La Finanziaria della discordia: anche i sindacati contro Crocetta - QdS

La Finanziaria della discordia: anche i sindacati contro Crocetta

Raffaella Pessina

La Finanziaria della discordia: anche i sindacati contro Crocetta

venerdì 21 Aprile 2017

Il Cobas/Codir si scaglia contro la norma che taglia 59 mln al Fondo Pensioni. L’appello all’Ars: “Trovare risorse per disabili con interventi strutturali”

PALERMO – Ai sindacati non piace la Finanziaria. Il sindacato Cobas/Codir, che rappresenta la  maggioranza dei dipendenti regionali, contesta la norma della manovra, proposta dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, secondo cui “parte dei fondi per l’assistenza ai disabili saranno recuperati anche grazie a un taglio annuale di 59 milioni di euro da effettuare sulle entrate del fondo di quiescenza, l’istituto che eroga le pensioni ai dipendenti regionali”.
Per il Cobas/Codir, Crocetta si preoccuperebbe più degli effetti mediatici che “delle reali e strutturali necessità dei disabili e che vorrebbe mettere le mani sull’unico Ente regionale in attivo al quale, se la norma passasse, in cambio delle somme sottratte, verrebbero ‘rifilati’ immobili che – in un momento di crisi immobiliare come questo – potrebbero significare in realtà mettere in campo una vera e propria azione di ‘pirateria finanziaria’ che rischierebbe di compromettere la tenuta stessa del Fondo Pensioni”.
 
Il sindacato fa riferimento ad un’altra norma della manovra che prevede il riacquisto da parte della Regione di 33 immobili, ceduti una decina di anni fa, attraverso un’operazione che coinvolgerebbe il Fondo Pensioni. “Il Fondo verrebbe, così, scandalosamente, in possesso – accusa il sindacato – anche di una serie d’immobili ristrutturati, circa 15 anni fa, a spese della Regione, venduti poi a società private varie e contestualmente ripresi in affitto per mantenervi i propri uffici. Gli immobili in questione verrebbero appioppati al Fondo Pensioni, che anche allo scopo di renderli utilizzabili, dovrebbe dissanguare le proprie casse in improbabili e costosissimi lavori di ristrutturazione e di adeguamento”. Per il sindacato “il governo regionale, anziché versare quanto dovuto in termini di contributi previdenziali dovuti come datore di lavoro nonché delle quote trattenute ai lavoratori stessi, si approprierebbe così di somme obbligatoriamente vincolate, disfacendosi in cambio di immobili che potrebbero non avere alcun reale valore di mercato”.
 
I rappresentanti del sindacato rivolgono un appello a tutti i parlamentari dell’Ars “per respingere tale norma illegittima, reperendo le risorse necessarie per la disabilità siciliana in modo strutturale e non attraverso ‘una tantum’ e, contestualmente, – esattamente come nel resto del Paese – approvare una norma che trasferisca tutto il personale regionale alla gestione Inps mettendolo così al riparo dalle scorribande irresponsabili del governo regionale presente e futuro”.

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