Riforma acqua, la scure di Roma sul governo regionale - QdS

Riforma acqua, la scure di Roma sul governo regionale

Raffaella Pessina

Riforma acqua, la scure di Roma sul governo regionale

martedì 09 Maggio 2017

Bocciata la riforma sul servizio idrico, Vania Contrafatto: “Tariffe resteranno invariate”. Previsto faccia a faccia con Crocetta sull’impugnativa

PALERMO – La bocciatura della riforma dell’acqua in Sicilia da parte della Corte Costituzionale non rappresenta solo un’altra battuta di arresto che viene operata dal governo nazionale sull’Ars e sul governo regionale, ma desta inevitabili preoccupazioni nella cittadinanza, che si chiede adesso cosa succederà e soprattutto se cambieranno le tariffe. L’assessore al ramo, Vania Contrafatto, ha già fatto sapere che quelle in vigore resteranno immutate e ha manifestato l’intenzione di non far tornare il provvedimento all’Assemblea regionale per gli opportuni aggiustamenti. “Non torneremo all’Ars per rifare la legge sull’acqua – ha detto – quel che resta in piedi, dopo la bocciatura della riforma da parte della Consulta, è sufficiente a regolamentare il settore. Ciò che dobbiamo fare è recuperare i ritardi nella creazione dei nuovi Enti che gestiranno le risorse”.
L’assessore ha spiegato infatti che attualmente non esiste alcun Ente formalmente in grado di governare il settore. Nei prossimi giorni è previsto un faccia a faccia fra la Contrafatto e Crocetta per verificare la tenuta della legge dopo le pronunce di incostituzionalità e l’assessore ha sottolineato che ribadirà al presidente come le pronunce della Consulta riguardano aspetti che non avrebbero dovuto essere nella legge fin dall’inizio e che lei aveva pubblicamente contestato.
“Nei mesi scorsi – ha evidenziato l’assessore – avevamo predisposto un disegno di legge che correggeva le parti oggetto dell’impugnativa. Ma visto che non abbiamo fatto in tempo ad approvarlo e nel frattempo è arrivatala pronuncia, ora non ha più senso portarla avanti”. Diventa ora impellente la creazione degli Enti deputati a gestire il settore, le cosiddette Ati, che applicheranno le norme nazionali”.
“Farò nei prossimi giorni una circolare indirizzata a tutti i Comuni – ha anticipato Contrafatto – per spiegare come applicare la legge dopo le censure”.
Le Ati decideranno quindi a chi affidare il servizio di gestione idrica, a privati, a società miste o a strutture pubbliche. Dovrebbero essere nove, una per provincia geografica e dovevano già essere operative, ma non sono state create nonostante i ripetuti solleciti da parte dell’assessore.
In attesa che si definisca la situazione, dunque, tutto resterà immutato. I privati che gestiscono il servizio in base a contratti vigenti continueranno fino a scadenza degli accordi. Le tariffe non verranno abbassate, ma resteranno quelle decise a Roma, con importi differenti a seconda delle zone.
Oggi pomeriggio intanto riprendono i lavori d’Aula a Palazzo dei Normanni, dove il Parlamento sarà alle prese con il “collegato” alla Finanziaria appena approvata. Si tratta di un documento che contiene ben 89 articoli, con impegni di spesa piuttosto importanti. Il Movimento 5 stelle ha già fatto sapere che di questa legge c’è poco da salvare perché “serve ai partiti e non alla Sicilia”. In una nota il gruppo dei pentastellati all’Ars ha fatto sapere che “come ogni anno – ha affermato il capogruppo Sergio Tancredi – ci ritroviamo una norma omnibus in cui si cerca di mettere una serie di pezze ai problemi di questa regione, ma spesso sono pezze peggiori del buco”.
Sulla questione della riscossione dei tributi in Sicilia, Tancredi ha presentato un emendamento con il quale si prevede la trasformazione della partecipata Riscossione Sicilia in una agenzia sotto il controllo diretto della regione, in linea con il dettato nazionale.
“Complessivamente – ha aggiunto sul documento – non possiamo essere benevoli, perché la maggior parte delle norme proposte potevano benissimo essere oggetto di singole trattazioni legislative, ma questo qualora avessimo un Parlamento che lavora veramente e un Governo guida dell’attività amministrativa. Purtroppo non abbiamo avuto né l’uno né l’altro”.
Giancarlo Cancelleri, probabile candidato grillino alla presidenza della Regione nel prossimo autunno, ha criticato duramente la manovra, in particolare la norma sulla dirigenza “che crea una discriminazione tra di loro, facendone avanzare solo alcuni, scelti con un criterio che non è assolutamente meritocratico. In soldoni è un vergognoso vestito cucito addosso a qualcuno”.
Il Movimento ha presentato numerosi emendamenti correttivi e sostitutivi, tra cui quello che mira ad assicurare i fondi per il pagamento degli stipendi ai lavoratori delle Ipab, quello che punta ad ampliare la rappresentanza degli studenti nei consigli di amministrazione dell’Ersu e quello per estendere le borse di studio a tutti gli studenti e non solo a determinate categorie.

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