Sorpresa, hanno scoperto il cuneo fiscale - QdS

Sorpresa, hanno scoperto il cuneo fiscale

Carlo Alberto Tregua

Sorpresa, hanno scoperto il cuneo fiscale

martedì 18 Aprile 2017

Ai lavoratori metà dello stipendio

Sembrano tutti sorpresi nell’avere scoperto l’enorme danno che fa all’economia il cuneo fiscale. Si tratta dell’ammontare di imposte e contributi previdenziali che di fatto dimezzano lo stipendio dei dipendenti. Infatti, per ogni cento euro che percepisce un dipendente, il datore di lavoro, pubblico o privato, ne spende circa duecento. La conseguenza è palese: il costo del lavoro è molto al di sopra della media europea e l’importo percepito dai dipendenti è al di sotto della stessa media europea.
Viene calcolato che il cuneo fiscale italiano è superiore di circa dieci punti a quello medio europeo, il quale tiene conto di prelievi relativi ad imposte e contributi previdenziali mai superiori a quelli italiani e molto spesso di gran lunga inferiori.
Come possono, il sistema delle imprese e la stessa Pubblica amministrazione italiani, competere con gli omologhi sistemi degli altri 27 partner (la Gran Bretagna non è ancora uscita dall’Ue)?

Ma non è solo il costo del lavoro che grava sul sistema delle imprese. Vi è quel fardello rappresentato dalla pressione fiscale che è ufficialmente al 42,9% (al 31 dicembre 2016) ma che sostanzialmente supera il 60%.
E poi, vi è quel coacervo di adempimenti che secondo la Corte dei Conti costa all’imprenditore medio italiano 269 ore lavorative l’anno, cioè circa 33 giorni. Come dire che un imprenditore debba dedicare oltre un mese solo per la modalità di pagare le enormi imposte, oltre le imposte stesse per le quali deve lavorare fino a luglio di ogni anno.
D’altro canto, però, le imprese non versano tutta l’Iva che ricevono a monte. La differenza fra il giro d’affari e le tasse versate è intorno al 32%: manca all’appello un terzo del gettito.
Non è giustificabile un comportamento di questo genere da parte delle partite Iva perché l’imposta incassata e poi versata costituisce una partita di giro che dovrebbe essere neutra. Non adempiendo a questo dovere, il titolare di partita Iva commette il reato di appropriazione indebita oltre che di evasione fiscale.
Lo split payement, inserito a suo tempo nei rapporti fra le pubbliche amministrazioni ed ora ampliato con l’ultima manovra, dovrebbe togliere il vizietto di non versare l’Iva. Vedremo!
 

Questa imposta è quella che dà il gettito maggiore alle casse dello Stato. non versarne un terzo significa che mancano all’appello molte decine di miliardi.
Vi sono rimedi per evitare questa evasione? Certamente, ma non sono messi in atto. Per esempio, l’obbligo,  e non la facoltà, di digitalizzare tutte le fatture con il calcolo automatico dell’Iva che l’amministrazione finanziaria dovrebbe prelevare automaticamente; la digitalizzazione degli scontrini fiscali con lo stesso meccanismo; la detrazione, anche parziale, di spese di manutenzione degli immobili come quelle degli elettricisti, degli idraulici, almeno nella stessa misura della detrazione delle spese mediche (19%).
Certo, risolverebbe il problema a monte attuare il conflitto di interessi fra prestatori d’opera, e ricettori d’opera, ma questo non si può fare perché apporterebbe minori entrate di imposte non recuperabili nello stesso tempo con le maggiori imposte ottenute dall’evasione.

La manovrina da 3,4 miliardi, appena approvata dal Governo insieme al Documento economicoe finanziario (Def), mette a posto il possibile contenzioso con l’Unione europea per il 2017, mentre il Def delinea lo scheletro della legge di Stabilità 2018, che dovrà essere approvata e inviata dall’Unione europea entro il 15 ottobre 2017. Ma poco prima, cioè nel settembre dello stesso anno, il Governo dovrà esitare l’aggiornamento del Def, mutato in base agli eventi dei prossimi quattro  mesi.
La previsione di incremento del Pil 2017 dell’1,1% è ottimistica. Lo conferma la previsione 2018 all’1% e quella del 2019 all’1%. Non si capisce perché, infatti, non vi sia una progressione dell’incremento dei Pil dal momento che l’anno corrente è il più difficile. Si capisce, invece, che questo incrementino dello 0,1% è servito a bilanciare la manovrina di cui prima si scriveva .
Ma sul cuneo fiscale nulla dicono né manovrina né Def: l’hanno scoperto e subito ricoperto. Non ci sono le risorse finanziarie, si dirà. Ma ci sono per continuare a foraggiare privilegi, privilegiati e furti acquisiti!

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