Sicilia, manodopera "al ribasso" - QdS

Sicilia, manodopera “al ribasso”

Michele Giuliano

Sicilia, manodopera “al ribasso”

martedì 21 Marzo 2017

Almeno altri 2 mila posti di lavoro nell’isola sono in bilico: dalla logistica alla sicurezza i settori più colpiti. Oramai si va verso la robotizzazione e l’esternalizzazione all’estero delle commesse

PALERMO – La crisi continua a colpire sul territorio siciliano, e sempre più posti di lavoro sembrano essere in bilico, e con loro intere famiglie che vedono sfumare la propria base economica e quindi la propria serenità. Le ultime cattive notizie vengono dal settore della sicurezza. Un esempio tra tutti la Ksm Security, che rischia di licenziare di qui a breve circa 400 lavoratori. E buona parte della colpa sarebbe da imputare, secondo il segretario regionale della Ugl sicurezza civile, Giovanni Vitale, a quanto sta accadendo, in particolare, nell’ambito delle gare d’appalto sia private che pubbliche, dove il continuo ricorso all’eccessivo ribasso sulla base oraria per dipendente (circa 19 euro, come da contratto collettivo nazionale) sta mettendo fuori gioco decine di aziende, che contano centinaia di lavoratori attualmente impiegati.
Siamo arrivati ad offerte pari a 13 euro lorde orarie che, al netto delle tasse e del seppur minimo guadagno per la ditta, si traducono in uno stipendio davvero inesistente per i vigilantes – spiega Vitale –. Lavoratori che, in diversi casi, devono pure sostenere delle spese per raggiungere il luogo di lavoro, spesso distante decine di chilometri da casa”.
Altra possibilità, le ditte, pur di provare a mantenere i livelli occupazionali a seguito della vittoria di gare da appalto “da fame”, prendano accordi con i dipendenti che poi non riescono a poter ottemperare agli impegni assunti generando così vertenze senza fine.
Ma il problema non sembrerebbe risiedere esclusivamente nelle gare d’appalto, come individuato dall’Ugl, ma essere più ampio, legato ad una nuova e inarrestabile organizzazione del lavoro. La globalizzazione e l’aumento degli scambi al livello internazionale hanno reso necessario un ampliamento del settore legato al trasporto e l’immagazzinamento delle merci.
Le diverse fasi del processo produttivo hanno dovuto subire una netta trasformazione: non più l’accentramento nella fabbrica, ma l’esternalizzazione delle diverse funzioni che caratterizzano l’intero processo: le imprese produttrici hanno scoperto che gestire da sole la distribuzione dei loro prodotti implicava costi troppo elevati, e quindi si è reso più economicamente vantaggioso fare gestire ad altri la fase finale della gestione del prodotto, fino alla consegna al fruitore finale. Sempre il vantaggio economico, però, ha spinto ad una intensificazione dei ritmi di lavoro e la robotizzazione di alcune fasi. In Italia, tale obiettivo viene in genere raggiunto, nel tentativo di ridurre al massimo il costo del lavoro, attraverso l’uso delle cooperative, che sono spesso cooperative di comodo.
Il risultato è: condizioni di lavoro, dal salario all’orario di lavoro, sempre peggiori. “Stiamo per assistere ad un dramma per migliaia di guardie – conclude Vitale – che vedono seriamente minacciato il proprio futuro lavorativo. Auspichiamo la reintroduzione della ‘tariffa di legalità’ tale da consentire un ribasso o un rialzo al massimo del 10 per cento su ogni offerta, così da consentire a tutte le imprese di concorrere in modo sano e soprattutto tutelare il livello occupazionale esistente”.
Niente più gare d’appalto che diventano aste per schiavisti, in cui le aziende, pur di accaparrarsi il lavoro, non guardano in faccia nessuno, neanche i propri lavoratori.
“Come Ugl Sicilia – conclude Vitale – siamo pronti ad una forte mobilitazione se questo stato di cose dovesse continuare a permanere, rappresentando il colpo di grazia per un comparto che oggi continua ad acquisire fette sempre più consistenti di mercato cercando di mortificare però il lavoro”.

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