A breve andrà in discussione all’Ars l’emendamento che dovrebbe aggiungere 31 milioni di euro al finanziamento già disposto di 136 milioni. Una cifra importante, che permetterebbe a parecchi enti storici di rientrare dopo essere rimasti fuori dalla graduatoria delle polemiche.
Una decisione fondamentale, che va ad aggiungersi a quella del Tar, che ha affermato la necessità di rivedere la graduatoria, a seguito della valutazione negativa del parametro ‘A2’, che concede agli enti un massimo di ben 12 punti, un numero rilevante e decisivo per il posizionamento tra chi ha diritto al finanziamento e chi rimane fuori. Tale parametro definisce il grado di efficienza delle attività formative svolte, e si traduce nel rapporto tra allievi iscritti e allievi formati. Maggiore il numero di allievi che concludono positivamente il corso, maggiore il punteggio acquisito. Un parametro che perde efficacia nel momento in cui non considera il numero di corsi gestiti dagli enti.
“Non vi è logicità – denunciato due tra gli enti che hanno fatto ricorso ed a cui è stata accettata la sospensiva dal Tar, l’associazione Nuovo Cammino e l’Enfaga – nell’attribuzione di questo punteggio in quanto ad alcuni enti nuovi con solo 15 iscritti e formati gli viene attribuito un punteggio pari a 12, il massimo previsto, mente ai nostri enti su un numero di 240 iscritti e formati circa 170 viene a attribuito un punteggio inferiore a 12 e quindi ritenuto dal Dipartimento ammesso ma non finanziabile”. Inoltre non vi è stato da parte della Regione un distinguo tra i corsi ‘autofinanziati’, ovvero quei corsi cui gli enti fanno pagare agli allievi la retta e che non hanno una durata di 900 ore come prevede l’Avviso, ma bensì corsi di 100/200 ore massimo di cui viene rilasciato una certificazione di frequenza, mentre per i corsi finanziati viene rilasciato l’attestato di qualifica, che pare scontato che l’allievo non abbandoni prima del termine dell’attività che sta seguendo, rispetto ai corsi Osa finanziati dalla Regione.