Pisa Mover: 1,8 km con 71 mln di spesa - QdS

Pisa Mover: 1,8 km con 71 mln di spesa

Carlo Alberto Tregua

Pisa Mover: 1,8 km con 71 mln di spesa

giovedì 23 Marzo 2017

Chi ha troppo e chi niente

Il 18 marzo è stata inaugurata la navetta senza conducente che collega l’aeroporto con la stazione ferroviaria di Pisa, lungo un percorso di un chilometro e 760 metri, in funzione 365 giorni l’anno, dalle ore 6 alle 24. Nel percorso vi è una stazione intermedia, chiamata San Giusto Aurelia, dove sono stati realizzati due ampi parcheggi capaci di ospitare 1.330 auto.
L’infrastruttura, chiamata Pisa Mover, è stata realizzata da un gruppo di aziende (Condotte, Inso e Leitner) che ha immesso risorse finanziarie per 50 dei 71 milioni occorsi alla costruzione. I restanti 21 milioni sono stati assorbiti dai fondi dell’Unione europea.
Ecco un esempio positivo di collaborazione fra pubblico e privato, promosso e sospinto dalla Pubblica amministrazione toscana, e pisana in particolare, che dà sollievo alla città della Torre pendente.
Si tratta di un’opera avanzata in un ambiente già dotato di tantissime infrastrutture stradali, autostradali e ferroviarie.

Il modello che riportiamo non deve destare curiosità. Piuttosto, fa rilevare l’incapacità e la coglionaggine degli amministratori siciliani, i quali non sognano nemmeno lontanamente di pensare di costruire infrastrutture come quella descritta. In Sicilia vi è da realizzare una quantità notevole di infrastrutture normali, che se affidate a gruppi privati, anche internazionali, potrebbero essere realizzate in tempi europei, utilizzando i fondi dell’Ue, che ci sono e che è un delitto lasciare nelle casse di Bruxelles.
Il Ponte sullo Stretto è una di queste opere, che con un limitato costo per i Fondi di sviluppo e coesione, e utilizzando i Fondi europei (il tutto non oltre un quarto del totale) potrebbe consentire al general contractor, Impregilo Spa, di realizzarlo in 6/8 anni con un investimento di 6/8 miliardi e una ricaduta occupazionale per le due rive dello Stretto di 8/10 mila persone. Solo gli stupidi non capiscono l’utilità di quest’opera, anche come leva economica e soprattutto turistica.
Vi sono tante altre opere da costruire in Sicilia, più volte elencate, e poi la manutenzione straordinaria di decine di migliaia di chilometri di strade, nonché le riparazioni di un territorio fragile, con 400 punti a rischio.
 

La costruzione delle infrastrutture nell’Isola è la prima necessità per muovere l’economia. Più volte abbiamo scritto che con la bellezza e la cultura si mangia. Ma occorre che i visitatori che ci onorano possano trovare servizi di prima qualità e, in primo luogo, la possibilità di muoversi con rapidità, efficienza e a costi contenuti.
Solo i ciechi non vedono come l’economia si muova se è frutto di un progetto organico complessivo, nel quale vengono contemperate tutte le possibilità che conducono alla realizzazione di progetti efficienti, in tempi precisi e secondo una cadenza ritmata dal metronomo.
Perché tutto ciò si realizzi è necessario che la Classe politica abbia competenza, oltre che onestà, e sia capace di dirigere la propria branca amministrativa con polso fermo, visione prospettica e un poco di immaginazione per vedere al di là dell’orizzonte.

In Sicilia non c’è tale Classe politica né quella burocratica: ecco spiegato come la nostra Isola, colma di tesori, stia in una condizione socio-economica peggiore, certificata dalla posizione in coda nella graduatoria fra le 272 regioni europee.
Non si vede all’orizzonte un cambio nell’andamento asfittico di questa regione, con la conseguenza che la Sicilia avrà il privilegio di scalare al contrario le ultime posizioni che rimangono nella accennata graduatoria.
Ora, però, c’è un fiorire di candidati alla presidenza della Regione. A ciascuno di essi porremo domande precise: “Se eletto, di quanti punti farà progredire il Pil; di quante unità aumenterà l’occupazione; di quanti pernottamenti in più beneficerà il settore turistico”. Porremo un’altra domanda riguardante le infrastrutture prima indicate, nonché una terza sul programma inerente la soluzione strutturale del problema Rsu, della depurazione delle acque, della riparazione idrogeologica del territorio (soprattutto dei 400 punti rischio sopra richiamati).
Chi porrà domande su altri argomenti vorrà buttare polvere negli occhi.

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