Lavoro, infortuni e morti bianche. Ancora record negativi in Sicilia - QdS

Lavoro, infortuni e morti bianche. Ancora record negativi in Sicilia

Adriano Agatino Zuccaro

Lavoro, infortuni e morti bianche. Ancora record negativi in Sicilia

mercoledì 03 Maggio 2017

I dati Inail registrano un aumento del 600% dei decessi nei cantieri isolani nei primi due mesi del 2017. Tra il 2015 e il 2016 denunciati nell’Isola oltre 58.014 incidenti (+4,6%)

PALERMO – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della giornata nazionale delle vittime sul lavoro a ottobre 2016, aveva speso parole forti: “La sicurezza sul lavoro è una priorità e costituisce il banco di prova dell’efficienza di un paese: sul tema non è accettabile alcun calo di attenzione da parte delle istituzioni e delle forze sociali”.
I numeri provvisori sul tema del report elaborato ad aprile dalla Cgia di Mestre su dati dell’Inail (Istituto nazionale assicurazioni infortuni sul lavoro), però, non sono rassicuranti per la Sicilia. Nei primi due mesi del 2017 in Sicilia si sono registrati 12 decessi nei cantieri contro i due dello stesso periodo del 2016. Nel settore dell’edilizia, dunque, le morti nei cantieri siciliani è aumentata del 600% facendoci ottenere il triste primato di prima regione d’Italia. Altro risultato da tenere sott’occhio è quello degli incidenti senza decessi, con l’Isola all’ottavo posto nel Belpaese.
A livello nazionale, nei primi due mesi di quest’anno i dati relativi agli incidenti mortali nei luoghi di lavoro sono in aumento. Se nello stesso periodo del 2016 c’erano stati 95 casi, tra gennaio e febbraio sono decedute 127 persone (+33,7%). Quasi la metà dei 32 decessi in più registrati quest’anno sono ascrivibili ai due casi eccezionali avvenuti nello scorso mese di gennaio: il crollo dell’albergo di Rigopiano e lo schianto dell’elicottero del 118 avvenuto nei pressi di Campo Felice.
 
Oltre ai morti sul lavoro, sono in crescita anche gli infortuni: sempre nei primi due mesi di quest’anno sono stati denunciati 98.275 eventi: 1.834 in più (+1,9 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2016.
Importante sottolineare che “negli ultimi due anni sono aumentati sia gli occupati sia lo stock complessivo delle ore lavorate: pertanto, ha poco senso mettere a confronto il numero degli infortuni di ciascun anno basandosi solo sui dati assoluti. Da un punto di vista statistico, correttezza impone di fare riferimento all’indice di frequenza degli incidenti: un parametro che viene calcolato rapportando il numero degli infortuni alle ore lavorate”, si legge nel report.
Guardando proprio tale parametro, sul lungo periodo si osserva che tra il 2011 e il 2016 l’indice di frequenza degli infortuni è in costante diminuzione e nell’ultimo anno è sceso addirittura dell’1,3%. E negli ultimi 45 anni il numero dei decessi e degli infortuni nei cantieri e nelle fabbriche è crollato: se all’inizio degli anni ‘70 gli eventi infortunistici sfioravano quota 1,6 milioni, nel 2016 sono scesi al minimo storico di poco superiore a 630.000 unità. Sempre nello stesso arco temporale, i morti, invece, sono passati da poco più di 3.650 a poco più di un migliaio, si legge nel report.
A livello regionale, però, tra il 2015 e il 2016 gli infortuni denunciati in termini percentuali sono aumentati soprattutto in Puglia (+4,8%), in Sicilia (+4,6%), in Friuli Venezia Giulia (+3,9%) e in Basilicata (+3,6cento). In numeri assoluti nell’Isola gli infortuni denunciati sono stati 28.349 nel 2015 e 29.651nel 2016.
“Un paese civile e moderno – ha dichiarato il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – non può accettare oltre 1.000 morti e quasi 700 mila infortuni l’anno. Queste tragedie vanno combattute con maggiore determinazione, puntando sulla prevenzione e il contrasto a chi costringe moltissime attività, penso al caso dei subappalti, a operare in condizioni di poca sicurezza”.
La posizione delle piccole aziende, segnalano dalla Cgia, è molto chiara: la sicurezza e la salubrità nei luoghi di lavoro è un valore irrinunciabile che va perseguito ogni giorno, ma vanno assolutamente eliminate le procedure puramente formali che non aiutano nessuno.

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