Corte Conti: per il cuneo via metà dello stipendio - QdS

Corte Conti: per il cuneo via metà dello stipendio

redazione

Corte Conti: per il cuneo via metà dello stipendio

giovedì 06 Aprile 2017

Presentato il Rapporto 2017 sul Coordinamento della Finanza Pubblica

ROMA –  Il debito italiano “è il più alto in Europa, se si esclude la Grecia”. Occorre, quindi, “porre il debito su un sentiero discendente, non troppo rigido ma costante, procedendo speditamente alle azioni di riforme strutturali per sostenere la crescita e migliorare le condizioni di sostenibilità della finanza pubblica”. È quanto rileva il rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti.
La strada verso il risanamento finanziario appare dunque “faticoso” ma quanto mai necessario considerato proprio l’elevato livello del debito.
In una prospettiva ventennale, sottolinea la magistratura contabile, “i paesi appartenenti all’area euro evidenziano un andamento degli aggregati considerati per molti versi simile a quello italiano. La vera differenza è costituita da una dinamica del prodotto più pronunciata”.
Oltre all’elevato debito pubblico, altro grave problema è rappresentato dal cuneo fiscale, “di ben 10 punti” superiore a quello che si registra mediamente nel resto d’Europa: il 49% viene infatti prelevato “a titolo di contributi e di imposte”.
Nonostante le gravi criticità rilevate, la Corte dei Conti non ha però mancato di sottolineare che l’economia italiana appare sempre meno fragile: “Nonostante le incertezze iniziali, l’andamento dell’economia sembrerebbe aver segnato un’inversione di marcia verso un’espansione meno fragile e più qualitativa”, si legge nel documento.
Per quanto riguarda gli investimenti, sottolinea la magistratura contabile, “vi sono segnali che il combinato disposto delle favorevoli condizioni finanziarie e degli incentivi messi a disposizione dal governo (Sabbatini, super e iper ammortamento ecc.) stia finalmente sospingendo il recupero del saggio di accumulazione, gravemente deterioratosi durante gli anni della recessione”.
Bisogna “adottare le scelte di finanza pubblica sulla base dell’equità sociale e dei diritti dei cittadini, superando per sempre logiche emergenziali basate su meri tagli lineari alla spesa pubblica, favorendo invece interventi mirati a contrastare gli sprechi”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo al Senato alla presentazione del Rapporto. “Il Rapporto – ha osservato la seconda carica dello Stato – mette in evidenza alcune sfide centrali per le istituzioni pubbliche.
Innanzitutto occorre proseguire con molta determinazione sulla via dell’equilibrio dei conti pubblici, attraverso forme di intelligente razionalizzazione della spesa pubblica. In questo ambito l’attività di coordinamento della finanza pubblica svolta dallo Stato, anche attraverso il controllo assicurato dalla Corte dei Conti, è irrinunciabile".
"Una politica di solo rigore – ha sottolineato Grasso – non è però né sufficiente, né desiderabile. È necessario puntare sulla crescita dell’economia che implica, in un contesto di ristrettezze economiche, una riqualificazione della spesa pubblica e l’adozione di misure in grado di attrarre investimenti privati, con il superamento delle tante rigidità esistenti e delle normative farraginose. Questo deve avvenire in un contesto di legalità e nel rispetto delle regole che anche la magistratura contabile, per gli aspetti di propria competenza, è chiamata a far rispettare".
Di “segnali incoraggianti” ha parlato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan che, intervenendo a margine della presentazione del Rapporto, ha detto: “Nel 2016 la crescita ha ripreso vigore: i primi segnali dell’anno in corso sono molto incoraggianti, siamo in una fase di transizione verso una crescita più robusta e sostenuta grazie anche ai significativi progressi in termini di riforme strutturali”.
Secondo il ministro “il rilancio degli investimenti è e rimane una delle principali strategie della politica del governo. Gli investimenti pubblici e privati – ha sottolineato – vanno considerati elementi complementari della strategia della crescita”.

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