I sacrifici amari degli imprenditori che vedono fuggire i figli al Nord - QdS

I sacrifici amari degli imprenditori che vedono fuggire i figli al Nord

Redazione in collaborazione con Cosminox

I sacrifici amari degli imprenditori che vedono fuggire i figli al Nord

“Lo Stato incapace e sfruttatore saccheggia le menti al Sud”

Da sempre, o meglio, da quando vive la mia memoria, ho sentito frasi d’amore, gelosia e rispetto nei confronti di questa nostra terra, la Sicilia, tanto apprezzata, desiderata e custodita da chi la conosce, ci vive o ci soggiorna proprio per quel calore che il sole riesce a trasferire sino alle viscere più profonde, quel sole che assieme alla sabbia del nostro vulcano e al profumo dei nostri mari ci fa sentire apprezzati e amati nel mondo. Siamo attivi come il nostro vulcano e calorosi come il sole.
Certo, il sole ci illumina, ci aiuta, ci rianima e ci fa sentire bene al punto da farci dimenticare persino dei lati oscuri che, a dire il vero, sono tanti: la piaga del lavoro giovanile, i servizi, le infrastrutture, le pubbliche amministrazioni, la sanità e la cattiva politica. Per tutto ciò non c’è sole che basti ad illuminare i lati oscuri.
Non si riesce ad intravedere la luce di cui giornalmente ci nutriamo, ci lasciamo abbindolare da chiunque parli un dialetto che comprendiamo poco, e non da chi parla la lingua che ci accomuna, come se avessimo  questo senso di colpa innato, un senso di inferiorità nei confronti di chi non vive in questa terra di Sicilia.
Da sempre questa nostra amata isola è stata terra di conquista, ci hanno derubato perché invidiosi della nostra arte, delle nostre menti e della nostra cultura, accusandoci di essere una palla al piede per la nostra nazione, ci hanno fatto vivere di assistenzialismo, ci hanno tenuti quasi prigionieri di noi stessi come se anche il sole che ci illumina ci accechi tanto da non trovare la strada per lasciarci tutto alle spalle e rifarci una vita nuova.
Adesso per chi scrive è ormai tardi pensare di tradire la propria terra che gli ha permesso di vivere, di realizzarsi, crearsi una famiglia, crescere i propri figli e istruirli. Ma quando credeva di essere riuscito a dare un futuro lavorativo ai propri figli, con il perdurare della crisi se li vede rubare da uno Stato rivelatosi incapace, sfruttatore e colluso che ancora una volta va a saccheggiare menti, cultura e sapere al Sud per istruire il Nord facendo credere a tutti di riservare opportunità ai giovani del Sud, travisando così la scarsa istruzione del Nord e trasferendo quindi ancora una volta anche la più misera delle economie dal Meridione al Settentrione.
Giuseppe Privitera

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