Formazione, protesta a oltranza e ad aprile tutti in piazza - QdS

Formazione, protesta a oltranza e ad aprile tutti in piazza

Michele Giuliano

Formazione, protesta a oltranza e ad aprile tutti in piazza

giovedì 30 Marzo 2017

Nell’occhio del ciclone gli accordi con la Regione che disattendono alcune norme di settore. Ma, vittime dimenticate, rimangono i corsisti, senza corsi e senza lavoro

PALERMO – Ancora nulla per i lavoratori della formazione professionale. Tutto fermo ormai da mesi, e gli enti stanno ormai procedendo ai licenziamenti. La confederazione dell’Usb non ha intenzione di aspettare che tutto finisca nel silenzio e nell’indifferenza della politica e della società civile e ha organizzato un sit-in permanente in piazza Verdi, il 3 aprile a Palermo, per protestare nei confronti delle organizzazioni confederali Cgil, Cisl e Uil “colpevoli di aver avallato 5.000 licenziamenti nel settore della formazione professionale siciliana, nonostante le norme siciliane fossero favorevoli ai lavoratori”.
La disperazione, la perdita della speranza, il futuro spezzato per tante, troppe famiglie, che pensavano di essere tutelate e invece sono state abbandonate. “Questi lavoratori, rischiano di fare ‘la fine del topo’ nel silenzio di tutti – dice Costantino Guzzo dell’Usb –. Noi non ci stiamo! Grideremo fin quando avremo voce per far conoscere uno sterminio senza precedenti che si sta consumando in Sicilia con la partecipazione attiva di coloro che avrebbero dovuto difendere i lavoratori, cioè Cgil, Cisl e Uil”.
Nell’occhio del ciclone, le scelte fatte dai sindacati confederati, che hanno avallato mosse decise dall’amministrazione e dai gestori degli enti. Costantino Guzzo elenca una serie di azioni ritenute fortemente dannose per i lavoratori: hanno firmato i licenziamenti, omesso la legge 10/94, e nei singoli accordi continuano ad omettere un diritto fondamentale per la tutela e la salvaguardia dei lavoratori come l’anzianità di servizio.
 
“L’accordo firmato da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Forma e Cenfop non contempla il reinserimento al lavoro tramite l’anzianità di servizio dei lavoratori rimasti senza ente iscritti all’albo – dice Guzzo – quindi, non si potrà mai e poi mai garantire chi ha alle spalle dieci, venti o trenta anni di servizio. Chiunque può liberamente iscriversi in questa specie d’albo che, per la nostra organizzazione sindacale rappresenta solo una lista dove chiunque può inserirsi senza aver mai svolto un giorno lavorativo dentro un ente e scavalcare chi è rimasto oggi senza lavoro e senza ente”. Ciò che doveva essere uno strumento di salvaguardia, l’albo degli operatori della formazione professionale, diventa un fantoccio nelle mani di chi vuole muoversi liberamente, senza regole o legami, inserendo in un settore già ampiamente in rovina nuovi lavoratori e lasciando a casa chi si è speso per la formazione nei decenni passati con passione e impegno.
“La nostra preoccupazione – dichiara il rappresentante degli irriducibili dell’Usb – continua oltre ad essere fondata e dimostrabile anche dal fatto che, malgrado l’amministrazione, i datori di lavoro e questi sindacati firmatari si nascondono dietro una frase come ‘prioritariamente attingeremo dall’albo’, basta guardare l’Avviso 4 e 7 per capire che alcuni enti continuano ad assumente senza nessun rispetto delle regole”.
L’organizzazione, al riguardo, ha intenzione di combattere il fenomeno segnalando al dirigente generale del dipartimento regionale della Formazione Gianni Silvia il personale che non ha alcun requisito per lavorare nell’Avviso 4 e 7. Altra strada, la protesta fisica, la presenza tangibile sotto le sedi dei sindacati confederati, per mostrare a tutti come stiano lavorando contro i diritti dei lavoratori, tradendo, di fatto, la filosofia che li dovrebbe contraddistinguere.
“Noi Usb, come organizzazione sindacale al servizio esclusivo dei lavoratori – conclude Guzzo – abbiamo deciso che bisogna fermare questo scempio. È giunta l’ora di protestare sotto le loro  sedi sindacali visto che continuano indisturbatamente a rappresentare anche chi non si sente più rappresentato da loro”.

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