Rifiuti tecnologici, in Sicilia raccolti 13 mln di kg nel 2016 - QdS

Rifiuti tecnologici, in Sicilia raccolti 13 mln di kg nel 2016

redazione

Rifiuti tecnologici, in Sicilia raccolti 13 mln di kg nel 2016

giovedì 13 Aprile 2017

A Palazzo D’Orleans convegno promosso da Cobat, presenti gli assessori regionali all’Energia e all’Ambiente. De Persio: “L’economia circolare funziona se il rifiuto viene valorizzato negli impianti”

PALERMO – Ammontano a quasi 13 milioni di kg i rifiuti tecnologici – pile, batterie, smartphone, pc, elettrodomestici, moduli fotovoltaici e molte altre apparecchiature elettriche ed elettroniche – che in Sicilia, nel 2016, sono stati trasformati da Cobat in nuove materie prime da reimmettere nel ciclo produttivo dell’economia dell’isola.
Pertanto, il peso dell’economia circolare dell’Isola, lo scorso anno, è stato quello di 96 aerei di tipo Boeing 777 messi uno sopra l’altro. Questi i numeri emersi nel corso di “Economia circolare in Sicilia: riciclo, legalità e lotta alle ecomafie per lo sviluppo del territorio”, convegno organizzato da Cobat – Consorzio nazionale raccolta e riciclo, presso Palazzo d’Orleans a Palermo. Presenti – oltre agli assessori regionali all’Energia, Vania Contrafatto, e al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce – Antonio Lo Dico, del Corpo forestale della Regione, e Gregory Bongiorno, vicepresidente di Cisambiente.
“La Sicilia – spiega Claudio De Persio, direttore operativo di Cobat, in apertura – è una delle regioni più virtuose per quanto riguarda i prodotti che vengono trattati da Cobat. Nell’Isola abbiamo sei punti Cobat che si muovono su tutto il territorio siciliano, con attività di raccolta che spaziano dalle batterie per auto ai prodotti per apparecchiature elettriche ed elettroniche. Raccogliamo circa 11.500 t di batterie al piombo e circa 1.500 t di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Lavoriamo con imprese certificate che hanno fatto dell’ambiente e della legalità le priorità nella raccolta di rifiuti pericolosi e non pericolosi”.
Secondo De Persio l’economia circolare funziona “se i processi rientrano in un’attività sostenibile e se il comportamento consente al rifiuto che rientra negli impianti di essere valorizzato. Lottare contro le pratiche illegali consente alle imprese che rispettano la legge di non subire la concorrenza sleale di chi si affida a soggetti non autorizzati, permette all’economia di beneficiare di nuove materie prime e ai cittadini di vivere in un ambiente pulito”.
L’assessore Contrafatto ricorda che “l’Anac, qualche mese fa, sulla gestione dei rifiuti del passato in Sicilia ha parlato di una transizione infinita, un tempo di mezzo segnato da una serie di logiche clientelari e condizioni di oligopolio, riconoscendo peraltro che il lavoro che abbiamo svolto converge nella giusta direzione. La legalità occupa una posizione di primo piano anche nella valutazione dell’impatto economico. Per andare oltre l’emergenza – aggiunge – da tempo ho proposto capitolati di gara standard e regole precise per tutti. L’uniformità  restringe i margini e contribuisce a rendere omogenei i percorsi”.
L’assessore Croce ammette che “la gestione dei rifiuti è un tema ancora irrisolto in Sicilia e di non facile soluzione. I danni all’ambiente e agli ecosistemi terrestri e marini sono inevitabili ma possono essere superati. è una delle sfide ambientali del nostro territorio che ci ha imposto di raggiungere degli obiettivi, anche attraverso l’utilizzo dei fondi comunitari della nuova programmazione ormai in fase concreta di avvio, quali la riduzione della produzione dei rifiuti urbani, l’aumento di materie che possono essere destinate al riutilizzo e al riciclaggio minimizzando lo smaltimento in discarica, la bonifica di aree inquinate per restituirle alla produttività”.
Sul tema della legalità, Vincenzo Franza, consigliere delegato di Cobat e presidente dell’impianto di riciclo siciliano Esi, sottolinea: “è un ambito nel quale ogni sacca di opacità danneggia quelle aziende che fanno della legalità la propria stella polare. Ma è anche un ambito in cui è possibile una condotta antimafiosa praticata e non solo proclamata”.

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