Fesso chi paga perché gli evasori votano - QdS

Fesso chi paga perché gli evasori votano

Carlo Alberto Tregua

Fesso chi paga perché gli evasori votano

mercoledì 10 Maggio 2017

Morosità, colpa Pa inefficiente

L’evasione fiscale fa aumentare di giorno in giorno la stima convergente da più parti: pare abbia raggiunto i 150 miliardi. Nonostante l’Agenzia delle Entrate recuperi 15-16 miliardi l’anno, sembra inspiegabile come essa aumenti continuamente.
Ventitré milioni di 730 precompilati, ampliamento e connessione di banche dati di tutti i tipi (Camere di commercio, catasto, anagrafi comunali ed altri), professionalizzazione di dirigenti e dipendenti del settore, miglioramento dei bravi ufficiali e sottoufficiali della Guardia di finanza; tutto ciò non basta a diminuire l’evasione, peraltro frutto anche della tremenda crisi che si è abbattutta sull’Italia in questi ultimi otto anni.
Chi non paga le imposte perché impossibilitato ha una qualche giustificazione sociale, mentre i furbi e gli evasori di professione, sia piccoli, medi, ma soprattutto grandi, non hanno alcuna scusa del loro immorale comportamento.
Stupisce come i governi che si sono succeduti non facciano campagne su giornali e televisioni per bollare come incivili e ladri tutti, indistintamente tutti, i furbetti dell’evasione fiscale e contributiva.

Gli incroci delle banche dati dovrebbero fare emergere senza alcuna falla gli evasori. Anche il Pubblico registro automobolistico, nel quale sono registrati autoveicoli privati e commerciali, costituisce un elemento significativo del tenore di vita dei cittadini, anche se molti utilizzano vetture aziendali e non personali.
L’incrocio fra le dichiarazioni personali (Unico o 730) ed il tenore di vita, dovrebbe fare emergere chi evade. L’esame attento di tutti i movimenti e le fatturazioni internazionali, incrociati con gli altri Paesi, dovrebbero fare emergere le evasioni dei gruppi imprenditoriali, quando vi siano.
Uno dei parametri che fanno evidenziare l’enorme evasione italiana, non riscontrabile in altri Paesi europei ed extraeuropei, è il confronto fra l’ammontare dei consumi e quello dei redditi dichiarati. Le due cifre dovrebbero essere uguali ma, quando i consumi sono nettamente superiori ai redditi dichiarati, la differenza può essere imputata all’evasione fiscale. Dalle dichiarazioni delle società si evince il costo del lavoro e da esso si potrebbe dedurre l’evasione contributiva.
 

La cosa più incredibile, che si può notare nel nostro Paese, è la morosità, stimata in 817 miliardi (Istat), cioè cartelle emesse dalle diverse Pubbliche amministrazioni a carico di cittadini e società, ma i cui importi non sono mai stati riscossi. Da questo fatto deriva un’accusa precisa nei confronti delle società di riscossione, Equitalia per il campo nazionale, Riscossione Sicilia per quello isolano, e tante altre incaricate da Comuni e Regioni, che non hanno messo in atto tutti gli strumenti necessari per incassare i crediti.
Vi è poi un altissimo numero di controversie tributarie, di oltre 450 mila liti, per le quali il Governo sta pensando a una sorta di rottamazione come quella effettuata (pare con successo) nei confronti delle cartelle esattoriali.
Sono rimedi che vogliono riparare i cancelli quando i buoi sono scappati. Non è mai troppo tardi. Tuttavia, se non si mettono massicce dosi di efficienza negli enti di riscossione, premiando e sanzionando i dirigenti in funzione dei risultati raggiunti, questa pesante situazione non potrà migliorare.

La causa prima dell’evasione è la posizione mentale dei cittadini, che non vedono restituiti i soldi da loro pagati in servizi pubblici adeguati. Per cui ogni contribuente ritiene che i soldi pagati in imposte siano a perdere. Dal che ne deriva la conseguenza del fesso chi paga.
Vi è una seconda causa dell’alta evasione fiscale e dell’enorme morosità: evasori e morosi votano, con la conseguenza che i responsabili di Governo, Regioni e Comuni non stringono i controlli come dovrebbero, per paura di perdere consenso.
La Guardia di finanza fa un eccellente lavoro, anche se come in tutte le famiglie vi sono investigatori che anziché seguire il principio etico di trovare la Verità, cercano la notorietà. Ma poi ne pagano le conseguenze, quando battono la testa contro quel muro di cemento che è appunto la Verità.
La Guardia di finanza dovrebbe essere potenziata con personale e premi a chi scova l’effettiva evasione. Auspicabile che il Governo vada in questa direzione.

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