Pa consta di 3.534 occupazioni con superficie lorda superiore ai 250 mq per un totale di circa 13 milioni di mq. Di questo grande patrimonio, la Sicilia si prende l’11,1% del totale (dati 2015, Agenzia del Demanio), e si tratta del secondo dato nazionale dopo il Lazio.
Intanto, qualcosa si muove. Alla fine di febbraio sono stati presentati i risultati del progetto Certus che ha visto Messina tra le città pilota. Il progetto è durato tre anni e ha visto l’analisi di tre edifici messinesi: Palazzo Zanca, Palacultura e Palazzo Satellite. Nei primi due edifici è stato possibile raggiungere un risparmio del 70% dei consumi, grazie alle fonti rinnovabili, sostituzione di impianti e infissi. Palazzo Satellite è diventato a consumo energetico quasi zero, raggiungendo il 90% del risparmio.
Il residenziale, intanto, resta un punto di riferimento assoluto. “L’ecobonus nel residenziale – ha concluso Testa – ha già contribuito a creare circa 50 mila nuovi posti di lavoro l’anno nell’edilizia, un settore fortemente colpito dalla crisi economica. Ma per ottenere risultati ancora più rapidi e significativi sia per l’economia che per l’ambiente bisognerebbe puntare a interventi di deep renovation, che potrebbero abbattere del 60-80% i consumi dei condomini italiani più energivori”.

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