La politica è servizio non business privato - QdS

La politica è servizio non business privato

Carlo Alberto Tregua

La politica è servizio non business privato

venerdì 07 Aprile 2017

Consenso a chi lavora gratis

Tutti si affannano a dire che la politica ha un costo. Vero, ma esso dovrebbe essere limitato ai rimborsi a piè di lista delle spese vive sostenute e a compensare il reddito dichiarato se chi si appresta a svolgere un’attività politica, esibendo la dichiarazione dei redditi, decide di sospendere la propria attività.
I pubblici dipendenti non percepiscono più l’assegno mensile, mentre i magistrati, anch’essi senza assegno, progrediscono nella carriera pur senza lavorare e percepiscono ugualmente la pensione. Si tratta di anomalie.
L’indennità che si dovrebbe corrispondere ai professionisti, agli imprenditori, ai dipendenti privati, che diventano parlamentari, consiglieri regionali e comunali, dovrebbe essere pari al reddito dichiarato nel loro 730 (o Unico). Non un euro di più. E se uno di questi eletti dovesse essere disoccupato nel momento della propria elezione, dovrebbe percepire un’indennità pari a quella di disoccupazione. Questo è un principio di equità.

La politica è un servizio, reso alla collettività, e come tale deve essere gratuito. Siccome gli eletti devono campare, anche perché tengono famiglia, devono ricevere un’indennità, ma non superiore al loro guadagno quando hanno sospeso quell’attività.
Lo ribadiamo per la seconda volta, perché nella testa di tanti candidati c’è la rincorsa a diventare parlamentare o consigliere regionale e comunale, perché quello è un posto di lavoro, ricco e ben pagato, non pensando che, invece, si tratta di un’attività di servizio.
Questa visione del rapporto fra istituzioni e cittadini a prima vista sembra un’utopia. Ma a pensarci bene essa è la giusta collocazione etica in una Comunità che dell’equità fa la propria bussola.
In questa logica, i cittadini dovrebbero votare quei candidati e quel partito che intendano realizzare questo principio altruistico e nobile, scartando invece tutti coloro che, per converso, vogliono speculare sul mandato percependo indennità e trattamenti pensionistici molto al di sopra di quelli che avrebbero incassato con la loro attività, sospesa provvisoriamente.
 

Si obietterà che solo i benestanti farebbero politica. Sbagliato! Perché il sistema indicato prevede che ciascun eletto continui a percepire il corrispondente importo del proprio reddito, ovviamente dichiarato fiscalmente. Quindi non perderebbe nulla e inoltre, alla fine del mandato, potrebbe riprendere a fare l’attività che ha lasciato.
C’è di più: molti parlamentari, consiglieri regionali e comunali, pur percependo indennità e maturando la pensione, continuano a fare il proprio lavoro, quindi l’indennità per la carica dovrebbe essere data solo a chi sospende la propria attività e si dedica esclusivamente  a quella politica.
Vi sono professori universitari, professionisti, imprenditori che continuano a fare il loro lavoro e, per conseguenza, sommano i redditi politici con i redditi professionali: insomma, due compensi per lo stesso tempo. Un obbrobrio.
Comprendiamo che questa vecchia ipotesi non sarà recepita dal ceto politico, il quale è affamato e si nasconde dietro a leggi che gli conferiscono tali diritti ma che, vedi caso, sono state autovotate. Si continua a reclamare e protestare contro le osservazioni a riguardo dicendo che si tratta di diritti acquisiti: no, si tratta di furti acquisiti.

Il Movimento 5 stelle ha ridotto l’indennità dei propri parlamentari e consiglieri regionali e comunali, ma non ha portato all’opinione pubblica l’iniziativa, sotto forma di Disegni di legge, che ricalchi il modello descritto. Peraltro, gli altri partiti non hanno seguito l’esempio dei Pentastellati, per cui abbiamo una Camera che costa oltre 1 miliardo, un Senato che viaggia verso i 600 milioni l’anno, l’Assemblea regionale siciliana che costa 155 milioni e i Consigli comunali affollati di propri componenti che pesano fortemente sui bilanci dei Comuni.
C’è dell’altro: non basta agli avidi parlamentari percepire le indennità, ma quando assumono incarichi di presidenti, vice presidenti, segretari di Commissioni o Gruppi, ricevono una serie di indennità aggiuntive, nonché benefit di ogni genere come auto, autisti, segretari, portaborse, uffici, trasporti.
Evviva la politica come servizio. A sè stessi!

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017