Prevenzione, è questa la parola d'ordine per vincere la battaglia contro i tumori - QdS

Prevenzione, è questa la parola d’ordine per vincere la battaglia contro i tumori

redazione

Prevenzione, è questa la parola d’ordine per vincere la battaglia contro i tumori

mercoledì 10 Maggio 2017

L’Associazione italiana di oncologia medica ha presentato in Senato un rapporto che ha fotografato la situazione italiana

in collaborazione con ITALPRESS
 
Un euro investito in prevenzione genera un risparmio nelle cure mediche pari a 2,9 euro. Il 40% dei casi di tumore (146 mila diagnosi ogni anno in Italia) potrebbe essere evitato grazie agli stili di vita sani e all’applicazione delle normative per il controllo dei cancerogeni ambientali, all’implementazione degli screening. In Italia, per la prevenzione si spendono 5 miliardi di euro (2014), pari al 4,22% della spesa sanitaria totale: il tetto programmato stabilito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) invece è del 5%. Gli oncologi hanno chiesto alle Istituzioni un programma e una regia unica nazionale contro il cancro, che garantiscano una strategia unitaria per combattere la malattia dalla prevenzione alle terapie, dalla riabilitazione all’accompagnamento di fine vita, dall’umanizzazione dell’assistenza alla ricerca, per incidere a 360 gradi sull’impatto di questa patologia nel nostro Paese.
L’appello è stato lanciato dall’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) al Senato nel Rapporto sullo “Stato dell’oncologia in Italia 2017”. “Nel nostro Paese – ha spiegato Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom – sono stati registrati 365.800 nuovi casi di tumore, circa 1.000 ogni giorno. I nostri obiettivi vanno in quattro direzioni: diminuzione dell’incidenza e della mortalità per cancro, miglioramento della qualità di vita dei pazienti e istituzione delle reti oncologiche regionali che oggi sono completamente attive solo in Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento. Le reti rappresentano il modello per garantire in tutto il nostro Paese l’accesso a diagnosi e cure appropriate e di qualità, per razionalizzare risorse, professionalità e tecnologie, e per arginare il fenomeno preoccupante delle migrazioni sanitarie: ogni anno infatti quasi un milione di italiani colpiti dal cancro è costretto a cambiare Regione per curarsi. Servono un programma ed una regia unitaria, elemento cardine del ‘Patto contro il cancro’ fra clinici e Istituzioni”.

Il cancro rappresenta la patologia cronica su cui le campagne di prevenzione mostrano i maggiori benefici.
“Ma serve più impegno in questa direzione – ha aggiunto – poiché è stato dimostrato che, se la spesa in prevenzione raggiungesse il livello del 5% previsto dai Lea, l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul Pil scenderebbe dal 9,2% all’8,92%, con un risparmio di 7,6 miliardi di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare l’accesso di tutti alle terapie innovative. Oggi infatti, ad armi efficaci come la chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia si sono aggiunte le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia, permettendo di migliorare la sopravvivenza e garantendo una buona qualità di vita”.
“La nostra società scientifica – ha concluso il presidente Aiom – da tempo realizza progetti di sensibilizzazione: quest’anno abbiamo lanciato il primo ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ con un motorhome che tocca 16 città per spiegare ai cittadini il nuovo corso della lotta ai tumori. Prosegue, inoltre, la seconda edizione di ‘Meglio smettere’ con testimonial la campionessa di tennis Flavia Pennetta e l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri: l’obiettivo è far capire agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori tutti i danni provocati dal fumo di sigaretta. Promuoviamo, infine, ‘Non avere TUTimore’, campagna di sensibilizzazione sul carcinoma della vescica rivolta agli over 50”.
In Italia la sopravvivenza a 5 anni dei pazienti è progressivamente migliorata, grazie al successo dei programmi di screening, all’approccio multidisciplinare e alle terapie innovative, superando il 60% (55% nei maschi, 63% nelle femmine, con un miglioramento rispettivamente del 18% e del 10% rispetto a 10 anni fa) e raggiungendo il 70% nelle neoplasie più frequenti.

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