A rischio i Difensori civici comunali - QdS

A rischio i Difensori civici comunali

Aldo Capucci

A rischio i Difensori civici comunali

sabato 12 Dicembre 2009

Fa discutere il Ddl Calderoli che prevede l’abolizione della figura istituzionale garante dei diritti dei cittadini. Buscemi: “Prevalga il senso di responsabilità per un organo che migliora l’immagine degli Enti locali”

PALERMO – Il 19 luglio scorso, Roberto Calderoli ministro per la Semplificazione Normativa del IV Governo Berlusconi trasmette all’esame preliminare del Consiglio dei ministri il disegno di legge dal titolo “Disposizioni in materia di organi e funzioni degli enti locali, semplificazione e razionalizzazione dell’ordinamento e carta delle autonomie locali”. Esse tendono non solo a subentrare all’attuale disciplina degli enti locali, ma a posare le basi per una riforma a compimento dell’intero Titolo V della Costituzione nella prospettiva della riforma del federalismo fiscale.
Nel segno del risparmio e della semplificazione, il disegno di legge sostiene di razionalizzare Enti ed organismi in concorrenza con le istituzioni primarie. Questo comporterebbe anche l’abolizione dei difensori civici comunali. Dopo avere evidenziato il ruolo di indiscutibile garanzia che riveste il difensore civico, Lino Buscemi, avvocato, presidente nazionale del Comitato scientifico dell’Associazione nazionale difensori civici italiani (Andci) e Segretario generale Conferenza italiana garanti regionali dei diritti dei detenuti, ci espone le sue più nitide perplessità sul caso.
Quale funzione ha il difensore civico comunale?
“Il difensore civico comunale, davvero indipendente ed esperto di diritti umani e di cittadinanza, è chiamato a garantire l’imparzialità e il buon andamento della Pubblica amministrazione. Egli interviene su segnalazione dei cittadini ed anche di propria iniziativa, quando si verificano abusi, disservizi, disfunzioni, carenze e ritardi nell’agire degli Uffici pubblici”.
Cosa prevede l’art. 16 del ddl Calderoli?
“Non ho contezza del testo definitivo visto che è stato cambiato molte volte. Da quello che apprendo dai giornali sembra che si vogliano abolire i difensori civici comunali per istituire 110 (tante sono le Province italiane) difensori civici provinciali territoriali. Mi sembra una enormità e non vedo dove stia il risparmio. A parte il fatto che noto una contraddizione evidente: quasi tutti i partiti vogliono abolire le obsolete Province e poi ci troviamo di fronte la proposta Calderoli che non solo rivaluta l’Ente provincia ma lo “rimpolpa” attribuendogli una competenza enorme istituendo un organo (appunto il difensore civico territoriale) che peserà non poco sulle casse provinciali”.
Qualora il ddl venga convertito in legge, quali effetti determinerà nel rapporto cittadino-Comune?
“Certamente effetti non positivi perchè verrebbe eliminata una figura di garanzia e di tutela dei diritti della popolazione. Mi auguro che in sede di discussione, sia alla Camera che al Senato, prevalga il senso della responsabilità e il rispetto per un organo necessario che opera per migliorare l’immagine delle istituzioni locali, accrescere la partecipazione dei cittadini e risolvere problemi che affliggono la cittadinanza in quanto fruitrice di servizi essenziali. Ovviamente parlo di una difesa civica non lottizzata, super partes e di grande prestigio. Quella che invece è asservita ed è equiparabile ai sottogoverni non m’interessa proprio e non ne voglio nemmeno parlare”.
Sul piano finanziario, il ministro Calderoli pensa di puntare al risparmio abolendo la figura del difensore civico comunale. Come commenta tale ripiego?
“Qualunque sforzo io faccia, non vedo quale limitazione di spesa ci possa essere nella proposta Calderoli. Se si vuole adottare una linea del rigore bisogna fare una proposta più articolata senza mortificare l’istituto della difesa civica che costituisce il “contrappeso” alla giusta assegnazione di poteri agli esecutivi locali, regionali e quanto prima anche al Governo. Se si rafforzano i poteri dei sindaci, assessori, e presidenti di Regione, è necessario prevedere una difesa civica più autorevole capace di rappresentare un punto di riferimento certo per la tutela del principio di legalità e dei diritti dei cittadini. Temo che in funzione della giusta esigenza di “risparmiare”, si colpiscono soltanto alcuni settori privilegiandone altri. Come qualificare il programmato aumento di fondi a favore di alcune Autorità di Garanzia? Penso , infine, che l’abolizione della figura del difensore civico comunale debba essere rispettosa delle autonomie locali e delle regioni soprattutto quelle a Statuto Speciale.
Non mi pare che tout court si possano comprimere i poteri, in materia di enti locali, come quelli che ha la Sicilia. Bisogna riflettere se una volta approvata la proposta Calderoli questa possa automaticamente essere applicata in Sicilia senza una legge regionale di recepimento.
 


La motivazione: politica del risparmo e del bilancio ma in Sicilia serve una legge di recepimento ad hoc

Sul piano finanziario, il ministro Calderoli pensa di puntare al risparmio abolendo la figura del difensore civico comunale. Come commenta tale ripiego? 
“Qualunque sforzo io faccia, non vedo quale limitazione di spesa ci possa essere nella proposta Calderoli. Se si vuole adottare una linea del rigore bisogna fare una proposta più articolata senza mortificare l’istituto della difesa civica che costituisce il “contrappeso” alla giusta assegnazione di poteri agli esecutivi locali, regionali e quanto prima anche al Governo. Se si rafforzano i poteri dei sindaci, assessori, e presidenti di Regione, è necessario prevedere una difesa civica più autorevole capace di rappresentare un punto di riferimento certo per la tutela del principio di legalità e dei diritti dei cittadini. Temo che in funzione della giusta esigenza di “risparmiare”, si colpiscono soltanto alcuni settori privilegiandone altri. Come qualificare il programmato aumento di fondi a favore di alcune Autorità di Garanzia? Penso , infine, che l’abolizione della figura del difensore civico comunale debba essere rispettosa delle autonomie locali e delle regioni soprattutto quelle a Statuto Speciale. Non mi pare che tout court si possano comprimere i poteri, in materia di enti locali, come quelli che ha la Sicilia. Bisogna riflettere se una volta approvata la proposta Calderoli questa possa automaticamente essere applicata in Sicilia senza una legge regionale di recepimento”.

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