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Catania – Amt, Lungaro allontana gli spettri: “Società economicamente sana”

Melania Tanteri

Catania – Amt, Lungaro allontana gli spettri: “Società economicamente sana”

martedì 25 Aprile 2017

Dopo le dimissioni di Drago, è tornata alta la guardia di lavoratori e sindacati

CATANIA – Condizioni finanziarie poco chiare, rumors su possibili cessioni e agitazione tra i lavoratori. Continua a preoccupare la situazione in cui si trova l’Amt, l’Azienda metropolitana trasporto, dopo le dimissioni di Domenico Drago (per motivi personali) e dopo l’audizione in commissione Partecipate, di una rappresentanza dei lavoratori secondo cui il fallimento dell’azienda sarebbe prossimo.
“I lavoratori si sono detti molto preoccupati per la mancanza di risposte da parte della politica –spiega Michele Failla, presidente della Commissione – e vorrebbero conoscere il futuro dell’azienda. Dal dibattito è emersa la possibilità che l’azienda possa fallire, anche se siamo nella sfera delle supposizioni. Noi non abbiamo avuto segnali in questo senso, ma è chiaro che nelle prossime sedute, quando convocherò i vertici societari e l’Amministrazione comunale, chiederemo certezze”.
Proprio queste, al momento, pare proprio non ci siano: né per quanto riguarda la situazione economica, né per quanto riguarda la riorganizzazione aziendale. “Abbiamo il dovere di comprendere la situazione – prosegue Failla – e dobbiamo dare delle risposte sul paventato fallimento o sull’ipotesi sul piatto di una possibile cessione del 49% del ramo di azienda. Ipotesi sulle quali occorre discutere: non si possono nascondere le informazioni alla città e bisogna agire in tempo”.
Possibilità di default esclusa categoricamente da Carlo Lungaro, presidente dell’Amt. “Parlare di fallimento, purtroppo crea gravi danni di immagine che condizionano i rapporti con i nostri fornitori. Ripetiamo: l’Amt soffre di liquidità da attribuire ai mancati pagamenti da parte del Comune (circa 30 milioni di euro), della Regione (circa 17 milioni di euro) e dello Stato sui contributi relativi al costo del lavoro (circa 14 milioni). L’Azienda metropolitana trasporti – ribadisce ancora il numero uno – è economicamente sana, regge alle difficoltà del mercato, chiuderà il bilancio 2016 in possibile pareggio e il budget 2017 con un risultato operativo di oltre 4 milioni di euro. Per questo – conclude – invito tutti a non parlare di fallimento, rischiamo di uccidere un’Azienda viva”.
Rassicurazioni che non bastano, almeno alle sigle sindacali autonome Fast Confsal e FaisaCisal, che hanno proclamato un nuovo sciopero per il prossimo 5 maggio quando il trasporto pubblico si fermerà dalle 10 alle 18, e si terrà un corteo che, dalla sede dell’azienda, in via Sant’Euplio, arriverà in Prefettura.
“La situazione è ormai diventata insostenibile” – commenta Manfredi Zammataro, presidente di Codici – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia. “Da tempo riceviamo continue segnalazioni da parte dei cittadini, sempre più esasperati dalla difficoltà, se non impossibilità, di muoversi all’interno dello spazio urbano attraverso i mezzi pubblici anche, e soprattutto, per necessità quotidiane quali recarsi a scuola o al lavoro nel qual caso i ritardi delle vetture vanno ad incidere ancor più pesantemente con conseguenze sul rendimento (scolastico o lavorativo che sia) del singolo. Chiediamo pertanto – conclude – l’istituzione di un tavolo tecnico finalizzato a trovare una soluzione valida ai fini della ripresa dell’Azienda municipale trasporti”.

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