Valutazioni ambientali sommarie, l'Arpa evidenzia le criticità siciliane - QdS

Valutazioni ambientali sommarie, l’Arpa evidenzia le criticità siciliane

Rosario Battiato

Valutazioni ambientali sommarie, l’Arpa evidenzia le criticità siciliane

giovedì 06 Aprile 2017

L’Ispra ha diffuso il rapporto con le normative regionali in materia di Vas e i rilievi mossi dalle Agenzie. Nel mirino anche l’assenza di indicazioni sulle risorse per i Piani di monitoraggio

PALERMO – Nei giorni scorsi l’Ispra ha diffuso un rapporto che contiene il “quadro delle normative regionali in materia di Valutazione ambientale strategica (Vas)” e che definisce “ruoli e attività delle agenzie ambientali regionali e le criticità riscontrate nell’applicazione”. Diversi i punti evidenziati nel capitolo dedicato alla Sicilia.
La Vas è stata introdotta con la direttiva 2001/42/CE e costituisce un tassello determinante nell’attuazione delle “strategie comunitarie per lo sviluppo sostenibile – leggiamo sul sito dell’Ispra – rendendo operativa l’integrazione della dimensione ambientale nei processi decisionali strategici”. A livello nazionale la direttiva è stata recepita con la parte seconda del D.lgs. n.152/06 ed è entrata in vigore il 31 luglio 2007, anche se poi è stata modificata e integrata dal D.Lgs. 16 gennaio 2008 e dal D. Lgs. 29 giugno 2010, n. 128. La Vas si applica a piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente.
L’iter, che si avvia contestualmente ai piani o ai programmi da valutare,  comprende diversi aspetti: lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità; l’elaborazione del rapporto ambientale; lo svolgimento di consultazioni; la valutazione del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni; la decisione; l’informazione della decisione; il monitoraggio.
I piani o i programmi soggetti a Vas riguardano “la valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente – precisano dall’Ispra – per i settori agricolo, forestale, pesca, energetico, industriale, trasporti, gestione dei rifiuti e delle acque, telecomunicazioni, turismo, pianificazione territoriale o destinazione dei suoli, e che allo stesso tempo definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione di opere o interventi i cui progetti sono sottoposti a Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr)”. Ad esempio, la Vas si applica a tutti piani regionali: energia, trasporti, rifiuti qualità dell’aria, paesaggistico.
In Sicilia, l’ultimo provvedimento in materia è il decreto presidenziale 8 luglio 2014, n.23 che riporta il “regolamento della Valutazione ambientale strategica (Vas) di piani e programmi nel territorio della Regione siciliana”.
Le criticità riscontrate sono state evidenziate dalle agenzie regionali sulla base dell’esperienza maturata.
Nell’Isola, in riferimento all’esecuzione della legge e del regolamento del 2014, “la valutazione ambientale strategica è avviata dall’autorità procedente – scrivono dall’Arpa Sicilia – contestualmente al processo di formazione del piano o programma”. Questo passaggio spesso comporta che il rapporto ambientale e la sintesi non tecnica “vengano compilati in maniera sommaria, generalizzata e priva dei contenuti connessi alle effettive scelte del p/p (piano/programma, ndr), riducendo la procedura Vas a un mero adempimento burocratico che spesso si conclude prima che il p/p sia completato in ogni sua parte”. Inoltre si registra “un basso coinvolgimento del pubblico nella formazione del p/p” e “ristretti termini temporali assegnati ai soggetti competenti in materia ambientale per la consultazione nelle diverse fasi della procedura Vas”.
Nel mirino anche due assenze pensati nella procedura: “una regolamentazione della partecipazione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico dopo l’adozione/approvazione del p/p” e le “indicazioni sui ruoli dell’Autorità competente, dell’Autorità procedente/proponente, dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico nel monitoraggio dei piani e programmi”. Un altro aspetto importante si verifica in quanto “i piani risultano privi delle indicazioni relative alla disponibilità delle risorse finanziarie necessarie per l’esecuzione e la gestione del Piano di monitoraggio ambientale”.

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